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Donne: libere e protagoniste. Storie di impegno politico, sociale ed economico nella Romagna faentina

Fino al 31 agosto, presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Manfredi di Faenza sarà visitabile la mostra gratuita Donne: libere e protagoniste. Storie di impegno politico, sociale ed economico nella Romagna faentina, che sarà ospitata in ogni comune dell’Unione della Romagna Faentina fino a dicembre 2021.

La mostra: il contributo femminile alla storia italiana

La mostra è composta da 21 pannelli che ripercorrono le tappe fondamentali della storia italiana a partire dalla Seconda Guerra Mondiale – la Resistenza, le prime elezioni del dopoguerra, la nascita dell’Assemblea costituente e della Costituzione italiana – raccontandole attraverso le figure femminili nazionali e del territorio il cui intervento è stato indispensabile, nonostante la poca attenzione a loro riservata per molto tempo: «Il contributo femminile alla vita pubblica nel Dopoguerra è un tema “minore” nella grande storia del Novecento, sia perché spesso le donne impegnate nella società e nella politica del periodo erano poche, sia perché la consapevolezza dell’apporto “di genere” è sorta negli ultimi decenni e spesso, prima, colpevolmente minimizzata» afferma Andrea Piazza, ideatore della mostra.

Un racconto narrato dai numeri e dalle testimonianze dirette

L’esposizione si sviluppa in due filoni, quello statistico e quello narrativo: sono riportati i risultati delle elezioni amministrative, del referendum istituzionale e dell’elezione dell’Assemblea costituente, affiancati dai dati di affluenza alle urne divisi per genere, tutti e tre avvenuti tra marzo e giugno del 1946, dopo l’ottenimento del suffragio universale. La spiegazione di cosa significassero quei numeri e quali ripercussioni ebbero per le donne dell’epoca è lasciata alle testimonianze dirette di coloro che per la prima volta si trovarono dentro la cabina elettorale. Una seconda parte, che presenta la nascita della Costituzione ed è curata dai comitati per la valorizzazione e la difesa della Costituzione di Faenza e Ravenna, si concentra sul lavoro delle ventuno donne che presero parte alla sua stesura: investite di una responsabilità che non era mai toccata a nessuna prima d’ora, pur avendo una diversa estrazione politica, fecero fronte comune perché le loro richieste, rappresentative di una nuova fetta di elettorato, non fossero ignorate. Così, il testo che ancora oggi regola la vita di tutti i cittadini e le cittadine è il risultato della loro tenacia e compattezza: questo contributo sostanziale alla scrittura della Costituzione, in cui ogni parola inserita o scartata è stata il frutto di un difficile ma efficace compromesso, è ancora oggi un argine per chi vuole mettere in discussione l’idea di un’effettiva parità tra i sessi.

L’impegno politico, sociale e economico delle donne romagnole

Sono dieci, poi, i pannelli dedicati alle donne romagnole, due ricordate per la loro opposizione al fascismo e otto amministratrici comunali che consacrarono la loro vita all’impegno civile anche ben dopo la fine della guerra. I pannelli riservati a Elisa Dalmonte e Annunziata Verità sono particolarmente emozionanti: nonostante i virgolettati che riferiscono scene di violenza, ciò che rimane non è un sentimento patetico ma di ammirazione per la forza e il coraggio con cui affrontarono la brutalità della guerra, rischiando più volte di morire per mano nemica.

Infine, una sezione è rivolta alle donne lavoratrici nel mondo agricolo, nel settore dell’artigianato e alle ragazze dell’Omsa, azienda in primo piano nella storia economica di Faenza; tre esempi di affermazione del proprio ruolo all’interno della società e di rivendicazione di un diritto fondamentale: quello di pari dignità.

I contenuti della mostra sono stati elaborati da un gruppo di lavoro coordinato da Andrea Piazza, a cui hanno collaborato anche Angelo Emiliani, esperto di storia locale e membro dell’Anpi, e Nicola Dalmonte, laureato in Storia Contemporanea e vicesindaco di Solarolo. Molti sono stati gli interventi di altre figure che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione delle biografie delle protagoniste.

Tante le attività per la memoria del Novecento

La mostra prende il nome dal piano di lavoro presentato per il bando regionale a sostegno dei progetti per la memoria del Novecento, ed è solo una delle iniziative che l’Unione della Romagna Faentina porterà avanti quest’anno: saranno coinvolte sia le scuole del territorio a partire dal prossimo anno scolastico, con la partecipazione di alcune associazioni culturali e di promozione sociale (Fatti d’Arte, Pereira e Acsé), sia il resto della cittadinanza. In particolare, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Ravenna pubblicherà una monografia sulle venti donne che hanno fatto parte dei Consigli Comunali o delle Giunte dei sei Comuni dell’Unione, approfondendo le forme di protagonismo politico ed istituzionale fra il Dopoguerra e il 1960. «La finalità – afferma Piazza – è quella di diffondere la consapevolezza sui fenomeni storici dell’Emilia-Romagna con un’attenzione particolare alle nuove generazioni e alle ricerche che valorizzano nuovi contenuti».

Maria Rivola

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