Lugo, Brisighella e Faenza celebrano “Rambelli monumentale”
Un trittico di mostre allestite in Romagna per conoscere meglio le opere, l’uomo e l’artista faentino Domenico Rambelli (1886-1972), lungo un itinerario che comincia dalle straordinarie invenzioni esibite dallo scultore prima a Brisighella (1927) e poi Lugo (1936), e che porta fino a Faenza con il più tardo “omaggio” reso allo scrittore Alfredo Oriani. Considerato come uno dei massimi scultori del Novecento italiano, Domenico Rambelli viene così ricordato in diverse tappe della Romagna tra mostre, presentazione di nuove monografie e carteggi con i più importanti intellettuali della sua epoca.
A Brisighella si celebra il Monumento ai caduti
Si parte a Brisighella con il primo appuntamento venerdì 17 marzo alle 18 con l’inaugurazione della mostra “Un’iconografia unica. Il fante che dorme” al museo “Giuseppe Ugonia”, in piazzetta Porta Gabolo 1. Per l’occasione interverranno il sindaco Davide Missiroli, l’assessore alla Cultura Alessandro Ricci e il direttore artistico del museo “Ugonia” Franco Bertoni. Dopo la complessa vicenda che gli permise di collocare a Viareggio il grandioso Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale, a Domenico Rambelli venne affidato anche l’incarico di un monumento celebrativo dello stesso evento bellico a Brisighella. Se l’idea di celebrare localmente i caduti della Grande guerra si può far risalire al 1923, è solo nel 1926 che allo scultore viene affidato l’incarico formale per un monumento che verrà inaugurato il 16 ottobre 1927.
L’opera è costituita da una sola figura che rappresenta un comune fante sorpreso in un momento di riposo, nel sonno. Attorniato da una corona circolare di cipressi nel Parco della Rimembranza curato dall’amico Giuseppe Ugonia, il soldato è quasi totalmente avvolto nel pastrano e stringe a sé il fucile. Altri pochi dettagli (gli scarponi chiodati, lo zaino e l’elmetto avvolto nel cappuccio), tra forzature di derivazione espressionistica e sintetiche riduzioni, bastano allo scultore per definire un tempo e per mettere a punto un originale tema iconografico che sfugge a ogni retorica. Solo nel ricovero del sonno è concesso il ritorno agli affetti e al paese natale a un fante ridotto a pesante massa, quasi fosse un macigno arrotondato dalla costante violenza degli agenti atmosferici. Il calco in gesso dell’opera fu esposto al centro della sala personale alla terza Quadriennale d’arte nazionale del 1931 e una copia in bronzo è conservata nella Galleria nazionale d’arte moderna a Roma.
In mostra documenti provenienti dall’Archivio storico del Comune di Brisighella, disegni preparatori in gran parte conservati alla Biblioteca comunale di Faenza, il bozzetto e un superstite, se pur parziale, calco in gesso ora alla Pinacoteca comunale di Faenza e fotografie contemporanee finalizzate a una lettura dei caratteri salienti dell’opera. La mostra sarà visitabile fino al 23 aprile, in marzo nei prefestivi dalle 15 alle 17 e nei festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17; in aprile nei prefestivi e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.
A Lugo sabato 18 la presentazione della monografia su Domenico Rambelli
Gli appuntamenti proseguono sabato 18 marzo. Al mattino a Lugo, nel Salone Estense della Rocca (piazza Martiri), alle 10.30 ci sarà la presentazione della monografia “Romagna monumentale. Domenico Rambelli, un maestro dell’espressionismo italiano (Longo editore), a cura di Elisa Baldini, Claudio Casadio e Daniele Serafini, con prefazione di Antonio Paolucci Per l’occasione interverranno, oltre ai curatori, il sindaco di Lugo Davide Ranalli, l’assessora alla Cultura Anna Giulia Gallegati, il consigliere regionale Mirco Bagnari e lo storico e critico d’arte Rachele Ferrario.
Sui tre complessi monumentali la pubblicazione riunisce ampia documentazione, arricchita con le immagini del fotografo Luca Nostri, che evidenziano le valenze plastiche nelle diverse cornici ambientali delle opere. Si parte dallo straordinario corpus di opere rambelliane (disegni, studi, bozzetti) conservato presso la Biblioteca Manfrediana di Faenza e presentato per la prima volta in pubblico dopo un’esauriente attività catalografica; figurano, inoltre, materiali del tutto inediti provenienti da collezioni private. Segnalabile è anche la presenza del carteggio rambelliano proveniente dalla Biblioteca Manfrediana e dall’archivio comunale di Lugo, di cui è stato possibile prendere visione dopo il recente riordino. Margherita Sarfatti, Ugo Ojetti, Francesco Balilla Pratella, Filippo Tommaso Marinetti ed altri noti personaggi figurano tra gli interlocutori dello scultore durante la sua lunga stagione creativa.
Seguirà poi l’inaugurazione del percorso espositivo “Ad Maiora. Lo scultore e l’eroe”, dislocato in quattro sedi tematiche: alle Pescherie della Rocca in piazza Garibaldi (i disegni), nella Fondazione CML in piazza Baracca 24 (le fotografie dal cantiere del 1936 agli studi contemporanei di Luca Nostri), alla biblioteca “Fabrizio Trisi” in piazza Trisi 19 (i documenti) e al museo “Francesco Baracca”, in via Baracca 65 (il volto). Il percorso espositivo sarà visitabile fino al 23 aprile il giovedì e il venerdì dalle 15 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
La terza mostra a Faenza alla Galleria Molinella
Nel pomeriggio della stessa giornata ci si sposterà infine a Faenza, nel voltone della Molinella, dove alle 18 ci sarà l’inaugurazione della terza e ultima mostra del trittico, intitolata “Un lungo cammino. Il monumento ad Alfredo Oriani”. Interverranno per l’occasione il sindaco Giovanni Malpezzi, il vice sindaco con delega alla Cultura Massimo Isola, il direttore della pinacoteca comunale Claudio Casadio e la direttrice della biblioteca Manfrediana Daniela Simonini. La mostra sarà aperta anch’essa fino al 23 aprile e sarà visitabile il martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 e il mercoledì e venerdì dalle 16 alle 19.
Le iniziative sono organizzate dagli Assessorati alla Cultura dei Comuni di Brisighella, Faenza e Lugo, con il sostegno dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna; rientrano nelle commemorazioni del centenario della Prima guerra mondiale 2015-2018.