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Turismo, Confinudustria Romagna: “Per Ravenna numeri ancora troppo esigui”

La ripresa c’è (ma si rimane in attesa di ulteriori conferme) mentre è sotto accusa invece il turismo ravennate: si può fare molto di più per valorizzare il mare, l’arte e le bellezze del territorio. Questa la situazione economica delle imprese ravennati associate a Confindustria Romagna che emerge dall’indagine congiunturale relativa al consuntivo del secondo semestre 2016 e alle previsioni del primo semestre 2017. All’interno dello stesso settore emergono imprese con parametri positivi ed altre che mostrano situazioni più complicate, per cui il risultato medio risente di questo effetto “a macchia di leopardo”.

La rilevazione ha evidenziato per il secondo semestre 2016 come per le aziende ravennati il fatturato totale, rilevato a prezzi correnti, sia lievemente aumentato (+0,2%). In generale, l’aumento del fatturato totale deriva soprattutto dal buon andamento del fatturato estero +2,2%, mentre il fatturato interno è più o meno stazionario a -0,1%.

I dati dell’indagine: meglio le piccole imprese

Con riferimento alla classe dimensionale delle imprese, quelle con meno di 50 dipendenti evidenziano il dato migliore: +3% del fatturato totale con +11% di quello estero, ma denotano una diminuzione dell’1% del fatturato interno. Le aziende con un numero di dipendenti compreso fra 50 e 249 segnano una stazionarietà del fatturato totale (-0,2%), con una crescita del fatturato estero appena dell’1% e un lieve calo del fatturato interno (-1,1%). Le imprese con numero di dipendenti maggiore o uguale a 250 denotano una diminuzione del fatturato totale di -2,8%, un calo del fatturato estero (-6,6%), mentre il fatturato interno denota un aumento del +5,5%.

«É con soddisfazione – spiega il presidente di Confindustria Romagna, Maggioli – che presentiamo la prima indagine congiunturale di Confindustria Romagna per il territorio di Ravenna. L’analisi si somma alla raccolta dati per le aziende riminesi diffusa nei giorni scorsi, in un’ottica di area vasta che stiamo portando avanti come Confindustria Romagna. Le due indagini, a quasi sei mesi dalla fusione fra le nostre territoriali, ci danno la possibilità di ricordare che il nostro percorso sta continuando con sempre maggiore convinzione».

Turismo: “L’incremento del 2016 è troppo basso”

Sotto accusa in particolare i numeri del turismo. «È necessario ripensare il turismo ravennate in chiave industriale, non occasionale. Una città con l’appeal di Ravenna, con secoli di storia, chilometri di costa, ricco patrimonio culturale – dai mosaici bizantini a Dante – non può permettersi numeri così esigui: le presenze, nonostante un incremento nel 2016 rispetto al 2015 (peraltro il peggiore negli ultimi 16 anni: 2.791.176 contro 2.631.019), rimangono ben lontane dal picco del 2009 (3.017.715). Anche la media delle presenze annue nel periodo 2011-2016 (2.747.098) rimane inferiore alla media del decennio precedente (2.820.068), a riprova di un trend non confortante. A questo si aggiunge l’emorragia di crocieristi (dai 150 mila del 2011 ai 50 mila del 2016). Da anni in crisi di vocazioni turistiche, ai Lidi va assegnata una speciale attenzione urbanistica ed ambientale che consenta, ad ognuno, di venir valorizzato secondo specifiche identità topologiche. L’industria culturale di Ravenna può essere la prima leva per far ripartire arrivi e permanenze turistiche in Città e nei Lidi».

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