Nott de Bisò: dal 1964 Faenza festeggia il nuovo anno con “E Nibalazz”
«Una nuova tradizione è sorta: quella del bisò, il profumato vino bollito, sapido e fumante, che è stato distribuito dalle graziose mescitrici nei tradizionali costumi dei cinque rioni. Era presente il sindaco Assirelli, che ha rivolto un caloroso saluto augurando a tutti un “Buon 1965”». Con queste parole la rivista «Faenza e mi paés» annunciava la comparsa in città di una nuova festa – la Nott de Bisò – che avrebbe chiuso simbolicamente da lì in avanti gli eventi del Palio del Niballo. Già in quella prima occasione, il 31 dicembre 1964, la festa accolse migliaia di partecipanti in piazza del Popolo, riuniti in attesa dello scoccare di mezzanotte, ora in cui al Niballo, il grande fantoccio in cartapesta che raffigura il condottiero cartaginese Annibale – viene dato fuoco.
Alla Nott de Bisò vengono bruciate le sfortune dell’anno passato
Tradizionalmente il 5 gennaio a Faenza si festeggia la Nott de Bisò – anche se nelle prime edizioni si svolgeva, come visto, l’ultimo dell’anno. A dominare la scena della piazza faentina è proprio il gigantesco Niballo, il guerriero saraceno in cartapesta che rappresenta – in maniera anacronistica – Annibale da cui prende il nome. Ma oltre ad Annibale, il fantoccio tradizionalmente portato in piazza da un carro di buoi rappresenta anche tutte le sfortune dell’anno precedente. «Allo scoccare di mezzanotte – scrive il cronista della prima edizione –
mentre il bisò continuava a scorrere a fiumi, fra scoppi di petardi, suoni di clarine e rullio di tamburi, veniva bruciato “E Nibalazz” (così in dialetto romagnolo, ndr), enorme, nero, ghignante… come doveva sembrare ai nostri antenati quando le soldatesche cartaginesi calpestavano la nostra terra prima di Canne. Portava veste rossa, come quella del Rione vincitore (del Palio, che a Faenza si svolge a giugno, ndr)». Ancora oggi il Niballo viene vestito col colore del Rione vincitore: nel 2017 porterà i colori del Rione Rosso.
Una serata che chiude il Palio del Niballo tra gotti e bisò
La festa comincia già nel pomeriggio e a riscaldare l’attesa del pubblico c’è proprio il bisò – il vin brulè romagnolo – servito nei gotti (gott), le ciotole in ceramica personalizzate dei cinque rioni. Il Palio di Faenza viene infatti disputato dai cinque rioni della città (Borgo Durbecco, Rione Giallo, Rione Nero, Rione Rosso, Rione Verde) e ogni rione ha una propria ricetta – tramandata di generazioni – con cui realizza il bisò nel proprio stand gastronomico dove vengono servite anche piadine, salsiccia e altre prelibatezze romagnole. Tra l’allegro crepitare delle fiamme, la musica e gli allestimenti rinascimentali i faentini salutano così l’arrivo del nuovo anno.
Una poesia sulla prima Nott de bisò
E bsugneva fé i cazòtt
par andé a rimpir i gòtt
e gusté la pruduzione
cl’era uferta da i Rion
int’na gara generosa
e cla bibita fugosa
la mandeva sò un prufom
cl’ariveva sora a e Dom
e i pizon i era istizì
ch’in puteva gnàc durmil…
(Masi)
Bellissimo il ricordo della prima edizione e splendida la poesia dell’inossidabile Masì!