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Dodici volontari raccolgono mezza tonnellata di rifiuti dai calanchi della Pideura a Faenza

Nella mattinata di domenica 20 marzo un gruppo autogestito di dodici volontari si è ritrovato per raccogliere i rifiuti abbandonati in uno degli affacci più suggestivi sui calanchi della Pideura, tra Faenza e Brisighella. L’iniziativa, completamente autogestita, è stata lanciata online dalle pagine Facebook delle guide ambientali escursionistiche di «Romagna Sentieri» e «Trekking e cammini Rominazione», insieme all’associazione «Il mondo che vorrei», che con il passaparola hanno radunato le forze necessarie al lavoro.

rifiuti Pideura

Tra i rifiuti anche scarichi di anni fa

Tra i rifiuti: un televisore, diversi copertoni, due batterie per auto, un triciclo, flaconi di detersivo prezzati in lire, un divano, un water, e poi quintali di bottiglie di vetro, lattine e ferraglia di ogni genere: una vera discarica a cielo aperto, concentrata in pochi metri quadrati e che lì giaceva da diversi anni: «Non si tratta dei soliti rifiuti che i maleducati abbandonano durante la passeggiata o pedalata – spiegano i volontari -, ma di scarichi risalenti a molti anni fa, come dimostrano le etichette ancora leggibili di alcuni prodotti, e il fatto che molto materiale fosse completamente avvolto dalla vegetazione e semi interrato. Purtroppo dava ancora triste spettacolo di sé a chiunque passasse da queste parti, rovinando il panorama, tuttavia era difficile rimuoverlo visto che il terreno è piuttosto scosceso. Serviva rimboccarsi le maniche e lo abbiamo fatto». Tutti i rifiuti raccolti sono stati differenziati (quando possibile), accantonati a bordo strada e segnalati al gestore, che provvederà alla loro definitiva rimozione. Il peso è stato stimato al ribasso, sulla base della capacità dei sacchi utilizzati e sulla quantità degli ingombranti raccolti. «Purtroppo ci sono ancora numerosi rifiuti che non siamo riusciti a eliminare, perché avevamo finito sia il tempo che i sacchi – concludono i volontari -, ma è nostra intenzione tornare per completare il lavoro. Ovviamente, chiunque voglia dare una mano è più che benvenuto. Alla fine è stato anche divertente: un modo per stare insieme e allo stesso tempo fare qualcosa di utile per gli altri e per il nostro prezioso paesaggio. Da cosa nasce cosa, è banale a dirsi, ma i piccoli gesti possono davvero fare la differenza».

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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