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Confesercenti: estate negativa per bar e attività commerciali in provincia, 55 in meno

Estate dal trend negativo quella che riguarda le attività commerciali del settore terziario nella provincia di Ravenna. Tra luglio e agosto 2016 il bilancio complessivo tra attività nate e cessate parla di 55 attività in meno tra bar, ristoranti, agenti di commercio e soprattutto esercizi extralimentari (20 in meno). A elaborare questi dati l’Osservatorio nazionale Confesercenti, su dati Unioncamere aggiornati al 31 agosto 2016 (saldo del quarto bimestre 2016 che riguardava i mesi di luglio-agosto). “I dati relativi alla nascita-mortalità delle imprese in provincia – recita una nota di Confesercenti – ricalcano le tendenze evidenziate sia a livello regionale che nazionale. Il saldo negativo tra aperture e cessazioni è purtroppo la naturale conseguenza dell’andamento dei consumi che nel 2016 risultano di nuovo in calo e si riflettono negativamente su ricavi e redditività delle MPMI”.

In due mesi 15 bar in meno in provincia di Ravenna

I dati 2016 messi in confronto con l’anno precedente risultano più “tiepidi” per alcuni settori, come quello della ristorazione, che registra un aumento del 3% rispetto alla stessa data del 2015, come è possibile verificare dalla tabella sottostante.

Il saldo tra nuovi esercizi e cessati nel commercio e nei pubblici esercizi 

Provincia di Ravenna
Saldo numerico % sul 4° bim anno precedente
Commercio al dettaglio di automobili (*) sul totale di 598 registrate +4 +2,4%
Commercio al dettaglio su 3372 registrate -24 di cui

-4 alimentari e

-20 extralimentari

-1,3%
Commercio su aree pubbliche

su 1116 registrate

-7 -0,9%
Alloggio su 633 0 +0,8%
Ristorazione su 1593 -7 +3,4%
Bar su 1229 -15 -1,8%
Distributori carburanti su 130 -1 -2,3%
Giornali e riviste su 142 0 -4,1%
Commercio via internet su 99 -3 +10%
Agenti di commercio su 1469 -9 -1,2%

(da Osservatorio Imprese Confesercenti su dati Unioncamere)

L’unico incremento, per quanto contraddittorio, riguarda il numero di imprese è quello del commercio di autoveicoli cui si contrappongono il calo del numero di esercizi nel commercio in sede fissa, sia alimentare che extralimentare, come di bar e ristoranti, agenti di commercio e addirittura del commercio via internet. Entrando nel merito dei diversi settori, al 31 agosto 2016 le imprese attive nel dettaglio alimentare nella nostra provincia registrano in 2 mesi un calo numerico di -4, peggiore l’andamento del dettaglio extralimentare che in un anno vede diminuire le imprese attive dell’1,4% a livello provinciale e –20 in due mesi come saldo. In entrambi i settori il trend del territorio è leggermente peggiore rispetto ai dati medi della Regione Emilia Romagna. In calo anche il commercio ambulante.

Trend migliore del 2015 grazie alle imprese innovative

Diminuiscono anche i bar: -15 in provincia nel bimestre, -1,7% rispetto alla stessa data del 2015.
Un andamento in linea con i dati regionali e nazionali. L’aumento rispetto al 2015 è contrassegnato in particolare dall’apertura di imprese innovative che propongono formule originali e che si rivolgono ad una clientela prevalentemente giovane. Bisogna però anche registrare il forte turnover nel settore, per cui le nuove imprese nei pubblici esercizi hanno una vita media di poco più di 2 anni.

Confesercenti: “Si devono favorire i consumi”

A seguito di questi dati per il presidente provinciale Confesercenti Roberto Manzoni “E’ quindi urgente e necessario uscire da questa situazione di avvitamento attivando l’adozione di misure strutturali volte a favorire gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro, a partire dalla proroga degli sgravi per nuove assunzioni. Anche la leva fiscale inoltre dovrà essere opportunamente utilizzata: l’istituzione dell’Imposta sul Reddito Imprenditoriale è sicuramente una misura positiva, ma dovrà essere affiancata da un percorso di progressiva riduzione dell’IRPEF che sia in grado di dare un impulso ai consumi delle famiglie. Sarà poi indispensabile implementare nuove politiche del credito, occorrono a questo proposito misure che favoriscano una ripresa dei finanziamenti agli investimenti e lo sviluppo del credito soprattutto alle imprese minori.

“E’ infine necessario – continua Roberto Manzoni – sia a livello nazionale che locale, contemplare un valido sistema di incentivi finalizzati alla riqualificazione degli assi commerciali, dei centri storici e dei paesi, prevedendo in ambito locale, la destinazione di risorse finalizzate all’innovazione e qualificazione delle Pmi del commercio, derivanti dagli introiti a seguito delle autorizzazioni rilasciate all’apertura di medie e grandi strutture di vendita.” Autorizzazioni e previsioni su cui Confesercenti ha chiesto una forte moratoria.

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