Il gruppo scout Faenza 4 festeggia il suo 25° anniversario
Tratto da Il Piccolo – venerdì 4 maggio 2018
Il gruppo Faenza 4, con sede nella parrocchia di S.Savino, è il più “giovane” nella realtà faentina e domenica 22 aprile 2018 ha festeggiato il 25° anniversario della sua fondazione in una giornata che ha visto in centinaia partecipare al momento di festa tra stand gastronomici, mostre fotografiche e il torneo della Gavetta di scoutball vinto dalla squadra “Pozzi & the legends”. Quest’anno il Faenza 4 conta 23 componenti in Comunità capi, per un totale di 126 censiti. Per conoscere meglio la storia di questa realtà, abbiamo intervistato Anna Balestrazzi, capogruppo del Faenza 4.
Intervista ad Anna Balestrazzi, capogruppo Faenza 4
Quali sono le tappe che hanno portato alla nascita del gruppo Agesci Faenza 4?
Venticinque anni fa l’allora parroco, don Romano Ricci, accolse volentieri il nuovo gruppo che stava nascendo dal “fratello maggiore” Faenza 2. I numeri di capi e ragazzi erano divenuti tali da rendere possibile, e necessaria, la scissione in due nuovi gruppi distinti. Fu appunto in quegli anni che smettemmo, come scout, di celebrare insieme la messa di Natale a Santa Maria Vecchia: eravamo diventati così tanti che una chiesa non riusciva più a contenerci tutti quanti. Un peccato, da una parte, perdere un momento di fratellanza e una Messa estremamente suggestiva e partecipata, una gioia dall’altra, nel vedere lo scoutismo crescere così tanto nella nostra città. È bello ricordare che fu proprio don Romano al tempo a scegliere i nostri colori: il rosso, che è il colore di base del fazzolettone di tutti gli scout faentini, abbinati al bianco e all’azzurro che contraddistinguono le vesti della Madonna del Paradiso, la “padrona di casa”.
Cosa ricordi di quei primi anni?
Abitando da sempre nella Parrocchia del Paradiso, fui destinata al nuovo gruppo, e mi ricordo che all’inaugurazione in occasione del Thinking Day venne consegnato, a tutti i membri del nuovo gruppo che già avevano fatto la loro promessa nel Faenza 2, il fazzolettone del Faenza 4, nuovo di zecca. Mi ricordo di avere pensato a quanto fossi fortunata a non essere un cucciolo che ancora non aveva fatto la promessa, o al primo anno di reparto: a loro sarebbe stato consegnato il fazzolettone nuovo solo un paio di mesi più tardi, mentre io ero orgogliosissima di poterlo indossare fin dal primo momento. Ebbero inizio gli anni del Branco/Cerchio con “sede distaccata” nel sottoscala del Seminario: uno scantinato, anche piuttosto buio, che però a lupetti, coccinelle e capi che hanno avuto la fortuna di fare lì le loro attività è rimasto nel cuore, tanto che quando si “rimembrano” i tempi della tana in Seminario regolarmente le labbra di chi ricorda si increspano in un sorriso nostalgico.
“Questi 25 anni? Piccole o grandi avventure che però hanno lasciato un segno indelebile nella nostra memoria”
Quali sono i momenti più belli e intensi che ricordi di questi 25 anni?
Personalmente penso che il cammino scout plasmi in tanti modi la maniera in cui un ragazzo affronta la vita: dalla “famiglia felice” accogliente del Branco ci si avventura lungo il sentiero del Reparto, acquisendo competenza e imparando la responsabilità e l’autonomia, per poi mettere quanto appreso a servizio del prossimo nel cammino del Noviziato e del Clan. Nessun altro metodo educativo “gioca il gioco” con i bambini nell’ambiente fantastico della giungla, o propone a un ragazzo di 16 anni appena di mettersi a capo di una squadriglia di ragazzi più giovani per vivere due settimane immersi nella natura, senza i “comfort” a cui siamo tutti abituati e di cui siamo convinti di non poter fare a meno, arrangiandosi a cucinare, lavare i piatti, tenere in ordine la tenda… L’esperienza della route, campo itinerante con lo zaino in spalla, insegna al ragazzo il valore dell’essenzialità e dell’aiuto reciproco, e insegna a fidarsi della Provvidenza.
Penso che ognuno di noi porti nel cuore momenti memorabili della propria vita da scout, legati a volte a grandi eventi come il Jamboree (raduno internazionale di scout, ndr), a volte anche solo a un hike di reparto durante il quale si è scatenato il diluvio e ci si è bagnati fino al midollo, o alla prima volta che si è dormito in una tenda sotto le stelle. Piccole o grandi avventure che però hanno lasciato un segno indelebile nella nostra memoria, e che inevitabilmente ci hanno insegnato qualcosa.
Il gruppo scout Faenza 4 conta 126 censiti tra capi e ragazzi
Nell’allestire la mostra fotografica della mostra fotografica del 22 aprile c’è una foto che ha rivelato un aneddoto curioso? Che sensazioni hai provato?
Guardando le vecchie foto qualcuno ha notato i chili presi, o i capelli persi, ed è stato bello ritrovare il lupetto e l’Akela di un tempo a fare ora servizio nella stessa Comunità capi. Essere capi insieme ai propri cuccioli fa sentire vecchi, ma allo stesso tempo è un grande orgoglio, perché significa che si è seminato bene, e spero proprio che questa “mescolanza” di giovani e vecchi si verifichi sempre di più.
Come immagini il gruppo Faenza 4 tra 25 anni? Hai un sogno particolare?
Tra venticinque anni spero che a scrivere un articolo sul mezzo secolo, letteralmente cotta dal sole di una giornata splendida come quella di oggi, ci sarà mia figlia appena nata, e insieme a lei gli altri ragazzi del gruppo, giovani e meno giovani, che rappresentano il nostro futuro e il nostro bene più prezioso.