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Mutation: lo sguardo di Livio Ninni sulla rigenerazione urbana in mostra al Quazàr

Documentare la trasformazione del paesaggio urbano nel tempo attraverso l’arte della fotografia ‘sporcata’ dalla pittura e dal ferro. È su questo tracciato che muove i suoi passi il progetto Mutation del giovane artista torinese Livio Ninni, presentato il 18 maggio scorso a Faenza nel corso della Cena Itinerante organizzata dal Distretto A. Lo sguardo di Ninni è attento a documentare il lavoro degli street artist in fabbriche e luoghi abbandonati: la fotografia diviene così il mezzo con cui testimoniare i cambiamenti che questi spazi subiscono, durante il quale si scontrano colori vivaci e grigiume, decadenza e rinascita, ferro e luce. La mostra di Ninni sarà visitabile fino al 31 agosto 2018 all’interno del coworking Quazàr (via G.M. Emiliani, 2).

Mutation: il racconto della trasformazione di fabbriche e periferie

L’esposizione è frutto di un percorso che da qualche anno ha portato Livio Ninni a lavorare a fianco di importanti street artist nazionali. «Da qualche anno mi occupo di fotografia – spiega l’artista – e ho iniziato a realizzare reportage di eventi e festival di arte urbana in diverse città italiane, con un particolare focus sulle periferie. Ho avuto così modo di conoscere artisti di tutta Italia che mi hanno permesso di documentare il loro lavoro esplorando, in particolare, le fabbriche e le industrie abbandonate, sulle quali poi gli street artist andavano a intervenire con le loro opere. Da questo percorso con loro è nato il progetto Mutation». Dai racconti fotografici che testimoniano queste iniziative di rigenerazione urbana – come quello della Staveco di Bologna -, Livio Ninni estrapola una trentina di immagini, che vengono poi rielaborate in chiave artistica attraverso una tecnica innovativa. La bellezza dei suoi lavori sta nel trasferire immagini fotografiche su pannelli di metallo rugginosi. L’effetto ruggine “rovina” la superficie creando una textura pittorica, tipica del suo lavoro.

Una tecnica innovativa che ‘sporca’ la fotografia con supporti particolari

«La tecnica con la quale realizzo queste opere è la parte più interessante del processo artistico – spiega Ninni – è un procedimento a cui sto lavorando da circa due anni e mezzo e mira a mischiare pittura e fotografia. Dopo alcune sperimentazioni ora sono contento del risultato di Mutation: mi permette di esprimere cose che altrimenti non riuscirei a fare utilizzando solo la fotografia pura». Il processo prevede pochi ma delicati passaggi per arrivare alla trasposizione dell’immagine fotografica sul supporto scelto. La fotografia viene stampata e attraverso un transfer gel l’immagine viene riportata sulla base. Gli elementi pittorici alla base dell’opera, inseriti con spray e acrilici, vogliono sottolineare la sensazione di trasformazione temporale creando forme irregolari che si muovono sul supporto. Per definire il componimento artistico, Livio Ninni sovrappone a questo sfondo, che prende vita con i dettagli pittorici, il paesaggio urbano creato dal foto-trasferimento. «Al termine del processo creativo – precisa Ninni – queste opere assumono delle forme un po’ ondulate, e rappresentano lo scorrere del tempo».

Le opere di Livio Ninni visibili al Quazàr fino al 31 agosto 2018

La mostra, curata da ArkeyLab e promossa dal Distretto A di Faenza nasce con l’intento di creare una coesione tra arte urbana e architettura, trovando in Livio Ninni la sintesi perfetta per esprimere a pieno il loro spirito inserendolo nel ricco programma di eventi del Distretto che ogni anno raggiungono l’apice nel week end partecipativo dedicato all’arte e all’intrattenimento. «Da una parte le mie opere vogliono essere una denuncia al cemento e all’oppressione che caratterizza questi luoghi nelle grandi città – spiega Ninni – dall’altra voglio documentare la trasformazione di questi spazi: il paesaggio urbano è in continua trasformazione e non è mai fermo. Da qui il titolo del progetto».

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