Affrontare insieme un’alluvione: la storia di Via Lacchini, 65
Via Lacchini, 65 è un condominio di edilizia popolare, nell’Orto Bertoni, colpito dall’alluvione dello scorso 16 maggio. Un edificio, tante storie che nel momento della necessità si sono intrecciate fra loro, accumunate da un genuino senso solidale: la voglia di aiutarsi, di scherzare e prendersi anche in giro. L’attenzione alle esigenze dei singoli, nonostante religione e cultura differenti; il voler sentirsi in famiglia, consci che affrontare insieme l’alluvione è più facile: perchè si condivide il lavoro; perchè non ci si fa prendere dallo sconforto.
“Abbiamo gonfiato un nostro gommone e abbiamo salvato 8 famiglie”. Le parole di Krzysztof, Maciej ed Hatim
“In questo condominio noi siamo sempre così uniti,” dicono Giusy e Chiara, sorelle e dipendenti in una ditta di autolavaggi. “Già la mattina dopo l’alluvione abbiamo iniziato a lavorare tutti assieme per togliere l’acqua e sistemare gli spazi.”racconta Anna, una donna di origini polacche dipendente di Zani Frutta. Quella notte il suo compagno, Krzysztof, insieme a Maciej ed Hatim, non appena hanno visto l’acqua arrivare sono scesi in strada e hanno avvisato più vicini possibile di spostare l’automobile in una zona sicura. Non solo, capendo l’emergenza di quanto stava succedendo, hanno portato loro stessi in salvo alcune persone in fondo alla via, gonfiando in tutta velocità due gommoni che avevano in garage, che erano riusciti a recuperare subito prima che diventassero impraticabili a causa del flusso d’acqua dal fiume: “Ero praticamente al fianco dei Vigili” spiega Hatim “e sono riuscito a caricare la gente sul gommone. Abbiamo evacuato tutto il palazzo.”
Un dato che rende ulteriormente eccezionale questa storia: nel corso della notte i ragazzi hanno salvato 8 famiglie.

“La notte del 16 maggio ci siamo tutti riuniti nel mio appartamento all’ultimo piano” racconta Omima, una giovane ragazza frequentante la 4^ ginnasio del Liceo Classico Torricelli, “L’acqua saliva e saliva e avevamo paura entrasse nelle case. Tutti hanno portato vestiti e oggetti importanti al piano superiore per paura che l’acqua portasse via tutto”. Grandi storie, che partono da piccole intenzioni. Come quella di Carolina, una pensionata di 84 anni, che con grande energia e insieme agli altri ha ripulito il suo garage e non si è risparmiata e ha raccolto applausi e apprezzamenti da tutto il palazzo. Oppure quella di Rosa e Manuela, evacuate nella notta in un centro di accoglienza e prontamente riaccolte nel condominio e consolate dai vicini di casa dal pianto per l’incredulità di quanto fosse successo.

I vicini non si scelgono, la differenza è nel come si costruiscono le relazioni
Il lavoro è solo all’inizio: riportare il quartiere alla realtà di prima non sarà semplice. A fine giornata, dopo ore di lavoro, i condomini di Via Lacchini, 65 si riposano condividendo una birra, uno snack, ripercorrendo quanto successo. Ci sono quelli che parlano, per scaricare la tensione o forse per non pensare, e coloro che ascoltano in silenzio, ma vogliono essere parte di questa piccola comunità. Dopo una giornata con loro, è riduttivo descrivere questa realtà come solo esempio di buona integrazione e collaborazione. E’ qualcosa di più: è un modo di vedere il mondo di oggi, uno sguardo che non parte dalla diffidenza, ma dalla semplice e genuina coscienza che essendo vicini di casa le proprie strade si sono inevitabilmente intrecciate. Gli abitanti di Via Lacchini, 65 non hanno mai visto questo come limite, ma come parte del proprio percorso di vita, una lezione interessante da imparare in questi giorni: non tutte le relazioni si scelgono, ciò che le rende speciali è quanto siamo pronti a costruirle e renderle solide per momenti di grande difficoltà, come quello che stiamo vivendo.
Via Lacchini, 65 sono Krzysztof, Hatim, Maciej, Giusy, Omima, Chiara, Anna, Fatima, Carolina, Federica, Gabriele, Jack, Daniel, Manuela, Rosa, Oussama, Lisa, Adam, Massimo, Sofia.
Grazie! Grazie!
Un articolo veramente positivo complimenti