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Pd e tensioni interne. Quale futuro per il centrosinistra faentino?

Continuano a diffondersi su tutto il territorio gli echi derivanti dalle recenti vicende nazionali interne al Pd. La costituzione del nuovo movimento Articolo 1: Movimento Democratico e Progressista” (Mdp), in cui è confluito anche Vasco Errani, figura eminente delle sinistra regionale, ha aperto la strada ad un nuovo scenario politico fatto di spaccature e riflessioni, da cui anche il centro sinistra faentino non è rimasto immune. Trattandosi di politica e quindi di cosa pubblica, delle sue ripercussioni e del buon funzionamento della gestione collettiva, viene meno la possibilità di lavare i panni in casa: le tensioni interne alle file di un partito non sono isole, ma diventano in questi frangenti motivo di interesse e campo di discussione anche negli ambienti esterni al partito. Da qui, nasce spontaneo interrogarsi sull’aria che tira in questi giorni a Palazzo Manfredi.

6 marzo 2017: l’addio di quattro esponenti Pd, nasce Mdp Faenza

E’ ormai cosa nota che l’assessore Antonio Bandini e i tre consiglieri comunali Federica degli Esposti, Luca Ortolani e Ilaria Visani hanno ufficializzato lo scorso 6 marzo il loro addio al Partito Democratico, confluendo nel neo-nato Mdp e dando vita ad un nuovo gruppo consiliare. In una nota congiunta, la nuova formazione ha espresso la propria decisione come «una necessità di ristrutturare e ampliare un campo di centrosinistra capace di ridare forza e slancio ad una proposta di governo progressista per questo Paese e per i nostri territori, una nuova strada per provare ad intercettare una voglia di cambiamento di nuova elaborazione»
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La decisione di abbandonare la casa Pd è stata descritta dai quattro esponenti come una scelta dolorosa dal punto di vista politico e personale, ma altresì una «scelta inevitabile davanti alle continue scrollate di spalle con le quali venivano liquidate tutte le richieste di ragionare insieme per correggere il profilo politico del Partito Democratico e rilanciarne il consenso e l’efficacia dell’elaborazione amministrativa». Il nuovo gruppo consiliare continuerà ad appoggiare la giunta Malpezzi e si è detto pronto a lavorare al fianco di tutte le forze politiche «per contrastare l’immobilismo e il declino economico e civile della città». Alla base della rottura, un mix di motivi ideologici uniti alla difficoltà per le loro proposte di trovare uno spazio all’interno dell’agenda di partito.

La maggioranza: “Affermazioni inaccettabili sullo stato di Faenza”

Non si è fatta attendere la risposta della maggioranza in consiglio comunale. In un comunicato stampa congiunto, diffuso sabato 11 marzo e firmato da Pd, Insieme per Cambiare, La tua Faenza, Italia dei valori, Ps si scrive: «Prendiamo positivamente atto delle dichiarazioni dell’Assessore Bandini e dei consiglieri comunali Ortolani, Degli Esposti e Visani, circa la volontà di continuare a lavorare assieme per il bene di Faenza, fedeli al programma amministrativo con il quale si è ottenuta la fiducia dei cittadini. Giudichiamo invece inaccettabili le valutazioni sulla situazione attuale di Faenza, espresse nello stesso comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi. E’ del tutto evidente che se a livello nazionale non si fosse realizzato lo strappo di alcuni “big” del calibro di Bersani, D’Alema ed Errani, allo stesso modo, a livello faentino, non ci sarebbe stata infatti alcuna corrispondente frattura politica».

«Rispetto agli indicatori di qualità della vita – prosegue il comunicato della maggioranza – Faenza continua a ricoprire posti di vertice. Sul versante dei servizi pubblici la città mantiene standard quantitativi e qualitativi elevati, con una spesa sociale pro-capite tra le più alte che garantisce il sostegno ai bisogni purtroppo sempre più in aumento. La città cresce in termini di vivacità e proposte, premiata da dati di presenze turistiche ai massimi storici. Gli indicatori economici mostrano finalmente una positiva inversione di rotta e l’Unione dei Comuni sta iniziando a dare i primi frutti in termini di semplificazione e razionalizzazione a vantaggio di cittadini e imprese. I problemi ovviamente non mancano – conclude il comunicato – Ma ciò che non può e non deve mancare, è la volontà di continuare a lavorare nell’unico interesse che conta, quello dei faentini, ed essere all’altezza del compito che ci è stato affidato».

La riflessione del sindaco Giovanni Malpezzi

Precedentemente anche dal sindaco Malpezzi era arrivata un dichiarazione ai microfoni di FaenzaWetTv che esprimeva dispiacere su quanto avvenuto: la spaccatura non può essere vista che negativamente perché «le divisioni non fanno bene all’azione di governo da portare avanti». Fondamentale sarà ora per il partito interrogarsi sulle motivazioni effettive che hanno condotto a questa divisione ed è un percorso che il Pd sta già portando avanti. Il sindaco ha inoltre affermato che l’assessore e i tre consiglieri hanno dato il loro assenso a portare avanti il programma di mandato, necessario per completare il percorso scritto insieme in questo anni e con l’obiettivo del 2020. Uno sguardo al futuro sulla base delle responsabilità assunte nel passato.

L’opposizione non resta a guardare: Cericola e M5S

Tra le voci esterne, arriva il commento di Tiziano Cericola della lista civica Rinnovare Faenza, secondo cui la frattura politica del Pd riflette una profonda crisi economica e sociale del Paese. Partendo quindi da considerazioni di ampio respiro, Cericola afferma che il partito «non è stato in grado di dare risposte incisive alle sfide che si sono poste, temendo di andare contro alcuni poteri forti che sembra siano stati più vicini a Renzi». Inoltre, il Pd raccoglie al suo interno «formazioni lontane tra loro difficile convivenza di persone con storie e idee troppo diverse tra loro: da un lato gli ex democristiani e dall’altro lato gli ex comunisti, qualunque sia l’accezione che si voglia dare a questo termine». Le vicende nazionali del Pd hanno quindi avuto conseguenze inevitabile anche a livello locale.

Cericola dichiara grande rispetto per i quattro ex Pd che hanno preso la decisione di uscire dal partito, perché «ci vuole coraggio ad andare controcorrente». Tuttavia, si dice dubbioso sul fatto che la nuova formazione politica possa incidere sul progetto politico della sinistra, italiana e locale, a causa del loro «dubbio peso politico complessivo». Facendo eco a quanto dichiarato dai neo-esponenti Mdp, afferma che la causa è da ricercare «nell’atteggiamento di chiusura del sindaco Malpezzi per via delle sue continue scrollate di spalle con le quali venivano liquidate tutte le richieste di ragionare insieme per correggere il profilo politico del partito democratico e rilanciarne il consenso». Anche per questa ragione, afferma Cericola, «l’attuale amministrazione non durerà fino alla sua scadenza naturale». Una critica al sistema Pd e l’auspicio che la nuova formazione politica possa portare i benefici di cui si fa portavoce.

Il Movimento 5 Stelle presenterà al prossimo consiglio comunale, lunedì 13 marzo, un’interpellanza “stato di salute della maggioranza faentina”, in cui si chiede al sindaco «se Faenza può ancora contare su un’amministrazione coesa, unita, credibile e solida e se, nonostante i dissidi tra le correnti interne ai partiti che compongono la maggioranza, permangono i presupposti necessari per un governo della città all’altezza del proprio compito».

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