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Movimento e scultura: il Mcz si ‘contamina’ con la danzaterapia

Vivere l’arte attraverso il il corpo, il movimento, l’espressione, la danza, così come accade con la creta. Il Museo Carlo Zauli continua il percorso di analisi delle potenzialità del legame fra scultura, creazione artistica legata alla terra e altre discipline ed è lieto di ospitare sabato 5 maggio 2018 le danzatrici Monica Marcucci e Marinella Freschi e la cantante Catia Gori in un appuntamento che comprende una breve performance, un talk, un video e un workshop dimostrativo per introdurre il pubblico alla Danzaterapia. Si incomincia alle ore 17 e dopo una performance di danza, seguita da una visita guidata al museo, i protagonisti si presenteranno in un breve talk, per poi coinvolgere i partecipanti in un workshop dal titolo La Zolla-Corpo.

Un workshop al Mcz per conoscere il proprio corpo

Un laboratorio, gratuito e per adulti, per fare una prima conoscenza con i principi cardine del metodo: presenza, osservazione, sospensione del giudizio. La Zolla è la metafora per cominciare ad osservare il corpo, la postura, sperimentare la forma, il movimento e la danza. Nell’occasione verrà inoltre presentata da Alessandro Latini la onlus Cittadinanza, di cui fa parte da anni Monica Marcucci, come esempio di applicazione dei principi della danzaterapia, o più in generale dell’arteterapia.

Cos’è la danzaterapia

La Danzaterapia è un percorso di riscoperta di sé, maturazione interiore e sviluppo della consapevolezza. Il corpo diviene simbolo visibile e concreto del mondo interiore. Le sensazioni, le immagini e le parole non riconoscibili sul piano razionale, prendono forma attraverso il movimento e la danza, per essere comprese. E’ una possibilità di entrare in contatto con il linguaggio sottile che, un passo alla volta, condurrà a una percezione di se stessi nuova, ma allo stesso tempo antica, alla genuinità originaria, rimasta sepolta e dimenticata. Il movimento, presente in ogni istante della quotidianità, è riconoscibile nella postura, nei gesti, nelle espressioni, nelle parole, nei suoni, nelle azioni e comportamenti. Ogni atto che si realizza sul piano fisico o relazionale, ha un corrispettivo di movimento che avviene sul piano invisibile. Sensazioni inascoltate, emozioni non espresse, pensieri negati, attraverso l’energia muovono impulsi subliminali che condizionano, irrigidiscono, indeboliscono, limitano. L’aspetto terapeutico consiste nel portare attenzione e lasciare esprimere ciò che è rimasto bloccato, favorirne il processo di liberazione, trasformazione e riallineamento.

L’origine della Danzaterapia risale ai primi anni del ‘900, quando in America, alcune danzatrici e coreografe furono chiamate a prestare ausilio terapeutico ai malati psichici e numerose sono le metodologie che fino ad oggi si sono sviluppate. Il metodo proposto, nasce nel 1996 dalla dottoressa Elena Deepti Canfora, che ha unito le sue esperienze in campo artistico, la ricerca nel settore psicologico e il suo percorso di ricerca spirituale iniziato nel 1975 in India. I principi del metodo accomunano alcuni aspetti della psicologia umanistica evolutiva e la visione orientale, legata all’espansione della consapevolezza. Gli strumenti di ricerca che offre la danza contemporanea, il teatrodanza, l’espressività corporea, vengono integrati con tecniche di meditazione, esplorazione interiore ed energetica, in relazione ai chakra. Relazione mente/corpo/emozione e legame movimento/terapia sono temi che avvicinano settori diversi, psicologia, teatro, danza, pittura, scultura, laddove al centro si pone l’esplorazione dell’umano.

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