Il documentario “The Passangers” vince il Social Film Festival di Benevento
Lo scorso giovedì 2 dicembre Marino Mazzoni, Simone Mari e Sylvie Kamwa, tre dei protagonisti del documentario The Passengers, hanno ritirato il premio come miglior documentario al Social Film Festival Artelesia di Benevento. Insieme a loro c’erano Christian Poli e Tommaso Valente, autori del film, e Dora Casalino, responsabile del progetto innovativo di Housing First per il consorzio di cooperative sociali SolCo di Ravenna, anche lei co-protagonista del film contribuendo anche con un crowdfounding alla sua realizzazione.
The Passangers: un documentario sull’Housing First
Il documentario The Passengers racconta le storie dei partecipanti al progetto di Housing First. Si tratta di un modello innovativo di intervento nell’ambito delle politiche sociali basato sull’inserimento di persone senzatetto n abitazioni, allo scopo di favorirne la reintegrazione sociale. Al centro della narrazione il percorso quindi per trorvare casa casa. Ogni casa vive quindi di molteplici piani di narrazione e di molteplici storie, da quella dell’appartamento stesso, in cui esplodono e si risolvono i conflitti quotidiani della convivenza, a quelle singole di ogni protagonista. I protagonisti del film non sono solo i partecipanti di Housing First, uomini e donne che hanno vissuto il disagio abitativo, il peso sociale della fragilità e a volte la strada, ma anche operatori, responsabili di progetto, assistenti sociali che, con il loro impegno e professionalità, rendono possibile questo viaggio verso un luogo chiamato casa.
Prossimamente al cinema in 35 città italiane
Già alla sua anteprima internazionale, raccoglie subito un riconoscimento e comincia a trasmettere il proprio significato più profondo: quello di essere uno strumento sociale di condivisione, protagonismo e diritto di scelta dei più fragili. Ribadisce la necessità di trovare sempre più strumenti sociali e creativi che possano costruire collegamenti tra le persone, accorciare le distanze, ristabilire una cognizione più umana nel dialogo sociale e culturale della nostra comunità. Già dal pomeriggio del 26 novembre, subito dopo la proiezione, gli autori e i protagonisti del film avevano incontrato l’assessore alle politiche sociali di Benevento, Carmen Coppola e Stefano Tangredi, delegato nazionale per l’inclusione sociale della Croce Rossa Italiana e responsabile del progetto Housing First in territorio sannita, per confrontarsi proprio sulle esperienze e i risultati raggiunti dal modello di abitare sociale attivo su entrambi i territori. Da questo riconoscimento, dai sorrisi e dalle emozioni dei protagonisti nella serata di premiazione, parte il cammino di The Passengers che, presto, sarà portato nei cinema di 35 città italiane dalla distribuzione Emera Film in collaborazione con la FioPSD – Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora – con l’intento di diffondere e sensibilizzare il più possibile le questioni sociali che riguardano il disagio abitativo e dell’homelessnes ma, soprattutto, di appassionare e coinvolgere gli spettatori grazie alle storie dei protagonisti.
Il modello Housing First
Housing First è un modello nato in Nord America e oggi diffuso anche in molti paesi europei, che si pone l’obiettivo di percorrere una via diversa per l’accoglienza dei senza dimora, esterna ai meccanismi solitamente utilizzati dei servizi sociali, nei quali spesso la casa è il punto di arrivo e non quello di partenza. Che si chiami At home/Chez Soi come in Canada, Un Chez-Soi d’a come in Francia, Casas Primero come in Portogallo e così via, i principi fondamentali del progetto restano imprescindibili: la casa è il primo, innegabile sostegno per gli homeless, in quanto diritto fondamentale della persona, e non può essere subordinato ad altri tipi di supporto. Housing First propone una forte enfasi sulla riduzione del danno, separando l’abitare dagli altri fattori di emarginazione e puntando sul concetto di recovery inteso come ripresa, guarigione, risalita. Da questo punto di vista è un progetto esemplare non solo per il servizio sociale che rappresenta, ma anche e soprattutto per l’approccio scelto che punta alla responsabilizzazione diretta dei partecipanti (senza dimora, pazienti psichiatrici, persone in situazione di svantaggio socio-economico), coinvolgendoli in un dialogo fiduciario con altri servizi del territorio e con la società. A partire dal fatto stesso di riuscire a ricreare un patto tra inquilini non referenziati -anzi, potenzialmente inaffidabili- e proprietari delle case, si avanza un importante passo nel superamento del concetto di “carità” e “assistenza” a vantaggio dei concetti di “fiducia”, “incontro”, “condivisione” e “responsabilità”.