Casola Valsenio: il Gruppo Saint-Gobain Gyproc e la tutela della biodiversità nelle cave
Nuovi progetti di sviluppo, più legame con il territorio e un’attenzione sempre più capillare verso le bio-diversità locali. Il Gruppo Saint-Gobain Gyproc rinnova il suo impegno nel territorio faentino, un’area produttiva che il colosso industriale francese – tra le principali imprese nel mercato dei sistemi a secco e degli intonaci a base gesso – considera sempre più strategica: «Lo stabilimento di Casola Valsenio – spiega il direttore marketing Davide Kohen – ad oggi conta circa 80 dipendenti e rappresenta uno dei principali siti produttivi del gruppo. Nasce nel 1983 concentrando la sua attività, in un primo tempo, sulla produzione di intonaci a base gesso, integrando poi dal 1991, per prima in Italia, la produzione di lastre in gesso rivestito. Lo stabilimento si sviluppa su una superficie di circa 8 ettari di cui 20mila metri quadrati coperti a pochi chilometri dalla splendida Cava di Monte Tondo posta lungo la dorsale del gesso appenninica, da cui estrae la materia prima. Negli ultimi anni, un ricco piano di investimenti ha interessato lo stabilimento: una linea di produzione espansi è stata inaugurata nel 2014, mentre nella seconda metà del 2016 è stata riaperta la linea intonaci, che era stata chiusa nel 2012 per far fronte alla sfavorevole congiuntura economica». Il Gruppo Saint-Gobain, che quest’anno ha soffiato ben 352 candeline, è presente in 67 Paesi nel mondo, con 39,1 Md di euro di fatturato nel 2016 e oltre 170mila dipendenti. In Italia, il fatturato è di 685 Mio € con circa 2.300 dipendenti.
Un progetto con l’università di Bologna per la tutela delle biodiversità locali
Un impegno sul territorio, come detto, sempre più intenso, con un occhio particolare alle bio-diversità locali: «Noi vogliamo operare come ‘membro responsabile’ nella comunità – prosegue il direttore marketing – valorizzando il territorio e assicurandoci che l’estrazione sia condotta minimizzando gli impatti ambientali. Le cave di gesso, oggi tutte certificate ISO 14001, coesistono con le biodiversità locali, attraverso specifici progetti di monitoraggio e mitigazione. La concezione che gli ambienti di cava siano sterili, senza la presenza di specie animali o vegetali, è ormai superata, in quanto concorrono all’aumento della biodiversità, costituendo rifugi naturali e habitat diversificati in paesaggi inizialmente omogenei. Monte Tondo, in particolare, ospita il lupo nei suoi boschi e colonie di chirotteri nelle gallerie di cava».
«A fronte dei lavori di sistemazione e messa in sicurezza della Grotta del Re Tiberio, infatti, è stato affidato al chirottologo Scaravelli l’incaricato di predisporre uno studio sulla valutazione di incidenza relativa alla presenza di chirotteri, che ha evidenziato alla fine come i lavori di cava non influiscono sulle attività biologiche di tutte le specie di pipistrelli presenti. Per quanto riguarda la vegetazione, dal 2011, in collaborazione con il Dipartimento di Colture Arboree dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, è attivo un progetto di piantumazione di alcune specie arboree nelle aree interessate da attività estrattiva. Nel contempo, il metodo di estrazione con impiego di esplosivo, con il quale viene tradizionalmente abbattuto un giacimento di minerali industriali, viene progressivamente sostituito da processi minerari e tecnologie innovative meno impattanti per l’ambiente».
L’interesse crescente e l’investimento continuo per la cava l’hanno resa con il tempo un luogo fruibile per varie iniziative (anche sportive, ad esempio percorsi di trekking), manifestazioni ed eventi culturali locali (ad esempio, letture in cava) , talvolta con risonanza nazionale, come nel caso del Rally di Romagna, la quarta più importante corse a tappe europea per Mtb che Saint-Gobain Gyproc sponsorizza ormai da diversi anni: «Essere sponsor del Rally di Romagna da così tanti anni – nel 2018 sarà la 9° edizione della manifestazione e l’8° che vede la nostra presenza – non significa semplicemente inserire il brand Saint-Gobain Gyproc in una competizione ciclista. E’ molto di più: significa – spiega il numero uno del marketing – relazione con il territorio, interazione con gli enti privati e le imprese della Romagna, rafforzare un legame con una terra dove abbiamo uno stabilimento produttivo e due cave dalle quali estraiamo il gesso necessario per produrre le nostre lastre in cartongesso». Insomma, piena sintonia con il territorio, perché – come spiega Kohen – «il dialogo e il confronto con la comunità locale è per noi strategico ed è uno degli assi della Responsabilità Sociale ed ambientale del Gruppo. Nell’area che ospita il nostro stabilimento di Casola Valsenio ci siamo sempre impegnati per andare oltre le richieste dei vari enti e in più occasioni abbiamo condiviso con Amministrazioni, Enti e Associazioni progetti di fruizione ed integrazione con il tessuto sociale locale. A tal proposito, se proprio dovessi chiedere qualcosa al territorio faentino dire di continuare con il progetto, già iniziato e in fase di sviluppo, di miglioramento della viabilità della zona, che rappresenta per noi un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività quotidiane».
Gruppo Saint-Gobain Gyproc, parola d’ordine: eco-sostenibilità
Al di là dei fatturati, il gruppo è da sempre impegnato nel settore della eco-sostenibilità: «Per Saint-Gobain la sostenibilità è da sempre un asset importante – spiega Kohen – e costante è l’impegno nello sviluppo e nella realizzazione di soluzioni e prodotti innovativi e ad elevate prestazioni in termini di risparmio energetico, salute, sicurezza e comfort. L’impatto ambientale dei nostri prodotti viene monitorato sia durante la fase di produzione sia durante l’intero ciclo di vita. Innanzitutto, la materia prima, il gesso, è una risorsa naturale estratta in maniera sostenibile dalle cave e riciclabile al 100%, quindi il ciclo non si ferma mai. Il processo di lavorazione avviene a basse temperature, con bassi livelli di emissioni e consumi d’acqua contenuti; vengono utilizzate inoltre quantità crescenti di materiale riciclato, a parità di performance. I nostri impianti di produzione sono situati il più vicino possibile ai principali siti di costruzione, così da ridurre al minimo il trasporto».