Filippo Testa alla Rekico: la guardia avrà il numero ‘0’: “Voglio ripartire da qui”
La Rekico Faenza ha trovato la sua guardia tiratrice. Filippo Testa è un nuovo giocatore dei Raggisolaris, società che ha puntato sulle sue grandi qualità di tiratore e di difensore e sull’esperienza maturata in giro per l’Italia in A2 e in B nonostante la giovane età. La carta di identità di Testa potrebbe infatti trarre in inganno, perché a soli 23 anni ha davvero vissuto tante esperienze, togliendosi anche la soddisfazione di giocare in serie A1 e in Eurocup.
Ex capitano della nazionale Under 16, ha giocato anche in serie A1
Nato a Tradate il 7 luglio 1997, Testa inizia a giocare a pallacanestro a soli cinque anni nel Basket Venegono, finendo subito nel mirino della Pallacanestro Varese, che punta su di lui. Nel club lombardo milita dal 2013 al 2016 giocando nel settore giovanile e diventando un punto fermo anche della prima squadra dove si allena con regolarità in tutte le stagioni. Il suo impegno lo porta ad essere convocato in trenta occasioni e a giocare cinque partite nella massima serie e una di Eurocup, sfiorando anche la vittoria della coppa nella stagione 2015/16 quando Varese perde 62-66 la finale contro Francoforte. Testa diventa uno dei migliori giovani talenti della pallacanestro italiana grazie anche al fisico (è una guardia di 1.93 m e molto muscolare) e infatti nel 2013 è il capitano dell’Under 16 che agli Europei di Kiev arriva quarta. La sua prima esperienza in un campionato seniores è in C Gold al 7 Laghi Gazzada dove milita due stagioni dal 2014 al 2016 in doppio tesseramento con Varese, dove continua ad allenarsi con l’A1 poi nel 2016/17 si trasferisce in B ad Oleggio. Nel terzo campionato nazionale si mette subito in mostra, tanto da essere chiamato dalla Pallacanestro Trapani in serie A2 (stagione 2017/18) dove gioca anche i play off e la Coppa Italia. Nel 2018/19 sposa il progetto della Poderosa Montegranaro sempre in A2 e anche in questo caso oltre al campionato disputa i play off e la Coppa Italia. Nella scorsa annata sportiva ritorna ad Oleggio in B, chiudendola con 13.6 punti di media.
Testa: “Voglio ricominciare da 0, per questo ho scelto questo numero di maglia”
«Era da un paio di estati che i Raggisolaris mi cercavano – spiega Testa – e finalmente quest’anno ci sono state le condizioni per venire a Faenza. La società è molto ambiziosa e ha grande voglia di fare bene: me lo hanno dimostrato sin dal primo incontro coach Serra e il general manager Baccarini, facendomi capire di aver fatto la scelta giusta nell’accettare questa offerta. Ho tanta voglia di vincere e credo sarà una stagione molto importante per me. Ho infatti deciso di indossare il numero 0, perché voglio ricominciare da zero. Quando si chiude un’annata bisogna sempre iniziarne una nuova con i giusti stimoli e senza pensare alle stagioni precedenti che comunque sono state importanti per la mia crescita e non le dimentico. Le motivazioni non mi mancano e i Raggisolaris sono l’onda giusta da cavalcare per togliermi soddisfazioni e per regalare gioie ai tifosi».
Vista la tua lunga esperienza in giro per l’Italia, conosci già qualche tuo nuovo compagno?
Non personalmente, ma molti di loro li ho trovati in campo da avversari. Con Ballabio ci siamo affrontati a livello giovanile e in amichevole quando io ero a Varese e lui a Cantù, con Rubbini in A2 quando lui era a Ravenna e io a Montegranaro e lo scorso anno ho giocato contro Petrucci nella prima parte dello scorso campionato: io giocavo ad Oleggio e lui era a Lucca. Insieme ad Anumba invece ho partecipato al training camp della Scandone Avellino la scorsa estate. Di nome ovviamente li conosco tutti visto che sono giocatori che da anni giocano in B. Non vedo l’ora di vederli in campo e di allenarmi con loro”.
Statistiche alla mano sei un tiratore, ma anche in difesa ti fai valere.
Ammetto che mi piace penetrare a canestro e tirare, ma preferisco difendere e sfidare il mio avversario. Questa mentalità difensiva l’ho creata ai tempi dell’A2, perché marcavo sempre gli stranieri e quindi volevo farmi valere e non sfigurare. In quelle occasioni c’era quasi una sfida personale da vincere ed infatti erano delle vere e proprie battaglie difensive che mi hanno fatto crescere molto dal lato caratteriale e tecnico.