Legambiente: “Si è ristretta la pista ciclabile di corso Matteotti, servono altre soluzioni”
Allarme restringimento della pista ciclabile di corso Matteotti a Faenza: la segnalazione arriva da Legambiente che sottolinea come, a seguito degli ultimi lavori, lo spazio riservato ai ciclisti si è ristretto di molto. «In attesa delle cosiddette “bike lane” in via Boaria e in via Volta – spiega Legambiente – programmate da mesi e, crediamo, ancora in fase di ideazione, qualche indizio su come l’amministrazione concepisce il ruolo delle piste ciclabili ci viene fornito dai recenti interventi in corso Matteotti. E non sono affatto rassicuranti: la pista ciclabile, già stretta, si è rimpicciolita e ora si limita a coincidere, ma si tratta di una nostra incompetente supposizione, con quello stretto leggero avvallamento progettato, immaginiamo, per la raccolta e l’incanalamento delle acque piovane. In verità, è il tratto che tutti i ciclisti evitano accuratamente. Che sia, allora, il marciapiedi a diventare pista ciclo pedonale? Da inesperti, non possiamo che augurarci tempestivi chiarimenti dai responsabili della mobilità».
«E, allora, ci azzardiamo a proporre un’ardita congettura – prosegue la nota di Legambiente – il restringimento della pista ciclabile è stato previsto proprio per permettere alle auto di procedere senza dover oltrepassare la doppia continua linea bianca e gialla, soprattutto nei tratti in cui sul lato opposto della ciclabile sono spesso in sosta vietata numerose auto. Finalmente, gli autisti in prolungata fermata abusiva potranno vivere tranquilli, sapendo di non obbligare altri autisti a compiere un illecito, loro malgrado. Insomma, il tanto con il poco».
Eliminare 12 posti auto e divieto di fermata: le soluzioni di Legambiente e Fiab
«Eppure, pensandoci proprio bene, un’alternativa al restringimento della pista ciclabile potrebbe esserci – scrivono gli ambientalisti – E nemmeno tanto complicato e costoso. Legambiente Faenza e Fiab Faenza lo proposero alcuni mesi fa. Si basa su due semplici idee: introdurre il divieto di fermata in corso Matteotti e, soprattutto, far sì che venga rispettato, sempre; eliminare i posti auto, addirittura dodici, mantenendo solo le aree per lo scarico/carico delle merci. Insomma, capovolgere la procedura: cercare di risolvere la causa che genera rischi e disagi per pedoni e ciclisti, invece di adeguarsi alla “causa” del problema peggiorando le condizioni dell’uso dello spazio pubblico. Invece di incentivare chi ne usa meno per muoversi, si favorisce l’utenza che ne abusa, aggravando il problema della conflittualità tra i diversi utilizzatori della strada. Un insulto alla ragione e ai fondamenti della mobilità sostenibile».