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Una corsa partita nel 1969… Luigi Mariani racconta la sua vita nell’atletica

Undici giorni per far conoscere ai giovani il mondo dell’atletica, uno sport versatile che mette in gioco i ragazzi lungo una pista fatta di fatica, passione e di crescita personale. È attualmente in corso fino al 22 settembre l’Open week dell’Atletica 85 Bcc, aperta a tutti coloro che volessero capire veramente le tante sfaccettature che è in grado di regalare, a chi lo pratica, questo sport. La realtà dell’Atletica 85 è composta da oltre 200 atleti che vanno dai 4 ai 30 anni. A questi si aggiungono numerosi adulti tesserati nella categoria Master. Una società in crescita che, oltre a importanti risultati sportivi – gli ultimi al recente meeting di Macerata di inizio settembre – ha visto consolidarsi il proprio gruppo. E tra i tecnici chiamati a guidare il gruppo di giovani atleti c’è Luigi Mariani, classe 1954, una vita in pista, prima come atleta e poi come allenatore e insegnante di educazione fisica. Una storia personale in cui la parola “atletica” non è vissuta solo come contorno o semplice passatempo, ma rappresenta la parola chiave nel definire il proprio cammino, anzi, la propria corsa.

“L’atletica è importantissima per la formazione del carattere. Non puoi dare la colpa all’arbitro se non ottieni il risultato”

1971 – Luigi Mariani.(qui con Cavina, uno degli avversari dell’epoca).

Come in molte storie, la svolta si ha quando qualcuno comincia a credere nel protagonista. Tutto cominciò nel 1969 – Luigi Mariani ha 15 anni – con delle gare di atletica disputate fra le parrocchie di Faenza allo stadio Bruno Neri, quando era ancora presente la pista di atletica. «Uno dei tecnici della società, il professor Savorani, mi aveva visto in gara – racconta Mariani – e, dato che gli sembravo in gamba, mi ha chiesto se avevo voglia di mettermi in gioco più seriamente in questo sport». Dalle parole ai fatti. «Al settembre successivo mi presentai al campo e mi cimentai nel salto in lungo. E da lì è nata la mia passione, in maniera molto naturale». Una passione portata avanti per tanti anni non solo con le gambe ma anche con la testa. Cinque anni dopo, nel 1974, è già istruttore e nel 1976 si diploma all’Isef di Bologna. A partire dal 1989 incomincia a insegnare educazione fisica all’Itip Bucci di Faenza, una storia che durerà ininterrottamente fino al primo settembre 2017, data in cui il professor Mariani è andato in pensione dopo essere stato il docente di migliaia di studenti faentini «per 42 anni e 10 mesi» ci tiene a precisare. Ma qual è il fascino dell’atletica? «L’atletica – risponde Luigi Mariani – è una delle poche discipline dove non puoi dare colpa all’arbitro, e questo è molto importante anche per la formazione del carattere. Le motivazioni personali sono fortissime e non puoi “scaricare il barile” su altri».

Luigi Mariani: “L’atletica mi ha aiutato in anni difficili. E’ un ambiente sano”

Luigi Mariani (a sinistra) mentre segue gli allenamenti degli atleti.

Come detto, Luigi Mariani inizia nel salto in lungo ma poi si specializza come mezzofondista, è questa la disciplina in cui dà il meglio di sé. Poi, dopo il diploma Isef, il rientro nell’organico della società. «Sentivo di dover dare qualcosa alla società che mi aveva formato in anni difficili. Parliamo della Faenza degli anni che vanno dal ’68 e arrivano negli anni Settanta, anni in cui si erano avuti anche gli effetti collaterali della “libertà dei costumi”, in particolare per i giovani. L’atletica mi ha salvato e sono rimasto in questo ambiente per dare qualcosa ai più giovani». Tramandare quanto imparato alle nuove generazioni, è questa una delle mission dell’allenatore. In che modo l’atletica ha aiutato Luigi Mariani? «È un ambiente sano, dove i ragazzi, pur praticando una disciplina individuale, trovano forza nel gruppo e possibilità di confrontarsi con tecnici più esperti. Il tecnico non è solo un istruttuore, ma è anche un punto di riferimento».

E sono stati tantissimi gli allievi per cui è stato punto di riferimento: Fatuma Ibrahim Severi 2.09″36 negli 800 e 4’28″35 nei 1500, tre volte Campionessa Italiana di categoria; Luca Montuschi 10″6 nei 100, 21″69″ nei 200 e 48″12 nei 400. Ha seguito anche Lizmelys Rolando Viada 24″54 nei 200 e 54″28 nei 400. Nei primi anni 2000 ha allenato anche molti podisti fra i quali, Simone Galliano, Roberto Pelliconi e Dennis de Paola. Attualmente segue i velocisti di Atletica 85, fra i quali fra i quali Alberto Rontini, Campione Europeo Juniores 2011 a Tallin nella 4×400, con PB 10″70 nei 100, 21″49 nei 200 e 47″52 nei 400, Alberto Tartaglione con un personale di 49’18 nei 400, Manuel Lima, Marco Esopi, Stefania Di Cuonzo, Linda Miserocchi e Luca Valbonesi (assieme al tecnico Dario Pasi) 10″58 nei 100 e 21″37 nei 200. «Il ricordo più bello? Poter essere qui, tutti i giorni, alla Graziola (il campo sportivo, ndr) e contribuire alla formazione dei ragazzi. È la presenza quotidiana al campo che dà più soddisfazione, e vedere che oltre ai risultati riescono anche a fare gruppo tra loro». Non un ricordo particolare dunque, ma la “bellezza della quotidianità”. Perché la parola “atletica”, per un atleta, non è una semplice parola di contorno, ma viene vissuta pienamente ogni giorno.

 

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