Inchiostro simpatico 2017: sabato 23 la presentazione del laboratorio di scrittura

Un viaggio nella scrittura. Sabato 23 settembre 2017 alle ore 18 a Faenza (via S.Ippolito, 8) si terrà la presentazione del laboratorio di scrittura creativa Inchiostro simpatico, ispirato, con modificazioni e adattamenti, alla metodologia Elizabeth Bing. Attraverso un percorso che si snoda fra modi di dire, significati psicologici, esperienze e vissuti, archetipi e immaginario collettivo, si approderà a un codice narrativo personale. Il percoso in breve si trasformerà in “viaggio” vero e proprio. Il viaggio è dunque un’esperienza che va conosciuta e digerita per poi diventare energia al nostro motore. I laboratori, curati dalla poetessa e scrittrice Rosarita Berardi, si svolgeranno a cadenza settimanale da martedì 10 ottobre (ore 21) a Faenza in via Michelangelo 61. Info e iscrizioni: 393 2761634.

Le 12 ragioni per scrivere

Perchè frequentare un laboratorio di scrittura? Ma soprattutto… perchè scrivere?
Scrivere fa bene alla salute, è terapeutico. Migliora l’umore, riduce lo stress, guarisce le ferite emotive. L’atto stesso di impugnare una penna porta benefici sia per la salute mentale sia per quella fisica. È un esercizio di memoria e di fantasia. È un dialogo aperto tra esperienza e intelligenza.

E allora, dodici ragioni per farlo, una per ogni mese dell’anno…

1. Per registrare il mondo così com’è.
2. Per fissare il passato prima di dimenticarlo
3. Perchè ne hai voglia
4. Perchè niente di ciò che scrivi ti soddisfa davvero
5. Per esprimere se stessi
6. Per compiacere se stessi
7. Per farla vedere a quei bastardi
8. Per fare una cosa nuova
9. Per dare un nome a ciò che fino a quel momento era senza nome
10. Perchè quello che avevi da dire, non l’hai mai detto
11. Perchè hai un romanzo nel cassetto al quale stai lavorando da dieci anni e non ne vieni a capo
12. Perchè creare è divino

InchiostroSImpaticoChiunque aspiri a scrivere, per qualsiasi motivo desideri farlo, dovrebbe anzitutto trovare la propria voce. Uno stile, un’identità, un nucleo di caratteristiche che formano la sua cifra di narratore, professionista o dilettante che sia.
Evelyn Waugh era uno “capace di sfottere anche l’acqua minerale”. Milan Kundera non è precisamente lo stesso tipo di scrittore, anzi. E non si può dire che Waugh sia meglio di Kundera, o viceversa: è una questione di gusti, perché si tratta di due autori che hanno voci assai diverse. Bisogna stare attenti, nel frequentare un corso di Scrittura Creativa, a non smarrire la propria identità: dopotutto gli insegnanti dei corsi sono scrittori essi stessi, ognuno col suo stile e le sue idee, ed è molto difficile che questi aspetti non ne influenzino almeno un pochino l’insegnamento. Uno scrittore non può non avere gusti e preferenze. C’è quello che va pazzo per i minimalisti americani come Raymond Carver e quello che li brucerebbe nella piazza centrale. C’è quello che per lui il romanzo è morto, e ormai si possono scrivere racconti e basta – e quello che dice basta con questi raccontini, il futuro della letteratura è nel romanzo-fiume da 800 pagine almeno.
La morale della favola è che in un corso di Scrittura Creativa un insegnante dovrebbe esser capace di trasmettere valori anche opposti a quelli in cui crede, per stimolare adeguatamente il diverso carattere degli allievi.
Tra l’altro: quando si parla di “insegnare a scrivere”, bisognerebbe ricordarsi che la scrittura è uno strumento di uso comune. Non è uno strumento che serve solo agli “scrittori”.

Rosarita Berardi

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