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La proposta della Lega: i servizi tornino ai Comuni, l’Unione si occupi di bandi e turismo

«Siamo sempre stati titubanti sull’Unione (della Romagna faentina, ndr) e soprattutto l’ultimo procedimento fatto, cioè il conferimento totale di tutti i servizi e le competenze dei comuni all’Unione, ci ha visto completamente contrari. Non possiamo che essere favorevoli a una revisione dell’ente, a patto che venga fatta in maniera condivisa e democratica, senza forzature politiche da parte della maggioranza», con queste parole esordiscono i consiglieri comunali della Lega Jacopo Berti e Gabriele Padovani in un loro comunicato diffuso il 30 maggio 2018.

«Al momento attuale, la composizione dell’Unione è sbagliata e antidemocratica. Ad oggi i consigli comunali di ogni singola città sono completamente inutili ed esautorati. Esistono elezioni comunali e chi vince deve avere la possibilità di governare realmente, non di essere una pedina in mano all’Unione. Ben venga la revisione». Proseguono i due leghisti: «Vogliamo che ci sia un vero confronto democratico, per elaborare il miglior regolamento possibile. E’ necessario che partecipino tutti i consiglieri comunali di tutte le sei città dell’Unione, per dare voce e poter anche ai più piccoli».

Berti e Padovani: “Ben venga la revisione dell’Unione della Romagna faentina, a patto ci sia confronto”

“Noi abbiamo già una nostra proposta di Unione; i servizi devono tornare ai Comuni, mentre l’Unione dovrà occuparsi tramite la stazione appaltante, di arrivare ai fondi dei bandi europei, e soprattutto deve svolgere il compito di rete per il turismo, per promuovere l’intero territorio». Concludono Berti e Padovani: «Nonostante il nostro buon auspicio, abbiamo ugualmente il forte timore che questa sia una mossa del Partito Democratico per metterci in difficoltà. Il Pd sa benissimo che nel 2019 ci saranno quattro elezioni comunali sul territorio dell’Unione, e sa benissimo che il rischio di perdere alcuni dei comuni, se non tutti, è elevatissimo. Non vorremmo che la loro riforma, non fosse altro che un gioco per smembrare l’Unione e quindi mettere in difficoltà chi subentrerà al loro posto. Noi comunque rimaniamo vigili e soprattutto aperti al confronto democratico, per cercare di modificare un ente che ad oggi è mastodontico e soprattutto antidemocratico».

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