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Riscoprire Faenza attraverso le lapidi storiche: ora è possibile

A spasso per Faenza conoscendo la città attraverso la storia che riportano le antiche lapidi delle vie e dei palazzi. Ha preso il via ufficialmente ad ottobre 2017 la parte del progetto “Faenza in mano” che riguarda il consistente patrimonio di memoria storica che sono le lapidi della città manfreda. Ora queste tracce storiche possono raccontarsi ai faentini, agli studenti, ai turisti grazie alla tecnologia a portata di clic. Attraverso un semplice Qr code è possibile avere una descrizione completa di testi, foto e audio delle circa 250 lapidi faentine del centro storico racchiuso fra le antiche mura manfrediane, comprese quelle del Borgo Durbecco, di Granarolo e del forense. Le lapidi sono poi collegate ad altri punti di interesse della città, creando percorsi possibili come quello di valorizzazione di grandi personalità faentine. Il progetto è stato realizzato dal Comune di Faenza, con il coordinamento della Pinacoteca Comunale, con il sostegno della Cooperativa dei Manfredi e La Bcc ravennate, forlivese e imolese.

Attraverso un Qr code 250 lapidi storiche di Faenza si raccontano

La presentazione del progetto lunedì 2 ottobre 2017.

Un anno e mezzo di lavoro, fotografie e approfondimenti storici racchiusi in un semplice ‘clic’ da parte del turista mentre gira per le vie della città. Scansionando infatti con il proprio smartphone o tablet il codice a barre bidimensionale di forma quadrata messo accanto a ciascuna lapide, viene dato il rimando a pagine internet o a schede di un’applicazione scaricabile gratuitamente; il sistema informativo realizzato è duplice, poiché con la lettura del Qr code si possono consultare le pagine internet collegate mentre, se si scarica l’app per smartphone e tablet (Apple e Android) disponibile su iTunes e Google play, le informazioni possono essere memorizzate nel proprio dispositivo e possono essere consultate, senza collegamento internet, tramite la lettura del Qr code o del codice numerico inserito nelle targhe di fianco al Qr code. «Dopo il progetto delle ‘Targhe parlanti’ degli edifici del centro storico, realizzato con il supporto del Rotary Club Faenza – spiega il direttore della Pinacoteca comunale Claudio Casadio -, è un secondo ‘step’ che si conclude, in attesa che partano gli altri progetti con percorsi per scoprire la città romana, del neoclassico, la vita degli artisti e mille altri aspetti di storia e arte faentina».È una grande soddisfazione per il mondo rionale essere coinvolto in questa iniziativa – afferma Giordano Gonnesi della Cooperativa dei Manfredi – il mondo rionale sta cambiando aprendosi sempre più alla cittadinanza con eventi e iniziative che vanno oltre il Palio del Niballo».

“Un efficace strumento per raccontare le tante microstorie di Faenza”

Un’app a misura di turista: all’interno è possibile trovare anche più di 150 indicazioni di luoghi dove mangiare e dormire, accompagnando i visitatori a 360 gradi lungo il tour per la città. «Questo progetto da due grandi funzioni – spiega il vice sindaco Massimo Isola – rendere più cosapevole la comunità del proprio patrimonio storico e proiettare questa conoscenza verso l’esterno, aiutando a stimolare la curiosità dei visitatori. I turisti vogliano andare dietro le quinte dei grandi monumenti mainstream della città, e le lapidi sono uno strumento efficace per intercettare tracce apparentemente minori, stimolando le tante microstorie di Faenza».

Anche le scuole faentine coinvolte

Il progetto può essere continuamente aggiornato, con possibilità di realizzare un ampliamento costante. La proposta di collaborazione è rivolta alle scuole di Faenza, che nell’ambito di diversi programmi scolastici, possono svolgere ricerche e attività utilizzabili attraverso lo sviluppo dell’app. Gli studenti del linguistico, per esempio, «Un progetto che ha valore educativo – spiega l’assessore Simona Sangiorgi – i ragazzi del territorio sono stimolati a dare una mano. Contribuiscono a raccontare questa tradizione, per conoscenza di questi luoghi e persone. È un approccio molto innovativo e si inserisce nel filone di alternanza scuola-lavoro».

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