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Confesercenti Faenza: centro storico, turismo e Pair 2020 i temi fondamentali del 2018

A inizio 2018, tratteggiando alcune considerazioni sugli ultimi difficilissimi anni, Confesercenti Faenza tramite la voce del suo presidente Valter Dal Borgo mette sul piatto molti auspici a partire dal metodo di lavoro da consolidare da parte delle amministrazioni pubbliche nei confronti delle associazioni imprenditoriali. «L’ultimo decennio ha cambiato la morfologia del tessuto imprenditoriale, oggi più debole, ha modificato le abitudini di acquisto e spostato i flussi verso le grandi strutture che hanno proliferato. Se guardiamo indietro, le liberalizzazioni non hanno fatto altro che aggravare la instabilità del sistema commerciale, favorendo aperture scriteriate (non solo nella grande distribuzione ma anche fra i “piccoli”) a danno delle imprese esistenti, aumentando esponenzialmente il turnover delle imprese con grande dissipamento delle risorse economico finanziarie investite da chi ha tentato di sbarcare il lunario nel commercio e nel turismo per poi dover arrendersi al mercato».

“Fondamentale una riflessione sugli strumenti urbanistici”

L’associazione rileva quindi l’evidente inutilità delle liberalizzazioni, che non garantiscono nè la tutela o il vantaggio del consumatore, nè quelle del tessuto economico. L’auspicio di Confesercenti Faenza è che le amministrazioni comunali si pongano in un atteggiamento di vero ascolto delle componenti imprenditoriali, che utilizzino il loro sapere e la loro esperienza nei diversi settori per trarne il miglior consiglio. «Le associazioni di categoria sono in grado di indirizzare gli amministratori nelle più lungimiranti scelte a favore del territorio. Sicuramente noi agiamo per interesse di parte e di categoria, è il nostro mestiere e la nostra mission, ma l’interesse che difendiamo coincide con l’interesse del territorio, in linea con l’esigenza di preservare la vivibilità e la funzione sociale dei centri e dei paesi, di cui il commercio è componente fondamentale. Pertanto auspichiamo di avere un canale privilegiato di ascolto, di essere “usati” come buoni consiglieri dalle amministrazioni, pur in un rapporto nel quale come associazione siamo assolutamente autonomi» prosegue Dal Borgo.

“Ci rendiamo conto che è L’Unione Europea in primis a voler garantire il principio della libertà di impresa e che quindi il processo non si invertirà, ma occorre anche utilizzare al meglio gli strumenti urbanistici vigenti per assicurare quanto la Regione Emilia-Romagna sta vantando con grande clamore: il consumo del suolo a saldo zero, principio cardine della Legge Urbanistica Regionale che condividiamo e che deve ricadere in primo luogo nell’ambito del commercio e della media e grande distribuzione commerciale, da congelare. Gli strumenti urbanistici possono e devono essere utilizzati per garantire uno sviluppo equilibrato del territorio anche nel settore del commercio».

Obiettivo: rendere il centro storico di Faenza attrattivo

Sul prossimo futuro si esprime anche il direttore Chiara Venturi: «Nel lungo periodo siamo fortemente preoccupati per ciò che comporterà non solo il Pair 2020 (aumento isola pedonale ed estensione della Ztl per Faenza) ma anche il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. Le amministrazioni devono ricercare non solo la sostenibilità ambientale, necessaria, ma anche la sostenibilità del tessuto imprenditoriale perchè questo garantisce vivacità, presidio, sicurezza, vivibilità e servizi al centro storico. Un centro inaccessibile si svuoterà inevitabilmente diventando indecoroso, insicuro, respingente. Ciò non si concilia con i grandi sforzi anche economici fatti per l’attrattività del centro, non ultimo l’intervento sul prezioso Palazzo del Podestà che mira ad essere vetrina turistica del territorio. Le politiche di accessibilità al centro devono essere coerenti con la sua vocazione attrattiva. Ci aspettiamo un vero confronto costruttivo e aperto, non di circostanza, su questi temi che implicano seriamente il futuro della città. Tutte le componenti socio economiche devono e possono esprimersi, ma in maniera realistica e non utopistica. Solo per fare un esempio, ci paiono davvero improponibili certe proposte come quella di rendere pedonale la Piazza Martiri della Libertà».

Confesercenti Faenza: “Ripartire dai numeri del turismo”

Confesercenti conclude con una nota di fiducia e propositività rispetto all’anno appena iniziato: le buone performance turistiche registrate dalla Destinazione Turistica Romagna e anche dai nostri territori nel 2017 indicano chiaramente un segmento di lavoro su cui concentrare energie e risorse. «I nostri territori non hanno mai preso troppo sul serio le proprie potenzialità turistiche, come se si considerassero non all’altezza. Invece la domanda ci dice che la qualità della vita nei Comuni dell’Unione della Romagna faentina è fortemente ricercata in virtù delle bellezze paesaggistiche e delle opportunità di svago/sport nella natura, della offerta enogastronomica eccellente, dei tesori artistici e culturali. Wellness, Food, Arte e Cultura, questi sono segmenti su cui lavorare per consolidare la performance turistica e tramite il turismo agganciare la ripresa. Siamo come sempre disponibili a dare il nostro contributo e a lavorare insieme a IF e alle amministrazioni pubbliche per ragionare sullo sviluppo del territorio».

L’associazione infine attende di poter partecipare attivamente alla realizzazione del Piano di Valorizzazione del Centro Storico 2018/2019, presentato dal Comune di Faenza in Regione per il cofinanziamento. Il progetto infatti contiene, fra gli altri, un tema e un ambito di lavoro molto caro a Confesercenti: quello dei negozi sfitti. «Ci siamo, a tutti i livelli, dal locale al nazionale dove il lavoro della nostra presidente nazionale Patrizia De Luise, che dal Primo Gennaio è portavoce di turno di Rete Imprese Italia ( che unisce 5 Organizzazioni di Rappresentanza del commercio e dell’artigianati ), auspichiamo contribuisca ad avvicinare la politica ai temi del mondo imprenditoriale».

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