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Confcommercio e Confesercenti contro la concorrenza sleale estiva

Confesercenti e Confcommercio tornano nuovamente sul tema della somministrazione temporanea di alimenti e bevande, a pochi giorni dall’inizio del mese del Palio e appena conclusasi la 100km del Passatore che ha visto protagonista l’offerta culinaria (e non solo) del mondo rionale in pole position a discapito delle attività economico-imprenditoriali del settore dei pubblici esercizi presenti sempre più numerose nella Piazza del Popolo e nei suoi pressi.

“Concorrenza sleale verso chi paga le tasse”

In un comunicato stampa di settembre del 2017 le associazioni del commercio Confesercenti e Confcommercio dichiaravano «l’occupazione suolo pubblico viene concessa a soggetti che sicuramente organizzano manifestazioni di successo ma che poi ospitano attività di somministrazione temporane di alimenti e bevende… come se la città non avesse una già ricca offerta di bar e ristoranti che tutto l’anno pagano occupazione suolo pubblico, tasse, dipendenti, tassa dei rifiuti ecc». Ben prima, già dal 2010, le rappresentanze imprenditoriali hanno battuto i pugni su diversi tavoli per mettere all’attenzione dell’Amministrazione comunale il tema della concorrenza sleale nel settore della somministrazione, evidenziando come feste, sagre, circoli, feste di partito, rioni, agriturismi border line (che godono di trattamenti ben diversi in termini di tassazione, normative e burocrazia ) mettessero in seria crisi un intero comparto di aziende vessato da tasse e adempimenti.

Le dichiarazioni di Venturi (Confesercenti) e Carugati (Confcommercio)

I direttori delle due associazioni, Venturi per Confesercenti e Carugati per Confcommercio ribadiscono di sentirsi «inascoltati da molti anni su questi temi, anzi ascoltati ma completamente ignorati dato che le concessioni di favore a questo o quel rione ogni anno si ampliano». «Se decidiamo che ognuno può fare quello che vuole sull’area pubblica, allora vogliamo che possano farlo anche i nosti associati titolari di bar, pizzerie, ristoranti, gastronomie… vogliamo che possano espandere le occupazioni esterne a piacimento senza pagare il suolo pubblico, che non siano controllati dal punto di vista igienico sanitario, che non paghino la Tari, che possano lavorare con l’ausilio di volontari ecc ecc. »

«Sappiamo bene che ormai da diversi anni le Amministrazioni locali non hanno più risorse per sostenere il volontariato, le attività culturali e sociali…ma ci chiediamo per quale motivo si deve concedere a questi soggetti la facoltà di far cassa con l’attività di ristorazione in aperta concorrenza con le imprese che si sostengono con i loro incassi ( e non con contributi pubblici ) pagando i dipendenti, le tasse, il suolo pubblico ed essendo in regola con gli obblighi della sicurezza, dell’igiene degli alimenti ecc. )».

Le associazioni rimarcano anche che tutte le nuove disposizioni attinenti le norme di safety e security, alle quali i pubblici esercizi si sono attenuti strettamente già dallo scorso anno in occasione della Bigorda e del Palio per quanto riguarda la somministrazione di alcool e la vendita di bottiglie in vetro, debbano essere applicate anche a tutte le manifestazioni di grande richiamo, come ce ne sono state nel mese di maggio, perché altrimenti tali disposizioni vanno sempre e solo a danneggiare chi lavora ogni giorno per evitare di ridurre il personale o chiudere l’azienda.

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