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Letteratura negli istituti tecnici: sì o no? Ecco cosa ne pensa una docente dell’Itip Bucci

Studenti e docenti su fronti diversi. Molti tra gli studenti di un istituto tecnico all’interrogativo “letteratura sì o no?” rispondono in tono secco ‘no’. Silvia Bezzi, docente di letteratura e storia dell’Itip Luigi Bucci di Faenza, esprime il suo pensiero su questo dilemma spiegando come le materie umanistiche che insegna siano di fondamentale importanza per la crescita personale del singolo studente.

La parola alla docente di letteratura e storia Silvia Bezzi

Professoressa Bezzi in che cosa si è laureata? E perché ha deciso di conseguire questa laurea?

Mi sono laureata a Milano alla magistrale di Filologia moderna. Ho scelto di conseguire questa laurea perché inizialmente volevo fare la giornalista, nonostante ciò volevo tenere aperta la possibilità di diventare insegnante. Le mie prime esperienze lavorative sono state in campo giornalistico; ho lavorato per qualche rivista. In contemporanea a questo lavoro, davo lezioni di italiano a dei ragazzi stranieri ed è stato proprio questo contatto insegnante-studente che mi ha fatto optare la scelta finale di lasciare il giornalismo e di insegnare.

Da quanto lavora con gli studenti? Da quanto è qui al Bucci e a chi insegna?       

Insegno complessivamente da dieci anni. Mi trovo al Bucci solo da tre anni e in questo breve lasso di tempo ho avuto classi tra seconde, terze, quarte e quinte.

Com’è l’approccio da parte degli studenti con le sue materie?           

Sicuramente dipende dall’interesse del singolo studente. Se dovessi entrare nello specifico ho notato che in quinta c’è più interesse rispetto alle altre classi in cui insegno. Dal mio punto di vista questo accade perché agli studenti di quinta il Novecento affascina di più rispetto agli altri periodi storici affrontati. Probabilmente perché essendo un periodo molto vicino a noi si riesce a capire meglio il pensiero degli autori presi in analisi. Inoltre dovendo sostenere la Maturità, e quindi anche la prova scritta di italiano, i ragazzi sono più sollecitati ad ascoltare e partecipare alla lezione.

Tra gli studenti c’è chi afferma che non ci sia utilità nell’insegnare una materia umanistica come la letteratura in una scuola tecnica. Lei, invece, crede che le sue materie debbano avere importanza e quindi essere studiate al pari delle materie di indirizzo?           

Io credo fermamente di sì, non solo perché le insegno, ma perché fanno parte delle materie che strutturano un pensiero critico, logico, argomentativo e sono importanti per l’analisi e per la conoscenza di se stessi. Proprio per questo nei momenti di dialogo è sempre emozionante, per me, vedere i ragazzi esprimere il proprio pensiero e collegare la propria esperienza a concetti o citazioni di autori appena visti a lezione. Sono proprio gli autori che descrivono l’essere umano ed essendoci in un istituto tecnico poche materie umanistiche, studiare la letteratura, ma anche la storia, sono una delle poche (e uniche) occasioni che gli studenti hanno per guardarsi dentro.

    Sara Cavina, Enea Tansini, Giovanni Colori

One thought on “Letteratura negli istituti tecnici: sì o no? Ecco cosa ne pensa una docente dell’Itip Bucci

  • 21 Dicembre 2023 in 17:15
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    Insegnare letteratura, si o no? Cento volte si. Anch’io ho studiato in un Istituto tecnico e sono arcicontento di aver studiato letteratura. Abbiamo cominciato col dire che lo studio de Latino non serviva, invece servirebbe eccome! Io l’ho studiato fino alla terza media e ne ho capito tardi l’importanza: mi è servito per comprendere megli la nostra lingua, il perchè esistono gli articoli, ad esempio. Certamente, ogni materia serve se l’insegnante è capace di renderla comprensibile e quindi, interessante.

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