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Musica folk di ogni genere: ecco gli Interpreti di Musica nelle Aie 2017

La primavera faentina è segnata da un evento che vive in simbiosi con la quintessenza di questa stagione, che sboccia nel verde delle colline di Castel Raniero. Musica folk, campagna, enogastronomia, ma soprattutto aie, connotato ambientale che fissa le coordinate del tempo e dello spazio nel segno della genuina tradizione romagnola. Anche quest’anno torna La Musica nelle Aie – Castel Raniero Folk Festival, il festival musicale di Castel Raniero che ha acquisito in pochi anni risonanza nazionale. Torna la celebrazione della musica folk nell’armonia della campagna, un convivio lungo quattro giorni – dall’11 al 14 maggio – dove si respira l’aria di “una festa rurale, che si svolge in una grande aia tra balli, canti, allegre risate, voci sonanti e brindisi con buon vino.”

Ma la colorata kermesse non è solo un momento di relax e tradizione, è soprattutto un grande evento musicale che ospita autori e interpreti della musica folk provenienti da tutte le parti della penisola. Quest’anno oltre una decina di interpreti – e altrettanti autori – suoneranno per le aie, nei campi e sulla strada nel pomeriggio di domenica 14 maggio per aggiudicarsi il Premio musica nelle Aie, sezione Interpreti. Andiamo a conoscere i gruppi folk in lizza per questo premio, consapevoli che, malgrado i risultati, la partecipazione al festival di Castel Raniero è di per sé una fresca e gratificante ricompensa.

1. Ajde Zora

Balkan Gipsy Music. Un repertorio tradizionale balcanico affiancato da movimentati e malinconici pezzi della tradizione rom dell’est Europa: questa è l’offerta musicale del progetto Ajde Zora, nato dall’incontro di quattro musicisti con la cantante serba Milica Polignano. Il gruppo ri-arrangia musiche tradizionali in cui “l’energia e la passionalità della musica popolare si sprigiona tra frenetiche danze e struggenti ballate, raccontando storie fuori dal tempo che testimoniano la realtà di popoli dal passato travagliato.” Il gruppo arriva alla Musica nelle Aie con alla spalle numerose presenze a festival internazionali come il Gitannekesfoor 2014 in Belgio, GhanaFest a Malta, Adriatico Mediterraneo ad Ancona, Ghironda e Mediterraneo Insieme in Puglia, Tolfarte e Fasti Verolani nel Lazio, Mercantia in Toscana, Mandstock a Trento e Sherwood a Padova e Venezia.

2. Arama

Un nome che è una dichiarazione di intenti: arama in turco significa “ricerca”, parola che sintetizza l’obiettivo del gruppo e insieme individua l’area dalla quale esso trae la gran parte del proprio repertorio, ovvero quel vasto e sfaccettato insieme multiculturale che fu l’Impero ottomano. Il gruppo nasce a Catania nell’autunno nel 2013 dal desiderio di “raccontare attraverso la musica quel mondo che si affaccia sul bacino del Mediterraneo”, e il loro repertorio infatti mescola melodie provenienti dai paesi del Mediterraneo, musica balcanica e klezmer. Grazie a una campagna di crowdfunding che si è conclusa positivamente a fine marzo, gli Arama stanno per pubblicare il loro primo disco: VersOriente.

3. Balbrulé

Nasce tutto dalla passione dei componenti per le musiche e i balli della tradizione popolare: il trio Balbrulé ha voglia di divertirsi e riportare la musica folk alle origini, per le strade, nei pub alle sagre. Il repertorio è molto vario e spazia da brani della tradizione principalmente italiana e francese, fino a musiche balcaniche, israeliane, svedesi ed irlandesi. Il trio di Verona torna anche quest’anno alla Musica nelle Aie: Chitarra, Fisarmonica e Violino per un tuffo nel folk.

4. Init Labor

Un’offerta antica e di valore quella dell’ensemble Init Labor, formazione forlivese che propone brani medioevali, rinascimentali e popolari eseguiti nello stile della migliore tradizione della musica antica. Invitati principalmente in feste medievali, gli Init Labor hanno portato il loro repertorio rigorosamente acustico in tante città, paesi, contrade, chiese, castelli e piazze, anche nella loro città Forlì e in Romagna.

5. La Banda de’ Grel

Il gruppo più sui generis tra quelli in lizza. Un repertorio e un approccio che è il marchio di fabbrica: canzoni a ballo sono alternate a storie cantate e a balli di esibizione e coinvolgimento. La banda del grillo, faentina DOC, torna alla Musica nelle Aie con il suo repertorio che attinge dal patrimonio culturale popolare dell’area emiliana e romagnola, ma non disdegna musiche e danze di altre regioni italiane. Un’esibizione coinvolgente, dove ci si lascia andare al ballo tradizionale delle aree rurali “meno toccate dalle contaminazioni modaiole, prima che il liscio moderno, per le mutate condizioni nel secondo dopoguerra, prendesse il sopravvento.”

6. Marta Celli & Ozgur Yalcin

Da Forlì alla Turchia, riscoprendo le simmetrie musicali di Europa e Asia attraverso il suono di due strumenti che non passano inosservati: arpa celtica e santùr iraniano. Dall’incontro tra la forlivese Marta Celli e il turco Ozgur Yalcin – compositore, chitarrista e cantante, arrangiatore inoltre di brani tradizionali, raccolti in tanti anni di ricerche etnomusicologiche nelle realtà rurali e pastorali delle più remote regioni interne dell’Anatolia e del Kurdistan – nel giugno del 2014 nasce un progetto nel quale Occidente e Oriente si fondono per mezzo di due “strumenti che ci appaiono antichi appartenenti a due culture e linguaggi musicali di cui abbiamo quasi del tutto perso le chiavi d’accesso.”

7. Mi Linda Dama

Un repertorio con un’ispirazione precisa: la tradizione musicale sefardita. Una tradizione ibrida e pluralista: durante il medioevo nella penisola iberica gli ebrei sefarditi convissero con cristiani e arabi musulmani. Nei loro canti, tramandati oralmente di generazione in generazione, confluirono così culture diverse, in cui le storie ebraiche si fusero con le melodie ispaniche e con i ritmi arabi/andalusi, creando così un tessuto musicale ricchissimo. I brani sono cantati nella lingua tradizionale, il judezmo, simile a un catalano antico, ma senza dimenticare di introdurre l’ascoltatore nei loro significati e atmosfere. Tanti strumenti della tradizione araba e orientale: chitarra e sax soprano sono accompagnati da due strumenti della tradizione medio-orientale come il saz e l’oud; mentre per il ritmo viene impresso da il darbuka, il cajon e i tamburi a cornice tipici della tradizione araba.

8. Non ci resta que chorar

Si vola in Brasile con questo gruppo di Bologna che interpreta il “Choro”, una musica tradizionale che raccoglie insieme l’allegria e la malinconia della cultura brasiliana. Suonano a modo loro, improvvisando, senza pretese filologiche e senza disdegnare piacevoli incursioni in altri generi musicali sudamericani.

9. Piccola Orchestra Ochtopus

Dal 1996 sei, otto, ma anche dieci musicisti di Ravenna e dintorni girano piazze, sagre e festival offrendo “musica da camera o piccola balera con richiami balcanici, influenze circensi, movenze bandistiche, sfarfallante gaiezza popolare, indicata per il ballo e il buon umore.” Partecipanti di numerosi eventi live e festival, sono stati premiati nel 2016 da Raoul Casadei come vincitori del contest ROMAGNA MIA 2.0 con la cover di Romagna (anche) Mia, intitolata anche Balcania Mia, che getta un ponte culturale importante tra i Balcani e l’Adriatico.

10. Safar Mazì

Un viaggio (insieme) dal Mediterraneo al Medio Oriente. Safar in Farsi, la lingua iraniana, e in Arabo significa viaggio e Mazì significa insieme in greco. Safar Mazì è un progetto musicale con all’interno tante voci e altrettante ispirazioni. Negli anni alcuni componenti del gruppo hanno dovuto abbandonare il progetto e altri sono subentrati al loro posto arricchendo la formazione con la loro esperienza e generando una commistione di suoni e culture che si intrecciano tra loro. I Safar Mazì sono: un percussionista maghrebino e le sue calde sonorità, un iraniano con i particolari e bellissimi strumenti della tradizione persiana, un friulano dai capelli siciliani con la sua amata fisarmonica e un veneto di origini pugliesi ai fiati.

11. The Stragglers

Una band toscana con un repertorio irlandese. I The Stragglers – Donatella Elisacci voce e chitarra, Betty Cardelli flauto e tin whistle, Roberto Ciolli violino, Luca Rigutini bodhran – sono un gruppo di musica tradizionale irlandese, e presentano un repertorio da ascolto e da ballo: canzoni, jigs, reels, polkas e hornpipes. La band è formata da quattro musicisti con alle spalle una lunga esperienza nell’ambiente della musica tradizionale italiana e internazionale. Il social folk dei The Stragglers è musica irlandese, folk americano e canzone d’impegno sociale.

12. Voxtone

Voxtone è un grande coro di 12 voci formato nel 2012 da Massimo Orlandini e composto da cantanti e musicisti dell’Accademia Musicale del Frignano. Un repertorio eclettico che spazia tra moltissimi generi diversi tra loro e alterna esecuzioni a cappella a brani con accompagnamento strumentale: dalla classica al rock facendo dell’armonizzazione e della scelta dei brani il proprio punto di forza. Letteralmente i Voxtone suonano “ciò che gli piace” in arrangiamenti curati dal Direttore Massimo Orlandini e trovano le loro influenze nella “musica in tutte le sue infinite sfaccettature”. Riunendo le peculiarità vocali che caratterizzano ogni elemento del gruppo si viene a creare una timbrica inconfondibile che identifica la personalità unica dei camaleontici Voxtone.

 

Samuele Maccolini

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