Covid-19: anche in Italia parte la vaccinazione

Dopo mesi di estenuante attesa la vaccinazione contro il Covid-19 ha avuto inizio in diversi paesi del mondo, Italia inclusa. È dalla mattina del 27 dicembre infatti che la campagna vaccinale è partita simbolicamente all’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, dove una dottoressa, un’infermiera e un operatore sociosanitario hanno ricevuto le prime dosi. La consegna delle fiale del vaccino sta avvenendo in tutte le Regioni d’Italia a seconda di necessità e popolazione: sono in totale circa 450mila le dosi che saranno consegnate ogni settimana nel paese, con l’obiettivo di raggiungere entro fine gennaio la copertura di tutto il personale sanitario e degli ospiti delle Rsa, per un totale di circa due milioni di persone. Quello sviluppato da Pfizer-Biontech non è tra l’altro l’unico vaccino presente, visto che ben presto dovrebbero arrivare anche quelli di Moderna e Astrazeneca per compiere una vaccinazione di massa: previste ben 28 milioni di dosi entro la fine di marzo.

Il dibattito sulla vaccinazione obbligatoria

Ovviamente, per coprire per intero la popolazione italiana con la campagna vaccinale saranno necessari svariati mesi, dal momento che il vaccino sarà somministrato con due iniezioni a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. Con l’obiettivo di raggiungere un’immunità diffusa dal coronavirus, il dibattito si sta concentrando quindi inevitabilmente sull’opportunità o meno che la vaccinazione sia obbligatoria per le persone. Esperti e politici si stanno confrontando sul tema, considerando anche se sia effettivamente possibile a livello giuridico far diventare un obbligo la vaccinazione. L’idea più accreditata è che sia da porsi sulle persone che lavorano in campo medico – quindi operatori sanitari, medici, infermieri, personale delle Rsa che è a contatto con i soggetti più esposti al virus – una sorta di obbligo quantomeno morale a vaccinarsi, dal momento che si tratta di lavoratori che per natura del loro impiego potrebbero essere facilmente oggetto di contagio e vettori dello stesso. Esiste anche la possibilità di introdurre l’obbligo di mostrare una sorta di passaporto sanitario che attesti l’avvenuta vaccinazione per compiere alcune azioni, come viaggiare al di fuori dell’Italia: è un’ipotesi al vaglio anche di istituzioni internazionali come la Commissione Europea.

Il consiglio? Limitare gli spostamenti fuori casa

In attesa comunque che la campagna vaccinale abbia effetto e porti ad una immunità di gregge, il consiglio è quello di limitare quanto più possibile le uscite e gli spostamenti in posti affollati. La spesa, ad esempio, è sempre stata un fattore di rischio in questo senso, e sicuramente la possibilità di farla online negli ultimi mesi ha non solo dato la possibilità di limitare il contagio ma ha anche introdotto nella nostra vita un importante fattore di comodità. L’e-commerce è infatti cresciuto a dismisura in questo periodo visto che è possibile ormai trovare qualsiasi prodotto anche online, grazie a servizi che offrono ad esempio la consegna a domicilio di detersivi o altri beni di prima necessità, inclusi quelli alimentari. I vantaggi che implica fare la spesa online sono diversi e includono in primis, come visto, una minore possibilità di esposizione al virus, ma anche un risparmio sul carburante dell’auto, la possibilità di acquistare prodotti anche se si sta poco bene o non si può uscire di casa per altri motivi, e la comodità di farsi portare tutto a casa e di pagare direttamente online. Si tratta, ovviamente, di un consiglio valido anche per altri generi di spese, che ancora per un certo periodo sarebbe meglio compiere online.

Il 2021 è iniziato portando certamente con sé buone notizie dal punto di vista della lotta al virus, ma questo non implica che la nostra attenzione nei confronti dei possibili mezzi di contagio debba essere abbassata.

Francesco Ghini

Mi occupo di comunicazione, marketing sanitario e formazione. Nel 2014 ho fondato il blog online Buonsenso@Faenza. Con un passato da ricercatore e un dottorato in Medicina Molecolare, oggi collaboro con diverse aziende come consulente per la comunicazione, sviluppo di business, sviluppo della identità del brand e quale organizzatore di eventi formativi e divulgativi nazionali e internazionali.

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