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Centenario del pittore Giulio Ruffini: dal 30 ottobre mostra al Voltone della Molinella a Faenza

Cent’anni d’arte quelli trascorsi dalla nascita del pittore romagnolo Giulio Ruffini. In occasione di questo anniversario sarà allestita presso il Voltone della Molinella, Galleria Comunale d’arte di Faenza, un’ampia esposizione di opere dell’artista originario di Glorie di Bagnacavallo, inaugurata dal sindaco Massimo Isola il 30 ottobre alle 18. Sarà possibile visitare la mostra, dal titolo “Dalla meraviglia al rimpianto del passato” e curata da Franco Bertoni,  fino al 21 novembre.

“Dalla meraviglia del vero al rimpianto del passato”

Le opere esposte sono di Giulio Ruffini, una delle figure che più hanno contribuito a dare un volto e un’identità alla Romagna attraverso l’arte. La mostra, dal titolo “Dalla meraviglia del vero al rimpianto del passato”, a cura di Franco Bertoni, è un secondo appuntamento che segue la retrospettiva “1950-1967” organizzata a inizio anno a Bagnacavallo, paese natale dell’artista, e precede di pochi giorni l’apertura dell’antologica “Audacia e prudenza”, allestita a Bologna presso Palazzo d’Accursio e visitabile dal 6 al 27 novembre, terza tappa di un viaggio che toccherà infine Rimini e Ravenna. Un percorso che prevede, in ciascuna sede, l’approfondimento dei diversi periodi e delle varie tematiche connesse alla produzione del pittore romagnolo. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Faenza, prende il via dal suo primissimo dipinto: non a caso, una “natura morta”, datata 19 novembre 1942. “Nei decenni successivi – scrive Franco Bertoni, nell’introduzione al catalogo – nonostante le pressioni del presente che lo hanno portato a realizzare cicli identificativi del suo percorso artistico e anche del suo impegno civile e morale, è tornato, quasi fosse posseduto da una ossessione del primo amore, a dipingere nature morte, molte delle quali proprio su tavola e, spesso, con un liberatorio abbandono alle più intime sensazioni, alla bella pagina e alle infinite possibilità di un colore che ammalia per sottili metamorfismi e potere epifanico”.

Giulio Ruffini

Il progetto: una raccolta di dipinti e disegni del pittore romagnolo

Il progetto legato al Centenario è finalizzato a preservare e a divulgare le opere e la memoria di Ruffini: avviato nel 2019 con la ricerca e la raccolta dei dipinti e dei disegni autografi del maestro, con l’individuazione di quei lavori ancora sconosciuti alla critica e attualmente conservati in raccolte d’arte private, il lavoro ha portato così alla ricostruzione e al completamento della biografia. Ideato e promosso dall’Associazione Percorsi di Mezzano, dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna e dalla famiglia dell’artista, il progetto ha registrato via via l’adesione e la fattiva collaborazione di importanti istituzioni – a cominciare dal Comune di Ravenna e dall’Università di Bologna – del mondo imprenditoriale e associativo, di studiosi, collezionisti e appassionati, fino ad ottenere il patrocinio del Servizio Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Già nel 1973 una mostra dedicata a Ruffini

Si tratta di un progetto profondo, su più livelli, articolato nei territori in cui Ruffini ha operato , Ravenna, Faenza, Lugo, Bagnacavallo, Bologna, Rimini”, spiega il sindaco Massimo Isola “suddividendo l’opera dell’artista in sezioni specifiche a seconda delle città sopracitate e assegnando ad ogni sede un curatore. Faenza aveva già dedicato a Giulio Ruffini una importante mostra antologica nel 1973, presentata da Francesco Arcangeli, che per il pittore aveva usato queste parole: “mai arreso, col suo alto talento di grafico e con le sue doti di pittore, a dir l’ultima parola alla propria storia”.

Giulio Ruffini

Chi è Giulio Ruffini

Giulio Ruffini nasce nel 1921 a Glorie di Bagnacavallo, figlio unico di una bracciante agricola e di un operaio che scompare prematuramente. Dimostra da subito un particolare talento per il disegno che svilupperà a partire dal 1942, anno in cui inizia a frequentare a Cotignola la Scuola di Arti e Mestieri di Luigi Varoli. Nel dopoguerra partecipa a diversi concorsi di pittura ottenendo riconoscimenti con opere realiste dedicate al mondo contadino e nature morte: vince il “Premio Diomira” a Milano nel 1951, l’anno successivo si aggiudica il “Premio Suzzara” e ottiene il 1° premio alla “Biennale Romagnola” di Imola nel 1953. Anno di svolta sarà il 1954 con l’allestimento della prima mostra personale al Circolo di cultura di Bologna e la presentazione di tre dipinti alla XXVII Biennale di Venezia. Dal 1956 la frequentazione di Mattia Moreni porta Ruffini a sperimentare le poetiche informali ed espressioniste. Dal 1957 al 1982 sarà anche insegnante al Liceo Artistico di Ravenna. Negli anni Sessanta continuano le sue partecipazioni a varie manifestazioni nazionali vincendo il premio cartone per mosaico “Omaggio a Dante” nel 1965 e un secondo premio al “Silvestro Lega” di Modigliana nel 1963. Secondi premi anche al “Suzzara” e al “Premio Campigna” . Nel 1968 viene pubblicata l’importante monografia curata da Raffaele De Grada che rappresenta il primo organico tentativo di storicizzazione della sua opera. Dalla fine degli anni Sessanta Giulio Ruffini si dedica a una ricerca più intimistica e introspettiva, dando vita a opere figurative allegoriche in cui il dato reale e i ricordi convivono in atmosfere di sapore surrealista. Sempre più schivo e restìo alle apparizioni pubbliche nei decenni successivi, ma non meno prolifico sia sul fronte pittorico che su quello grafico, Continuerà a esporre in manifestazioni collettive e mostre personali fino agli ultimi anni della sua vita. Si spegnerà a Ravenna l’1 settembre 2011, all’età di 90 anni.

Orari e informazioni

Fino al 21 novembre si potrà visitare tutti i giorni ad eccezione del lunedì dalle 17 alle 19, martedì, giovedì e sabato anche dalle 10:30 alle 12:30 (ingresso libero, nel rispetto delle norme in vigore contro la diffusione del Covid-19). Tutti gli aggiornamenti relativi al progetto, alla mostra di Faenza e agli appuntamenti in programma successivamente sono pubblicati sul sito internet (www.ruffinicentenario.art) e sui canali social Facebook e Instagram dedicati (@ruffinicentenario), dove sono aperti anche spazi di confronto e di condivisione.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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