Peter Caroli (capo Rione Nero): “Il mio rione? Fortissimo, maturo e combattivo”

Mondo Palio entra oggi a contatto con uno dei cinque rioni della città con questa intervista a Peter Caroli, capo Rione Nero. Ripercorriamo con lui la prima volta al Rione, i ricordi e le vittorie più belle e gli scenari futuri di una delle manifestazioni più sentite della città di Faenza.

Peter Caroli, da quanto tempo sei in carica come Capo Rione?

Questo è il secondo anno del primo mandato.

La tua prima volta al Rione?

Diciotto anni fa, avevo vent’anni. Sono venuto già da grandicello al Rione…

Come mai?

Perché mio cugino, Alberto Morini, cominciò a venire a sbandierare… qui frequentavo già dei miei amici e una cosa tira l’altra e abbiamo fatto gruppo. Ho cominciato poi a dare una mano negli stand e in cucina e mi sono appassionato… finchè uno non c’è dentro non può capire quanto ci mettiamo di volontà e tempo per tenere in piedi queste strutture e le tante attività.

Come è strutturato un Rione?

Un Rione ha un consiglio direttivo a cui fa capo il capo rione. Nel nostro caso da statuto il consiglio direttivo è di nove persone, otto consoli e un capo rione. Ogni console ha una delega specifica in base alle proprie attitudini: chi segue la parte pubblicitaria, chi i tesseramenti, chi i costumi… diciamo che ci si dividono i compiti. La nostra grande fortuna è che siamo molto intercambiabili tra di noi e diamo tutti una mano.

Quanti iscritti ha il Rione Nero?

Direi sui 220 soci circa, anche se è difficile quantificare con esattezza, anche per via degli “iscritti di giugno”.

Tre aggettivi per descrivere il tuo Rione?

“Forte”, fortissimo. Poi ora come ora è “Maturo”, abbiamo avuto periodi peggiori. Ed è un rione che è estremamente “Combattivo” in tutto quello che facciamo.

Perché frequentare il Rione oggi?

È un posto che io posso definire sano. Per esempio posso lasciare mia figlia libera di girare qui, so che ci sono persone a posto di tutte le età e tutte con lo stesso obiettivo. Una volta magari si andava di più in parrocchia, ma oggi sono meno frequentate… il Rione ti dà la possibilità di fare tante cose… c’erano persone magari che sono entrate qui e non sapevano friggere un uovo e oggi fanno delle cene da 150 persone. Si entra qui e si impara.

Cantaci il tuo coro preferito.

Il Pino e la medaglia! Lo abbiamo sotto la maglia… il nero come un fiore…. ed è nel nostro cuore.

Quale è il ricordo più bello che hai in ambito rionale?

Ce ne sono tanti, anche solo ieri sera (cena propiziatoria Bigorda d’Oro, ndr). Noi eravamo abituati ad avere unostand che lavorava il giusto, specialmente per la Bigorda era poco frequentato. Essendo venuto su all’interno delle cucine vedendo che siamo arrivati ad avere lo stand pieno per me è un moto d’orgoglio. E poi io che comunque sono giovane di Rione e avere persone magari qui da cinquant’anni che ti fanno i complimenti… mi fa venire la pelle d’oca.

Raccontaci un po’ la storia del tuo Rione. Per cominciare potremmo partire dal Simbolo… cosa rappresenta?

È il Pino con una medaglia al centro, come cantiamo anche nel nostro coro. Se ti devo dire la verità non so da dove sia stato estrapolato… ma è il nostro simbolo di riconoscimento.

“La vittoria sportiva più bella? Quella di domani!

Raccontaci la vittoria sportiva più bella.

È quella che devi ancora ottenere, speriamo sia quella di domani… (il Rione Nero vincerà il giorno dopo la Bigorda ‘Oro, ndr). Però senza tornare indietro tanto, l’anno scorso gli sbandieratori e musici ai campionati italiani a Ferrara hanno vinto la medaglia d’oro con la piccola squadra e di un niente non hanno vinto l’oro con la coppia… fu un’annata incredibile. Stiamo crescendo molto anche nelle scuderie. L’anno più completo fu sicuramente il 2007 dove abbiamo vinto tutto… ma la vivevo in maniera diversa… all’epoca festeggiavo, adesso bado quelli che festeggiano!

C’è un piatto tipico del Rione da poter assaggiare durante queste serate?

Ultimamente siamo molto forti sulla carne alla griglia, la tagliata… Invece per la settimana del Palio abbiamo anche il fritto misto di pesce.

“Se uno se ne va dai nostri colori, significa che non è mai stato legato veramente”

C’è una tradizione tra voi più importante di altre o a cui tenete particolarmente?

Sicuramente nel gruppo storico tra sbandieratori e musici c’è una sorta di battesimo dei nuovi… però è una cosa loro privata all’interno del gruppo. Io non avendo mai fatto parte del gruppo storico so solo più o meno di cosa si tratta…

Sei favorevole al passaggio da un Rione all’altro delle varie persone?

No. Io sono convinto che uno debba rimanere dei propri colori. Posso capire chi lo fa dal punto di vista agonistico. Se, come può succedere, hai tre cavalieri, se uno di loro vuole correre è costretto ad andare in un altro rione. Però per altre cose… poi ognuno è libero di fare quello che vuole, però se un rionale se ne va dai nostri colori vuol dire che non sei mai stato legato veramente. Nel Rione ci si lega col cuore.

Come funziona con le scuderie? Quanto costa mantenerle?

Hanno costi molto variabili. È la voce più grossa all’interno di un bilancio rionale. Cifre esatte non voglio spararle… ci sono spese mensili per mangime, fieno, veterinario, bollette ecc.. e poi se l’anno è andato bene si possono fare acquisto cavalli, ma è molto particolare… puoi spendere due lire e portarti a casa il fenomeno o viceversa spendere dieci e rimanere fregato… i cavalli sono come atleti, non sai mai se una promessa si rivelerà tale.

Le scuderie sono totalmente a carico vostro?

Le scuderie sono totalmente a carico del Rione. La Cooperativa dei Manfredi ha preso in gestione il Centro civico Rione, che comprende tutte e cinque le scuderie dei Rioni.

Avete sovvenzioni comunali? Come pagate le spese?

Si, a fronte di garanzia di fare Bigorda, Palio e coppia della Botte, abbiamo 15mila euro all’anno. Erano 30 milioni di lire nel ’90 e sono rimasti uguali a distanza di 26 anni… non sono molti… e gli incassi delle manifestazioni vanno totalmente al Comune. Le spese le paghiamo con le attività che facciamo noi: Nott de Bisò, cene, uscite dei ragazzi che vanno a sbandierare a carnevali esterni…

Quanto è stato importante per te la partecipazione alla vita rionale? Quanto può essere importante per un giovane oggi?

Secondo me è molto importante. Nel 2016 non è più come quando sono entrato io al rione… ci si allenava di meno… adesso già all’inverno tre o quattro allenamenti a settimana. È cresciuto molto il livello in Italia.

“Per me è giusto che i rioni si iscrivano singolarmente alle gare Fisb, il livello è alto”

Tamburini, Bandiere, Chiarine o Cavalieri? Peter Caroli chi sceglie?

Cuochi

Com’è il rapporto con la Fisb (Federazione italiana sbandieratori, ndr)? Alle gare nazionali Faenza gareggia ancora insieme? Un limite o un vantaggio?

Secondo me è un limite. Io sono dell’idea che i Rioni possano iscriversi singolarmente… ci troviamo ad avere un livello molto alto a Faenza e magari chi è escluso potrebbe comunque giocarsi il podio ai nazionali… a Ferrara ed Ascoli sono iscritti singolarmente.

Com’è il rapporto con gli altri Rioni?

Nella mia posizione da dirigente è estremamente rispettoso e corretto. C’è sempre rispetto delle persone. Durante l’anno c’è molta cooperazione. Anche la Cooperativa dei Manfredi nasce in quest’ottica, perché amiamo questo mondo del Palio e vogliamo cercare di farlo conoscere il più possibile, ma anche per promuovere Faenza. Anche a livello turistico… nel 2012 ci sono stati i campionati italiani di bandiere a Faenza… sono arrivati in città 800 atleti da tutta Italia… pensa a quanti alberghi o ristoranti hanno lavorato… non può essere che un bene per Faenza.

Chi è l’acerrimo nemico di sempre?

Noi come Rione Nero siamo “quelli che sono subito lì dietro”. Cosa vuol dire? Il Rione più titolato come bandiere e musici è il Rione Bianco, e noi siamo secondi. Il Rione più titolato di Palio del Niballo è il Rione Rosso, e noi siamo subito dietro di loro. Siamo secondi in tutto… è logico che è difficile perché questi due rioni hanno vinto tantissimo ma siamo lì, pronti se qualcuno arranca un attimo a passargli davanti.

Quale è il segreto del Bisò perfetto?

È veramente un segreto. Da noi il Bisò lo fa l’ex capo rione, Fabio Cavina, e non beve il Bisò e non lo assaggia neanche: lo fa.

“Oggi per un Comune è difficile gestire queste manifestazioni. Non sarei contrario a esternalizzare, ma il Comune deve avere un ruolo: noi questo Palio lo facciamo per Faenza”

Come giudichi l’operato di quest’anno della Cooperativa dei Manfredi?

Nell’ultima assemblea dei soci gli abbiamo fatto i complimenti. Hanno fatto tantissimo tutti quelli che sono lì.

Recentemente il sindaco ha dichiarato in una lettera aperta inviata ai capi rione: “I tempi cambiano e i modelli organizzativi non possono e non devono restare ancorati al passato, altrimenti si rischia davvero che il futuro del Palio abbia un orizzonte corto. Ciò che si sta valutando insieme ai Rioni e al Gruppo Municipale, è una nuova struttura organizzativa: un ente o una fondazione che organizzi in proprio gli eventi del Palio, ricevendo dal Comune tutti i necessari contributi economici, nonché gli spazi, gli impianti e le attrezzature per gli eventi”. Come giudichi il rapporto con l’amministrazione fino ad oggi? Cosa ne pensi degli scenari futuri del Palio?

Purtroppo il mondo sta cambiando e i Comuni sono costretti a tirare la cinghia e non possono assumere personale. La Dirigente dell’ufficio Palio, Benedetta Diamanti con l’Unione dei Comuni è stata sovraccaricata di lavoro con altri incarichi. Il capo settore Aldo Ghetti a settembre va in pensione e l’ufficio palio rimane senza personale. Quindi bisogna cercare di esternalizzare… il nostro pensiero era – visto che abbiamo creato questa Cooperativa – di provare a gestire noi, ma sono supposizioni eh… bisognerà creare un ufficio privato che segua questa cosa qui, mantenendo però il legame col Comune, perché deve essere così: noi il Palio lo facciamo per Faenza. Più che dare il Palio a uno sconosciuto, questa Cooperativa potrebbe prendere in gestione… ma dopo il Palio se ne parlerà meglio. È una strada che non condividono tutti i Rioni, lecitamente. Io mi butto molto nelle case, forse a volte azzardo… altri fanno i passi di piombo, anche per via di esperienze passate che io non ho vissuto… Io ho la mia idea ma rispetto quella degli altri.

Un punto forte del Palio che secondo Peter Caroli non deve cambiare mai?

Che deve essere solo uno quello che vince.

Una cosa che miglioreresti invece?

La pista e la manutenzione della pista. E poi sicuramente, a me non piace il vincolo dei cavalieri. Solo noi a Faenza ce l’abbiamo. Sarebbe più giusto vincolare non i cavalieri del Palio, che sono cavalieri già fatti e finiti, ma quelli della Bigorda – per esempio -, su cui un Rione ha investito tanto…

Pronostici gare 2016

Chi vince la grande squadra 2016?

Nero

La combinata 2016?

Nero

Il palio 2016?

È un’incognita. Io sono convinto che sarebbe giusto lo vincesse il Bianco. Però voglio che lo vinca il Nero

La dama più bella di sempre?

È più bella sicuramente quando fa parte del Rione. Quando sai che lì sopra c’è una delle tue ragazze che la sera prima era lì a cuocere i tortelloni, è la cosa migliore!

4 thoughts on “Peter Caroli (capo Rione Nero): “Il mio rione? Fortissimo, maturo e combattivo”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.