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Rotary Club: nuovi giochi in via Calamelli e ripristino dei simboli di rifugi bellici

L’area verde pubblica di via Calamelli si arricchisce di nuovi giochi per il divertimento dei bambini. In questi giorni il servizio Giardini del Comune di Faenza ha completato la sistemazione del parco con l’installazione di nuovi giochi e la risistemazione di quelli esistenti. 
Finanziatore dell’intervento il Rotary Club di Faenza. Una virtuosa collaborazione fra pubblico e privato che, come dimostrato in altre occasioni, consente importanti interventi a beneficio di tutta la comunità faentina.

L’occasione verrà celebrata sabato mattina 24 giugno alle ore 10.30, alla presenza del sindaco Giovanni Malpezzi, dell’assessore ai Lavori Pubblici Claudia Zivieri e del presidente del Rotary Riccardo Vicentini.

Oltre ai giochi presente anche un’area svago per cani

I nuovi giochi non saranno l’unica novità. In una porzione di verde adiacente troverà spazio nei prossimi mesi anche un’area sgambamento cani. Un servizio sempre più richiesto dai faentini che si aggiungerà alle attuali 11 aree già esistenti nel perimetro urbano della città

Rotary Club: al via il ripristino dei simboli dei rifugi bellici

E’ prevista per venerdì 23 giugno alle 19 in via Castellani 18 l’apertura degli interventi di ripristino della segnaletica ancora esistente che identificava i rifugi bellici durante la Seconda guerra mondiale. Coordinato dal settore Territorio del Comune di Faenza, l’intervento è stato possibile grazie al contributo del Rotary Club Faenza.


Nove simboli rimasti, parte della memoria storica della città di Faenza

Il progetto di “identificazione dei Rifugi bellici” è finalizzato alla rigenerazione delle scritte e delle simbologie ormai ascrivibili alla storia per conservare e tramandare la nostra memoria storica. 
I simboli – nove in tutto – indicano la presenza dei rifugi antiaerei per il riparo della popolazione durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, ed erano infatti ancora presenti sulle facciate di alcuni edifici, con capienti seminterrati accessibili direttamente dalla strada. Contrassegnati su strada da un cerchio concentrico tricolore e/o dalla lettera “I” di “Idrante” dipinta sulla facciata, questi segni risultavano molto sbiaditi ed estremamente fragili.

E’ la prima volta nella storia della pianificazione urbanistica faentina, che viene effettuata una ricognizione di elementi fragili, come appunto queste targhe identificative, che se non adeguatamente conosciuti corrono il rischio di essere sostituiti od occultati senza che venga percepita l’assoluta perdita di valore collettivo che questo comporterebbe. 

Una cartografia risalente al periodo bellico ancora esistente indica come fossero decine i rifugi antibellici sparsi nella città. Il Regio Decreto 24 settembre 1936 imponeva infatti l’obbligo di realizzare un rifugio antiaereo in ciascun fabbricato di nuova costruzione ad uso abitativo pena il diniego della abitabilità. 

In città vennero dipinti molti segnali distintivi per la protezione antiaerea,destinati a indirizzare la popolazione civile verso i rifugi durante i bombardamenti aerei. Tra il 2 maggio 1944 e il 17 dicembre 1944 la città subì infatti 157 bombardamenti, tanto che solo il 13% degli edifici superò indenne questo tragico periodo di vita faentina.

Come già detto in precedenza, di tutti i segnali ne sono rimasti solo nove coi loro colori originali; sotto ogni simbolo/scritta è stata inoltre affissa una piccola lastra in ceramica. in cui si descrive la simbologia di ciascuno facendone apprezzare il rilievo storico.

 Per la delicatezza del tema il progetto è stato seguito in ogni sua fase da un comitato di esperti con il compito di validare, integrare, sovraintendere e collaborare alla perfetta esecuzione storica della iniziativa.

Annalaura Matatia

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