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Scomparso Gabriel Cacho Millet, era il massimo esperto sul poeta Dino Campana

Se ne è andato lo studioso argentino Gabriel Cacho Millet, il massimo esperto mondiale della poesia di Dino Campana, l’autore marradese dei Canti Orfici, uno dei capolavori poetici del Novecento italiano rivalutato negli ultimi decenni proprio grazie al lavoro svolto da Gabriel Cacho Millet. Da tempo in non buone condizione di salute, lo studioso è morto poco prima di Natale 2016, nella sua casa a Roma. Il suo addio ci lascia una grande eredità: un immenso patrimonio di studi che non andranno certamente dimenticati e che saranno utili per continuare a dialogare con la lingua poetica di Dino Campana.

Una vita dedicata alla poesia e a Dino Campana

Gabriel Cacho Millet ha dedicato la sua vita alla poesia e si è innamorato in particolare di quella italiana. Amico di Borges, tra le tante sue attività si è dedicato a quella che può essere considerata una vera e propria impresa: far luce su una delle «più misteriose biografie poetiche del Novecento», quella del marradese Dino Campana (1885-1932).

I viaggi del poeta – o presunti tali, come li definì Giuseppe Ungaretti – la sua follia (Dino Campana venne ricoverato più volte in manicomio), il suo rapporto tormentato con Sibilla Aleramo: tante indagini su cui Cacho Millet ha cercato di far luce ritrovando lettere, testimonianze, analizzando le liriche senza mai perdersi d’animo se una pista da lui seguita all’inizio non fosse quella giusta. Il suo lavoro ha permesso di rivalutare la poesia di Dino Campana, non banalizzandola più come semplice frutto di una mente malata, ma dandole dignità artistica di cui ancora oggi la città di Faenza – una delle più amate del poeta – è riconoscente.

Gabriel Cacho Millet: la vita

Nato a San Rafael, in Argentina, nel 1939, nel 2006 diventa cittadino spagnolo. Giornalista e autore di opere teatrali, Gabriel Cacho Millet è stato anche studioso di letteratura contemporanea, in particolare di Dino Campana, Luigi Pirandello, Jorge Luis Borges, Rafael Alberti, Primo Conti ed Emanuel Carnevali, autori di cui ha portato alla luce lettere e documenti inediti. È morto a Roma nel dicembre 2016. Con Primo Conti ha scritto La gola del merlo. Memorie provocate (Premio Viareggio Straordinario del presidente della Giuria 1984).

Sul poeta Dino Campana, di cui è considerato il più appassionato e competente conoscitore, ha scritto numerosi saggi e contributi, tra cui si ricordano Le mie lettere sono fatte per essere bruciate (1978), Dino Campana fuorilegge (1985), Souvenir d’un pendu (1985), Dolce illusorio sud (1997), Sperso per il mondo (2000) e molti altri. Ha curato la prefazione al libro “Dino Campana: Ritrovamenti biografici e appunti testuali,” di Stefano Drei pubblicato da Carta Bianca nel 2014, da lui stesso presentato a Faenza.

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