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Caviro Extra: inaugurato a Faenza il 1° impianto agroindustriale di biometano in Italia

Faenza più green: Caviro Extra ha inaugurato giovedì 6 giugno il primo impianto agroindustriale di Biometano in Italia. Economia circolare all’avanguardia che rifornirà di energia rinnovabile 18mila autovetture in un anno. In tutto, ammonta a 9 milioni di euro l’investimento complessivo che ha portato Caviro Extra, società del Gruppo Caviro, a diventare così il primo produttore di biometano avanzato da impianto agroindustriale in Italia. Un primato certificato dal Consorzio Italiano Biogas e che rappresenta un nuovo tassello che compone il percorso di economia circolare di Caviro. «Con questo progetto la nostra realtà cooperativa continua sulla strada dell’innovazione e dell’apertura al cambiamento – sottolinea Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro -. Caviro Extra è una società ad alta densità di investimenti che negli anni hanno contribuito a farne un esempio di modernità e sostenibilità sia in Italia che all’estero. Il rispetto per l’ambiente è un tema a noi molto caro sul quale intendiamo impegnarci sempre di più, collaborando e seguendo le indicazioni delle istituzioni e sposando appieno gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile del nostro pianeta».

Un processo che dà nuova vita, in energia, a materiali di scarto

Il presidente Dalmonte.

Il nuovo impianto, già messo in funzione, nasce dalla riconversione del già esistente impianto di biogas di Caviro Extra. Ha una capacità produttiva di 12 milioni di Nm3 di biometano avanzato che verranno immessi nella rete nazionale Snam e destinati al rifornimento di circa 18mila autovetture in un anno. «Il biometano in uscita dal nostro impianto è classificato come avanzato, in quanto realizzato dai sottoprodotti della filiera agroalimentare e quindi senza sottrarre terreno all’agricoltura per la produzione di colture adatte a diventare biogas – sottolinea Fabio Baldazzi, direttore generale Caviro Extra -. Ciò che entra nei nostri digestori sono i reflui delle attività di distillazione e della filiera agroindustriale del territorio (lattiero-casearia, dolciaria, alimentare ecc.) che vengono da noi depurati attraverso un processo di digestione anaerobica. Il gas in uscita dopo il processo di raffinazione è quindi più puro di quello tradizionalmente presente nella rete nazionale, in quanto privo di idrocarburi di origine fossile».

Dal nuovo impianto di Faenza viene ricavato biometano e Co2

La moderna tecnologia adottata per il nuovo impianto (un upgrading a Membrane) permette a Caviro Extra di ricavare due correnti in uscita di elevata purezza, una di biometano e una di Co2. «Stiamo lavorando per poter riutilizzare anche questa componente – continua Baldazzi – in modo da evitare la sua immissione in atmosfera. Abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con un importante operatore del settore che ci consentirà di destinare la nostra Co2 al riutilizzo in molteplici settori». Oltre al biometano e alla CO2 c’è ancora un terzo prodotto di alta qualità in uscita dai biodigestori del nuovo impianto: si tratta dei residui che rimangono dopo il processo di digestione. Questi sono ricchi di sostanza organica pertanto costituiscono un’ottima matrice per la produzione di ammendante, un fertilizzante naturale da utilizzare in agricoltura, proprio in quei terreni da cui tutto il processo di economia circolare di Caviro ha inizio.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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