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Sospetto caso di virus Zika a Faenza: il possibile contagio avvenuto in un viaggio a Cuba

Sospetto caso di virus Zika a Faenza: la segnalazione dell‘Ausl riguarda la zona di via Laghi della città manfreda, residenza di una donna che, al rientro da un viaggio a Cuba, è stata colta da sintomi che potrebbero far supporre la presenza della malattia trasmessa tramite la zanzara. La donna avrebbe iniziato ad accusare i primi sintomi già durante il viaggio all’estero, nella fattispecie malessere e febbre alta. Anche se non in grave condizioni, per precauzione è sotto osservazione in attesa dell’esito delle analisi specifiche.
Pur non essendo stati riscontrati ancora casi di contagio avvenuti direttamente in Europa, contemporaneamente sono partite anche le procedure di disinfestazione dell’area di via Laghi che continueranno fino a lunedì 21 agosto 2017, al fine di evitare la nascita di un possibile focolaio trasmesso dalle zanzare nostrane.

Che cos’è il virus Zika

Il virus Zika (ZIKV) è un virus isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Uganda. Negli esseri umani provoca una malattia nota come “zika” o febbre Zika, che può avere effetti gravi in particolare verso le donne in stato di gravidanza.

Come scrive Epicentro, il sito del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità: «Si stima che nell’80% dei casi l’infezione sia asintomatica. I sintomi, quando presenti, sono simili a quelli di una sindrome simil influenzale autolimitante, della durata di circa 4-7 giorni, a volte accompagnata da rash maculo papulare, artralgia, mialgia, mal di testa e congiuntivite. Compaiono a distanza di 3-13 giorni dalla puntura della zanzara vettore. Raramente è necessario il ricovero in ospedale».

Il virus viene trasmesso principalmente da punture d’insetto e zanzare. Come scrive il sito di Ausl Romagna, che dal 2016 ha adottato in piano specifico verso questa malattia: «A partire dal 2013, sono stati registrati focolai epidemici di virus Zika nelle isole del Pacifico (Polinesia francese – dove si è registrato il focolaio più esteso, Nuova Caledonia e Isole Cook). Nel maggio 2015 la Organizzazione Panamericana della salute (OPS) ha segnalato un’epidemia da virus Zika in Brasile (diventata nota a livello mediatico anche in perché quell’anno si sarebbero svolte le Olimpiadi a Rio, ndr), che, da quel momento, ha iniziato a diffondersi in altre zone del Sud e Centro America. Il 1 febbraio 2016, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sentito il comitato di emergenza del Regolamento Sanitario Internazionale (RSI 2005), ha dichiarato che il recente cluster di casi di microcefalia e altri disordini neurologici potenzialmente associati al virus Zika riportati dal Brasile e dalla Polinesia francese, costituisce un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Al momento non si registrano in Europa focolai autoctoni di virus Zika, ma vengono descritti casi di infezione in viaggiatori di ritorno dalle aree endemiche e casi sporadici di trasmissione sessuale autoctona (Argentina, Cile, Francia, Italia, Germania, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo – nella regione autonoma di Madera -, Stati Uniti e Canada)».

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