IxC interroga il sindaco sulla situazione delle prestazioni sanitarie rimandate causa Covid
La richiesta di un quadro certo sulle prestazioni sanitarie rimandate a Faenza a causa dalla pandemia: a chiederla è la lista civica Insieme per Cambiare. Considerando che nei primi tre mesi dell’epidemia da Coronavirus tutte le strutture sanitarie, siano esse ospedaliere o ambulatoriali, hanno sospeso le attività ordinarie che potevano essere posticipate senza causare gravi rischi ai pazienti al fine di alleggerire il carico di lavoro sugli operatori sanitari e di ridurre il rischio di contagio; nel corso del consiglio comunale previsto giovedì 25 giugno 2020 la lista civica Insieme per Cambiare interrogherà il sindaco e gli assessori competenti «per chiedere a quale totale ammonta, ad oggi, il numero di richieste di prestazioni sanitarie non evase» a cause del blocco imposto dalle misure relative al Coronavirus.
Il punto sulla situazione dell’ospedale di Faenza
Inoltre si chiede al sindaco «se, e in che misura, l’Ausl competente per il presidio ospedaliero di Faenza abbia ripreso la programmazione delle attività sanitarie sin qui sospese; se, e in che modo, l’Amministrazione comunale ha ipotizzato, d’accordo con la dirigenza sanitaria competente, qualche soluzione per recuperare il lavoro sospeso; se, e in che modo, le strutture sanitarie faentine, siano esse dei presidi ospedaliere o ambulatoriali, abbiano tutte adeguato la programmazione dei servizi tenendo conto delle nuove esigenze legate all’emergenza sanitari da Covid-19».
Insieme per Cambiare ringrazia gli operatori sociosanitari
«In ultimo, pensando di raccogliere l’adesione di ogni parte del presente Consiglio Comunale – conclude la nota di Insieme per Cambiare – reputiamo doveroso porgere, a nome della città di Faenza, il più sentito ringraziamento a tutto il personale di ogni struttura sanitaria e sociosanitaria presente nel territorio faentino; al fine di ribadire loro la nostra vicinanza umana di fronte all’esemplare svolgimento delle mansioni di cura e tutela della salute pubblica da loro poste in essere».