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Diossine a Faenza: rimandata di un giorno la comunicazione degli esiti

C’ è stata molta attesa, e alle 18.13 è stata pubblicata una nota dall’ufficio stampa del sindaco che rimanda a domani l’esito sulle analisi delle diossine e dei furani a seguito dell’incendio di venerdì 9 agosto al magazzino della Lotras System a Faenza.

Il comune: “Analisi complesse, domani i risultati”

“Vista la complessità delle analisi da eseguire e considerata la necessità di ulteriori approfondimenti da parte dell’ASL, i risultati relativi alla ricerca di diossine/furani, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e metalli nell’aria condotta da ARPAE, a seguito dell’incendio di venerdì 9 agosto in via Deruta, verranno resi noti entro la giornata di domani (ndr. Martedì 13 agosto). ” Conclude la nota: “Per il momento restano valide le precauzioni consigliate nei giorni scorsi, in modo particolare il lavaggio accurato dei prodotti ortofrutticoli raccolti sul territorio. ”

Che cosa sono le diossine e i furani

Con il termine generico di “diossine” si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, ossia formati da carbonio, idrogeno, ossigeno e cloro, divisi in due famiglie: dibenzo-p-diossine (PCDD o propriamente “diossine”) e dibenzo-p-furani (PCDF o “furani”). Si tratta di idrocarburi aromatici clorurati, principalmente creati dall’uomo, particolarmente stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; le diossine e i furani costituiscono infatti due delle dodici classi di inquinanti organici persistenti. Grazie alle politica ambientali europee degli ultimi 40 anni, la loro presenza nell’ambiente è diminuita considerevolmente.

Diossine Faenza incendio
La formula chimica di diossine e furani

Le diossine non vengono prodotte intenzionalmente, non avendo alcun utilizzo pratico, ma sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione. Una volta immesse nell’ambiente possono dare origine a processi di accumulo in specifici comparti ambientali (suoli e sedimenti); in specifici prodotti (latte e vegetali a foglia larga) ed organismi (fauna ittica ed erbivori). In generale, sulla base delle conoscenze ad oggi disponibili, il meccanismo primario di ingresso delle diossine nella catena alimentare terrestre, sembrerebbe essere la deposizione atmosferica in fase di vapore sulle foglie delle piante e, parzialmente sul terreno, ingeriti successivamente dagli animali. Il metodo migliore per ridurre l’esposizione a queste sostanze risulta essere, ad oggi, l’adozione di un regime alimentare povero di grassi animali.

Una ricerca bibliografica condotta da APAT – Agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici – viene riportato che le diossine sono nocive per gli organismi e per gli essere umani, con effetti dermatologici, sul sistema immunitario, a livello endocrino e durante lo sviluppo fetale a seconda del tipo di esposizione. Le informazioni riportate dossier APAT sulle diossine e furani, sono da intendersi come una sintesi dei dati disponibili e non come una validazione degli stessi da parte di APAT.

Francesco Ghini

Fonte: APAT

Francesco Ghini

Mi occupo di comunicazione, marketing sanitario e formazione. Nel 2014 ho fondato il blog online Buonsenso@Faenza. Con un passato da ricercatore e un dottorato in Medicina Molecolare, oggi collaboro con diverse aziende come consulente per la comunicazione, sviluppo di business, sviluppo della identità del brand e quale organizzatore di eventi formativi e divulgativi nazionali e internazionali.

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