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Una mostra a Ca’ di Malanca per ricordare le vicende della 36^ Brigata Garibaldi

In preparazione del 73° anniversario della “Battaglia di Purocielo” domenica 27 agosto 2017 a Ca’ di Malanca si svolgeranno due eventi: dopo la messa celebrata alle ore 11 in ricordo dei caduti e il pranzo alle ore 12.30 organizzato dall’Anpi di Faenza, alle 14 verrà inaugurata la mostra “La 36.a Brigata Garibaldi Alessandro Bianconcini”, con gli interventi del vice sindaco di Faenza, Massimo Isola, di Marco Orazi direttore del Cidra di Imola e di Guido Ceroni, presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Ravenna.

Alle ore 15, invece, si terrà l’incontro con lo scrittore Cristiano Cavina autore del libro “Fratelli nella notte”, edito da Feltrinelli. Cristiano Cavina racconta la storia commovente ed emozionante di suo nonno Gianì che andò a caricarsi letteralmente sulle spalle il fratello Mario “Tarzan”, giovanissimo partigiano, rimasto ferito nella battaglia del 10 ottobre a Ca’ di Malanca. L’Anpi precisa inoltre che la cerimonia per ricordare i caduti di Ca’ di Malanca, con la deposizione di una corona, si svolgerà sabato 7 ottobre 2017 presso il cippo di Purocielo.

Una ricca documentazione fotografica racconta i due sofferti mesi della 36^ Brigata Garibaldi

Le due iniziative hanno l’obiettivo di mettere in luce l’attività svolta dalla 36^ Brigata Garibaldi “Alessandro Bianconcini” durante il periodo trascorso nelle Valli del Sintria e del Rio di Co’. In particolare, la mostra e la ricca documentazione fotografica esposte a Ca’ di Malanca aiutano a comprendere ampiamente la complessa drammaticità di quei giorni. Si tratta di un arco di tempo di due mesi che iniziò dopo la battaglia dei “Cinque giorni del Rovigo” nella zona del Monte Carzolano dal 9 al 13 agosto, quando la Brigata riuscì ad evitare l’accerchiamento da parte dei tedeschi, infliggendo loro pesanti perdite a Capanna Marcone. In vista dell’avanzata Alleata fu presa la decisione dal comando della Brigata stessa e dal Cumer, di riposizionare i milleduecento partigiani tra le valli del Santerno e del Sintria, con una forte presenza nella zona del Rio di Co’. Il Comando fu trasferito nel Molino Boldrino, nei pressi di Fornazzano in testa alla valle del Sintria.

Nei giorni precedenti e successivi il 18 settembre, data dello sfondamento della Linea Gotica sul Monte Giogo, la 36^ compì importanti azioni. Una compagnia occupò per dodici giorni Tossignano e altre compagnie misero in fuga a Castagno-Monte Pianaccino i reparti tedeschi che avevano tentato un assalto alle postazioni partigiane. Il 24 settembre. il Secondo Battaglione si portò nei pressi di Faenza, ma dovette desistere dal tentativo di entrare in città, sostenendo poi un duro scontro sul Monte Giornetto. Il Terzo Battaglione, a sua volta, parteciperà nei primi giorni dello scontro alla conquista di Monte Battaglia, accanto alle truppe Alleate. Purtroppo, negli stessi giorni a Ca’ di Guzzo, tra il Santerno e il Sillaro, un’altra compagnia della 36.a fu assediata dai tedeschi e nel durissimo scontro morirono trentadue partigiani e, secondo fonti Alleate, oltre cento tedeschi.

Dopo la conquista di Monte Battaglia, gli Alleati si fermarono su quella linea del fronte e gli avamposti partigiani, compresi quelli del Rio di Cò, si trovarono in grosse difficoltà. A Ca’ di Malanca il 10 ottobre due compagnie della 36.a misero in atto il tentativo di sfondare le linee tedesche e di raggiungere gli Alleati verso Fornazzano. Tentativo non riuscito e il giorno dopo a Ca’ Gostino il Comando della Brigata fu attaccato dai tedeschi. Lo scontro si protrasse per una intera giornata e anche per il giorno successivo, quando comunque circa seicento partigiani riusciranno a sganciarsi dall’assedio e raggiungere dopo tre giorni di cammino le truppe Alleate tra Portico e San Benedetto. Nella battaglia caddero 57 partigiani, ricordati perennemente dal monumento eretto a Cà di Malanca e dalla scultura di Angelo Biancini a Purocielo.

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