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“La solitudine: la nuova fragilità da combattere” Intervista all’assessore al welfare Davide Agresti

Conoscere il tessuto sociale con le sue fragilità e i servizi pubblici a disposizione è qualcosa di necessario, lo abbiamo imparato nel corso di questo anno di pandemia. Per questo abbiamo incontrato l’assessore al Welfare, Europa e Smart City Davide Agresti che a distanza di sei mesi dall’ottenimento dell’incarico ci ha raccontato la situazione attuale e le prospettive future della nostra cittadinanza.

Quali sono le nuove fragilità emerse a Faenza nel corso di quest’anno di pandemia? Dove si registrano le criticità maggiori?

Alcune fragilità erano già presenti da tempo, ma di certo con il covid il ventaglio si è ampliato molto. Abbiamo innanzitutto un’importante criticità economica che tocchiamo con mano con un aumento di richieste ai nostri servizi sociali che stanno lavorando molto in questo periodo, ma c’è anche anche il gap creato dal digital divide – la disuguaglianza dei mezzi digitali e degli spazi a disposizione – che coinvolge molte famiglie a cui sono stati offerti aiuti anche da aziende del territorio. A colpire di più sono però le criticità che vediamo agli antipodi: anziani e adolescenti. Le difficoltà che mostrano sono accomunate da quella che è la nuova fragilità di questo tempo: la solitudine. Chi ha una rete parentale o associativa riesce in qualche modo a rispondere meglio ai propri bisogni, chi è solo ha ancor più necessità di aiuto e al tempo stesso fa più fatica a chiedere.

Più di cinquanta associazioni faentine impegnate nel Terzo Settore

Qual è il compito dei Servizi alla Comunità in questo periodo?

Il compito principale dei servizi oggi è quello di intercettare questa solitudine e rispondere con strumenti nuovi. È importante che la cittadinanza conosca le possibilità messe a disposizione. La sfida è quella di saper rispondere in modo concreto e veloce utilizzando le risorse messe in campo, ma senza chiudersi nell’emergenza: è importante anche pensare a misure in prospettiva, progetti a lungo respiro, in particolare per adolescenti e anziani.

In questo senso un ruolo importante è svolto dal Tavolo del Terzo Settore. Com’è nato e da chi è composto?

Proprio per dare risposte rapide a fronte della seconda ondata che ha avuto un impatto molto forte sul nostro territorio, si è costituito il Tavolo del Terzo Settore, un’alleanza territoriale che coinvolge tutto l’associazionismo faentino, dal volontariato ai rioni. Una rete simbolica e fattiva che è stata protagonista in questo periodo. Si tratta di un tavolo che vede come attori più di cinquanta associazioni faentine e di certo sarà importante fare tesoro di questa disponibilità per mantenere attiva questa rete anche dopo l’emergenza. Ci sono già parecchi progetti in cantiere in questo senso.

Politiche giovanili: ri-socializzazione e coinvolgimento

Una grande criticità è quella che riguarda i ragazzi. Quali sono le politiche giovanili messe in atto o in programma?

Sulle politiche giovanili sono molti i fronti attivi. Innanzitutto stiamo istituendo un Tavolo sull’adolescenza che si occupa di formazione per i membri dell’associazionismo faentino e gli educatori professionali, mettendo in campo anche interventi per l’estate e l’autunno, per stimolare e promuovere la ri-socializzazione e nel tentativo di arginare il grande problema dell’abbandono scolastico. Sono stati proposti poi anche quest’anno i lavori in Unione tramite il coordinamento del Centro per le Famiglie per offrire ai ragazzi un’esperienza associativa in aziende del territorio. È in atto anche il progetto “mappa emotiva”, ovvero la mappatura dei luoghi maggiormente frequentati dai giovani del territorio e un progetto sulla digital reputation. Quest’ultima è un’iniziativa rivolta alle scuole medie faentine che ha come fine la conoscenza e la consapevolezza dell’uso dei social network e delle conseguenze che questo può avere sulla reputazione della persona. Infin, per il nuovo anno scolastico stiamo progettando un tavolo che coinvolgerà le scuole superiori offrendo ai ragazzi la possibilità di partecipare attivamente e direttamente alle politiche giovanili della città avanzando proposte.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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