Modigliana: la crisi dell’acqua causata da ignoti, ecco l’ipotesi

Non è stata solo la siccità estiva, ci sono buone ragioni per supporre che l’emergenza idrica scoppiata il 4 agosto 2017 a Modigliana sia stata causata da ignoti che hanno prelevato abusivamente l’acqua del fiume. A sostenerlo il parlamentare forlivese( Marco di Maio (Pd) che ha partecipato l’8 agosto scorso all’assemblea cittadina indetta dal sindaco di Modigliana Valerio Roccalbegni. «La particolarità di questa crisi – spiega Di Maio – sta in un improvviso calo del livello del fiume nell’arco di una notte, salvo poi risalire a livelli accettabili dopo un paio di giorni ad emergenza scoppiata». Il deputato assicura come «tutti, dal sindaco Valerio Roccalbegni, a Romagna Acque ed Hera, ai tecnici, abbiano fatto quanto era in proprio potere».

Modigliana: possibile causa contro ignoti

Il calo improvviso – e il successivo ritorno dell’acqua – non sono spiegabili come causati da semplici fenomeni atmosferici. Anche per questo – nonostante le rassicurazioni da parte di Hera e Romagna Acque prima dell’emergenza – la crisi idrica ha colpito tutti di sorpresa. Marco di Maio suggerisce dunque di «aprire una causa legale contro ignoti per appurare se e chi ha prelevato (o “captato” come si dice in gergo) acqua per altri usi, diversi da quelli civili contribuendo a provocare la crisi». Un’emergenza acqua rientrata nei giorni scorsi dopo l’intervento di Hera, Romagna Acque e Protezione civile.

Di Maio: “Trovare soluzioni alternative per il futuro”

Il parlamentare Di Maio affronta il problema di prospettiva, visto che Modigliana e tutta la vallata del Tramazzo non sono collegate alla diga di Ridracoli che invece rifornisce il vicino comune di Faenza. «I cambiamenti climatici sono ormai un fatto di dimensioni planetarie a cui non bisogna rassegnarsi, ma con cui ognuno di noi deve fare i conti e prendere le dovute contromisure (ad esempio riduzione degli sprechi e azioni di risparmio idrico). Sul futuro, sugli investimenti che occorrono per dare una risposta più solida al bisogno idrico della vallata e più in generale a tutto il territorio, sarò impegnato in prima linea per quello che è nelle mie possibilità. Bisogna da subito aprire un confronto quantomeno tra i Comuni dell’Unione del Forlivese e tutti i livelli istituzionali, che insieme governano (in quanto proprietari) Romagna Acque. E’ un lavoro che va fatto insieme, più che mai: qui non c’entrano i colori politici e non servono neppure le polemiche. C’è da lavorare, in squadra, per ideare e realizzare un progetto: ne va del destino del nostro territorio e delle future generazioni».

 

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