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Ritorno da Jingdezhen: Luce Raggi con ‘I’m not a ceramist’ al Museo Zauli

Dopo l’esperienza in Cina, Luce Raggi porta in scena una propria esposizione che inaugurerà il 30 luglio alle ore 21 al Museo Carlo Zauli. Con il progetto ‘Mcz territorio’ il museo coinvolge ogni anno in un momento espositivo i percorsi degli artisti espressione della ricerca contemporanea ceramica della nostra città, Faenza, in allestimenti pronti a dialogare con l’atelier e il lavoro di Carlo Zauli. Dopo vari appuntamenti che hanno coinvolto artisti come Enrico Versari, Monika Grycko, Chiara Lecca, Guido Mariani, le sale del museo ospitano da fine luglio Luce Raggi. Artista irriverente e dal profilo già ampiamente internazionale, Luce Raggi è un ospite particolarmente significativo dell’appuntamento che il Museo Carlo Zauli dedica ai talenti del proprio territorio. La peculiarità di questo incontro è duplice: è legata, da un lato, alla caratteristica che ha il museo – luogo di residenza per artisti. In questo senso Luce Raggi innesca un processo opposto, poichè espone al museo gli esiti della propria ampia e recente residenza a Jingdezhen, antica e gloriosa capitale cinese della ceramica.

Luce Raggi è stata in residenza d’artista in Cina

L’altra peculiarità, invece, risiede nella natura stessa dell’opera di Luce che, con irriverente e nitida consapevolezza, supera continuamente la linea di confine tra ceramica e arte contemporanea, scardinando le categorie e i generi fissati tra arti applicate e arti maggiori, tra decorativismo e arte concettuale, tra oggetto ed opera d’arte. La giovane artista faentina agisce, cioè, in quello scardinamento dialettico così cruciale per Carlo Zauli ed i suoi contemporanei, che dedicarono la vita e la propria ricerca ad una ridefinizione reputazionale dell’essere ceramisti e, al tempo stesso, pienamente artisti, processo che forse soltanto nei primi anni 2000, con il conseguimento del Turner Prize a Greyson Perry, può considerarsi un dato acquisito tra gli addetti ai lavori, ma non ancora in senso assoluto.

La mostra sarà visitabile fino al 2 settembre

Ospitare gli esiti di una residenza che un nostro giovane concittadino ha realizzato all’estero, diventa il simbolo del rinnovamento e della vivacità culturale che la nostra città esprime nel presente. E per questo abbiamo scelto di prorogare l’apertura fino ad Argillà 2018, momento di massima visibilità sul territorio in ambito ceramico, con un evento speciale di presentazione del relativo catalogo, accompagnato da una performance dell’artista, da sempre impegnata anche nei linguaggi legati al video e all’animazione: Another Ceramic Brick in The Wall, il 31 agosto alle 21. L’installazione comprenderà tre tipologie di lavori dell’artista, allestiti nella sala dei forni, nella sala della Grande Ruota e nel laboratorio.

Chi è Luce Raggi

Artista visiva, per esprimere le sue idee Luce Raggio gioca con la vita e l’ironia costruendo un gioco mentale fatto di immagini attraverso cui comunica con lo spettatore. Il suo lavoro è un omaggio alla quotidianità, la sua più grande ispirazione. Luce Raggi nasce nei primi anni ’80 a Faenza, dove cresce con un pennarello nero e indelebile in tasca. Si trasferisce a Milano per studiare e diplomarsi in Illustrazione all’Istituto Europeo di Design (Ied) e poi laurearsi in Pittura presso il Dipartimento di Arte Contemporanea dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Con Brera prende parte anche al progetto Erasmus che la porta a trascorrere un anno a Londra, frequentando il London College of Communication (LCC), University of the Arts of London. Da allora Luce si fa avanti nel mondo dell’arte contemporanea e della ceramica con mostre e residenze in Italia e all’estero, le ultime in Corea del Sud e Cina.

Luce Raggi mostra un tratto e una poetica forti e riconoscibili, indipendentemente dal medium utilizzato. Per lei tutto ha inizio dal disegno, è il disegno che si trasforma in scultura, principalmente pezzi unici in ceramica, e sono poi le sculture stesse a diventare le protagoniste delle sue animazioni. Attualmente vive e lavora a Faenza, dove ha dato vita a una piccola Factory all’interno di uno spazio industriale.

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