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Giovani consiglieri, Giulia Bassani: “C’è ancora tanto da fare per la parità di genere”

In tanti erano candidati (40) e in cinque sono stati eletti alle ultime amministrative faentine: il più numeroso ingresso dai tempi di De Giovanni (1994). In questa intervista ascoltiamo le parole di Giulia Bassani, 26 anni.

Intervista a Giulia Bassani

Come è nata la passione per la politica attiva e cosa ti ha convinto a candidarti consigliere comunale?

L’interesse per la politica nel mio caso si sviluppa durante gli anni del liceo, grazie a professori, professoresse e compagni di classe sempre disponibili al confronto e a fornire stimoli e spunti di riflessione. Poi qualche anno dopo, il giorno precedente la chiusura delle candidature, scopro dell’esistenza della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta. Aver potuto partecipare agli incontri formativi e alle visite a varie istituzioni a Roma, Milano e Bruxelles è stata certamente un’esperienza fra le più arricchenti. Ma soprattutto, la Scuola mi dato la possibilità di conoscere giovani appassionati e motivati come me e vedere che ciascuno a modo suo si stava spendendo per la propria comunità. Cosa che ho poi ritrovato avvicinandomi ai Giovani Democratici di Faenza (e qui devo ringraziare Andrea Fortini per la sua tenacia e per la passione travolgente che trasmette a tutti!). Ho deciso di candidarmi per proseguire un percorso di attivismo e impegno sociale e soprattutto per sostenere Massimo Isola, avendolo conosciuto personalmente grazie all’esperienza con l’Associazione culturale Fatti d’Arte.

Qual è l’episodio più bello, a livello personale, che hai vissuto in questa campagna elettorale?

Più che un singolo episodio, durante la campagna elettorale ci sono stati svariati momenti quotidiani nei quali ho sentito veramente la vicinanza e il sostegno di tante persone. Persone che conoscevo da tempo, che non ci hanno pensato due volte a dare una mano e persone che invece ho incontrato negli scorsi due mesi ma fin da subito hanno messo il loro entusiasmo e le loro energie in questo progetto. Con i Giovani Democratici abbiamo davvero lavorato in gruppo, condividendo responsabilità e criticità. Questo ha reso la campagna elettorale un percorso formativo per tutti ed è una grande soddisfazione!

Secondo te in cosa, concretamente, Faenza deve puntare per fare questo salto di qualità?

Il risultato elettorale ci mostra che i faentini non si sono lasciati convincere da risposte semplici a problemi complessi. Nei prossimi anni dovremo innanzitutto lavorare per non deludere le aspettative e come parte integrante di questo percorso penso occorrerà ristabilire un rapporto diretto con i cittadini, elettori e non, attraverso una dettagliata comunicazione dell’operato. L’ampio numero di preferenze che i candidati Pd hanno ottenuto non deve rimanere un risultato elettorale, ma tradursi in maggiore inclusività e partecipazione dei cittadini faentini.

Spesso la parola “giovane”, in particolare in politica, viene utilizzata in un’accezione esclusivamente positiva. A prescindere dalla persona, si ritiene che una persona giovane non possa che fare bene all’interno del consiglio comunale; cosa pensi al riguardo? Cosa portano di diverso i giovani in politica?

Penso che il binomio vincente debba essere giovani-appassionati, per portare all’interno delle istituzioni nuove idee e, perché no, anche nuove modalità di azione. Nei prossimi anni dovremo impegnarci per dimostrare di non essere stati eletti unicamente per questioni anagrafiche, ma anche e soprattutto perché ciascuno di noi ha competenze specifiche, da sviluppare e affinare. Per fare ciò sarà cruciale l’ascolto e il confronto con chi ha sicuramente più esperienza di noi. Sono molto contenta di avere al mio fianco altri coetanei, perché sono certa sapremo creare un gruppo coeso e proattivo, mettendo a fattor comune i nostri differenti bagagli culturali e percorsi formativi.

Hai dichiarato di candidarti anche per ‘concretizzare il tuo impegno per l’equità di genere’. Cosa può fare l’Amministrazione su questo tema? E come valuti il fatto che, anche in questa campagna elettorale faentina, la presenza femminile nei ruoli politici di vertice sia stata carente, trasversalmente a destra e a sinistra?

Come ricordato nei giorni scorsi in un articolo di Buonsenso@Faenza, la presenza femminile in Consiglio Comunale sarà inferiore al 30%, segnale che c’è ancora molto da fare per raggiungere la parità. A mio avviso, un primo passo per vedere donne ricoprire ruoli di vertice (sia politici sia nel mondo del lavoro) è una maggiore partecipazione fin dal principio. L’Amministrazione, supportata dai livelli di governo superiori, dovrà garantire il giusto supporto alle donne nel periodo successivo alla maternità (momento in cui ancora troppo spesso le donne sono costrette ad abbandonare la propria carriera) o a chi si prende cura di parenti anziani, realtà sempre più frequente nella nostra società. Per le giovani donne invece, serve far passare fin dagli anni scolastici il messaggio che non esistono lavori o ruoli che non possono svolgere o ricoprire in quanto donne.

Fra cinque anni come ti immagini al termine del tuo percorso in consiglio comunale?

Vorrei poter dire di aver contribuito a rendere Faenza una città a misura di tutti e che non lasci indietro nessuno. Questo passa anche per esempio, come dicevo in precedenza, da un più facile accesso agli asili nido e servizi per l’infanzia o da maggiori posti in Rsa e strutture che si prendono cura degli anziani. Nel mezzo, ci sono infatti famiglie che troppo spesso devono ricoprire il ruolo di care-givers perché non ci sono alternative. Mi piacerebbe vedere una Faenza della quale i cittadini hanno voglia di prendersi cura, con piccoli gesti personali oppure passando da un più intenso coinvolgimento dell’associazionismo (attraverso collaborazione e non sfruttamento).

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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