L’Altra Faenza, Art. 1, M5S, Psi e Verdi: “Va completata la casa della salute”
Dopo l’emergenza Coronavirus «ricostruiamo una prospettiva a partire dal Distretto Sanitario di Base, quale prima dimensione di governance per assicurare l’integrazione sociosanitaria, l’interprofessionalita, la presa in carico del paziente e tutti gli ulteriori aspetti tipici della medicina di territorio per garantire l’universalità del servizio anche in prospettiva». Ad affermarlo una nota congiunta da l’Altra Faenza, Articolo Uno Faenza, Movimento 5 Stelle, Partito Socialista Faenza, Verdi Europa Faenza, che prosegue: «La Sanità Territoriale, anche a Faenza, non può funzionare se Ospedali di Comunità e Case della Salute restano semplicemente muri, senza personale dedicato e senza integrazione con i medici di medicina Generale e con il sistema socio-sanitario locale. Crediamo che uno dei compiti principali della futura Amministrazione della nostra città sia quello di completare il percorso delle Case della Salute, integrandola in un sistema che potenzi la domiciliarità socio-sanitaria nel nostro territorio».
La dichiarazione dei partiti che vanno dai 5 Stelle ai Verdi
«Serve investire per adeguare come prima cosa gli organici medici e infermieristici alle esigenze di una sanità all’altezza dei tempi – continua il comunicato – e delle nuove sfide imposte dalla società contemporanea. Agli “eroi” che abbiamo consacrato nelle settimane più drammatiche dell’epidemia serve riconoscere professionalità e valore, adeguandone gli stipendi alla media europea. L’esperienza della gestione della Sars-Cov-2, soprattutto nelle Regioni più colpite dal virus, ha reso evidente a tutti l’importanza della Sanità Territoriale, quell’insieme di servizi e competenze professionali dedicate alla prevenzione delle malattie, alla promozione della salute ed all’assistenza sanitaria primaria. La frammentazione del Ssn, con incomprensibili autonomie locali, ha di fatto limitato l’equità di accesso alle cure mediche e nella recente emergenza ha determinato inaccettabili difformità e ostacoli al contenimento dell’ondata infettiva. Occorre riorganizzare e finanziare i servizi e il sistema di cure primarie al fine di garantire la cura a chi ne ha diritto, investendo sull’appropriatezza e su reti integrate che la governino tra territorio, ospedale e professionisti».