Alluvione a Faenza: cronache dal fango

E’ sabato a Faenza. In Piazza del Popolo c’è il mercato, nei bar c’è chi fa colazione e i parchi, complice la temperatura primaverile gradevole, si riempiono di famiglie. E’ sabato a Faenza e oltre al ponte delle Grazie, c’è un’area di circa 400 metri quadrati recintata: la Zona Rossa. Questa è la prima cosa che salta all’occhio a chiunque vi acceda. C’è una città che trascorre un weekend normale come gli altri e un’altra città nella città impegnata a scavare nel fango, ammassare oggetti personali, elettrodomestici, mobili, auto e vestiti oramai inutilizzabili. L’atmosfera è surreale, ma l’odore, quello del fango e di fogna rende tutto molto concreto.

Il sabato dopo l’alluvione, nella Zona Rossa di Faenza ci sono centinaia di volontari: chi è accorso perchè fa parte di un associazione come Scouts, Azione Cattolica, Rioni, associazioni sportive; chi perchè non è riuscito a stare a casa ed ha voluto prendere parte ai lavori e quanto successo lo scorso martedì 2 maggio.

Il lavoro è tanto e nessuno, ma davvero nessuno, è con le mani in mano. Sono passati già tre giorni, nonostante questo, in alcuni garage e cantine, l’acqua è ancora presente. Così come nel parco Gatti, ancora allagato e dove un’auto, che sembra quasi parcheggiata, è stata probabilmente spostata dall’acqua durante l’alluvione.

C’è chiasso nella zona rossa, le idrovore svuotano dall’acqua gli spazi, i trattori spostato le tonnellate di materiale da buttare, i mezzi dei Vigili del Fuoco e i camion si muovono su e giù per le strade rimuovendo ciò che erano oggetti personali. C’è un momento, in acuto,  dell’emergenza e dell’evacuazione. Oggi è il momento della presa di coscienza di chi ha perso molto, se non tutto e comunque si rimbocca le maniche.

Alluvione a Faenza: le parole dei cittadini dalla zona rossa

“Arriva l’acqua, arriva l’acqua – Ci dicevano. Tutto in una volta abbiamo visto l’acqua arrivare dal fiume. L’acqua cresceva e cresceva fino a che l’abbiamo trovati ai primi piani. Ci siamo trovati tutti ai piani più alti. Pensavamo fosse una cosa minore, poi invece…” Parla Ugo, un cittadino vicino all’incrocio fra Via Cimatti e Via Ragazzini. “In quel momento non riuscivamo a capire, non si capiva cosa stesse succedendo. Abbiamo perso tutto. Siamo a buttar via i ricordi.”

“Ieri sera sono evasa da questo luogo, sono stata da un’amica e ho visto com’è là fuori, dove non è successo niente. Mi sembra di vivere in una realtà parallela.”  racconta Giorgia, una giovane ragazza che abita nella parte finale di Via D’Azeglio, “Ci siamo svegliati alle 4.00 quando ha iniziato a salire l’acqua. Non ce ne siamo neanche accorti. Ora è fango ovunque, nelle cantine c’è ancora acqua; la stanno finendo di aspirare. Ci aiutiamo fra vicini.”

“Non sembrava diventasse questa catastrofe, poi l’acqua ha continuato a salire e i pompieri ci hanno portato in salvo.” dice Cristina da Via D’Azeglio.”Ho avuto molta paura per quest’acqua che saliva e saliva. La sensazione di impotenza e di non riuscire a fare niente. Abbiamo perso le auto che erano per noi importanti per il lavoro.”

“E’ stato inverosimile.” afferma Rossella, abitante dalla parte finale via Ragazzini. “Abbiamo sentito dei vicini che hanno iniziato a gridare, poi abbiamo sentito dei gran rumori e ho visto l’acqua che iniziava ad arrivare. Abbiamo messo in salvo pochissime cose, se non noi e gli animali. E’ una cosa che non si dimenticherà più. E’ un disastro.”

Domenico abita vicino alla rotonda di Via Torretta: “Ho buttato via 40 anni di lavoro, il mio laboratorio non è più utilizzabile. 40 anni di vita andati a quel paese. In un paio d’ore la cosa è precipitata. Non mi aspettavo che l’acqua salisse così tanto”

“Materiali e impianti sono da buttare”, racconta Gianni Morsiani, presidente dell’Associazione Faenza Lotta che gestisce la Palestra Lucchesi, “Ringrazio l’organizzazione perchè ci sono tanti volontari, si è resa disponibile l’Atletica 85 Faenza che ci darà degli spazi per continuare. Non poter più mettere a disposizione quello che da anni avevamo consolidato per la città e per i ragazzi mi rattrista molto. Nel mio ufficio c’era una vetrinetta con medaglie delle olimpiade degli anni 30 e non stiamo trovando più nulla. Tutta la nostra parte storica dal 1919 è persa e questo è un grande peccato.”

“La sera prima avevamo messo il materiale in alto, credendo di essere salvi.” afferma Mattia Lucatini, di Artistation Faenza, ” L’acqua qui è arrivata a 2 metri e mezzo. La nostra associazione compie 10 anni e avevamo in mente di fare un evento speciale e ora non abbiamo più la nostra sede. Questa scuola è partita dalla voglia di giovani ragazzi e oggi è un lavoro vero e propio per alcuni e ricominciare sarà difficilissimo.”

Francesco Ghini

 

Francesco Ghini

Mi occupo di comunicazione, marketing sanitario e formazione. Nel 2014 ho fondato il blog online Buonsenso@Faenza. Con un passato da ricercatore e un dottorato in Medicina Molecolare, oggi collaboro con diverse aziende come consulente per la comunicazione, sviluppo di business, sviluppo della identità del brand e quale organizzatore di eventi formativi e divulgativi nazionali e internazionali.

2 thoughts on “Alluvione a Faenza: cronache dal fango

  • 6 Maggio 2023 in 20:12
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    da Granarolo passano il canale Naviglio, il Fosso vecchio, il Fosso vetro,……sempre senza o con poca acqua anche nei giorni scorsi……
    A Faenza dovrebbero saperlo e utilizzarli in casi estremi come questo.

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  • 7 Maggio 2023 in 23:18
    Permalink

    Buonasera Francesco, segnalo una seria imprecisione nell’articolo: l’area del disastro non è così piccola come si tenta di far credere: non so da dove sia uscita la informazione che sarebbe di soli 400 metri quadri! Non scherziamo: 400 mq è la superficie di una villetta al massimo!. L’area è un rettangolo quasi perfetto che compren
    de da nord, la via Silvio Pellico, via Pantoli, parco Gatti via Cimatti , piazza Golinelli , via Ragazzini , via D’Azeglio: totale 105.000 metri quadri con oltre 3000 abitanti, con forte presenza di anziani.

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