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Stefano Bonaccini a Faenza: il bilancio di 4 anni in Regione e le future sfide dell’Emilia-Romagna

Lavoro, ambiente, sanità, autonomia: sono questi alcuni dei temi discussi venerdì 5 luglio 2019 dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dalla consigliera regionale Manuela Rontini al Festival de l’Unità di Faenza nel corso del dibattito “L’impegno della Regione per Faenza e la Romagna faentina”: un bilancio delle iniziative che l’Emilia-Romagna ha messo in atto in questi anni a favore del territorio faentino. L’incontro ha voluto mettere al centro la visione che ha guidato la Regione in questi anni verso il futuro, mettendo in luce come gli interventi locali – dalla riqualifica della stazione di Faenza ai bandi per le piccole imprese fino al riassetto istituzionale dell’Unione della Romagna Faentina – rientrino in una progettualità più ampia per vincere le sfide della contemporaneità. A moderare l’incontro è stato il giornalista Samuele Marchi di Buonsenso@Faenza e Il Piccolo.

Stefano Bonaccini: “Bisogna cambiare le logiche con cui ragionavamo in passato”

A differenza di cinque anni fa, non si parla solo di ‘Faenza’ al Festival de l’Unità, ma anche di ‘Unione dei Comuni’. Nel corso di questo mandato regionale, Faenza ha vissuto un profondo riassetto istituzionale: cinque anni fa l’Unione della Romagna faentina era un progetto in stato embrionale (i primi servizi dai sei Comuni dell’Unione sono stati conferiti nel 2015, poi dal 1° gennaio 2018 tutti i servizi sono passati all’Urf). Oggi il processo si è completato: come mai la Regione ha deciso di sostenere – anche a livello economico con importanti incentivi – questi nuovi enti di secondo livello? «Per vincere le sfide della contemporaneità – risponde il presidente Bonaccini – bisogna cambiare le logiche con cui si ragionava in passato. In Emilia-Romagna abbiamo eccellenze in tanti settori – dalle imprese alla cultura passando per l’arte e l’enogastronomia – che testimoniano la vitalità e la forza di ognuna delle nostre singole realtà territoriali. Ma in uno scenario globale da soli non si va da nessuna parte, ed è fondamentale essere uniti e fare squadra. Io mi chiedo: a promuovere i nostri prodotti nelle grandi fiere internazionali è meglio che vadano l’Emilia e la Romagna separate o assieme? Ha senso tenere separati il parmigiano reggiano e la piadina romagnola? Eppure fino poco tempo fa, da parte di certe forze politiche, tornavano in auge certi campanilismi. Venendo più al caso specifico, le Unioni dei Comuni non sono solo spending review, benché questo aspetto sia importante (se risparmio, posso poi investire quelle risorse in altri settori), ma una visione che vogliamo dare a tutta la nostra Regione, e l’Unione della Romagna faentina in questi anni è stato un esempio virtuoso. C’è chi dice che oggi servano muri – e questa mentalità sta portando i dazi di Trump a danneggiare fortemente la nostra economia con il rischio di oltre mezzo miliardo di fatturato in meno per i nostri prodotti -, noi invece abbiamo un’altra visione».

Autonomia: “Non vogliamo più soldi dallo Stato, ma gestire al meglio le nostre risorse”

Anche la Regione sta cercando di avviare un proprio riassetto istituzionale con il progetto di autonomia differenziata per l’Emilia-Romagna, anche se in questi giorni c’è stata l’ennesima fumata nera dal Governo. Cosa significa chiedere una Regione con ‘autonomia differenziata’? «Non chiediamo un euro in più e non vogliamo toglierlo a nessuno – spiega Bonaccini –  ma crediamo presuntuosamente, questo sì, che gli stessi soldi che spende lo Stato per alcune materie che oggi gestisce da lontano, se li spendiamo in Emilia-Romagna, li sapremo spendere meglio. Ne è un esempio quello che siamo riusciti a fare per risollevarci dopo il devastante terremoto del 2012. Ribadisco che alcune competenze è assolutamente bene che rimangano in capo allo Stato, mentre noi vogliamo intervenire nella gestione di risorse che già ci spettano: questo per esempio nel migliorare l’efficienza sanitaria sia per le strutture ospedaliere sia per il personale». L’Emilia-Romagna è l’unica regione che non paga più il superticket: in tutto sono stati risparmiati circa 640 milioni di euro in quattro anni sulla sanità. «Ora iniziamo a raccoglierne i frutti – afferma Bonaccini – sull’autonomia però non vogliamo essere presi in giro da questo Governo, ogni volta 5 Stelle e Lega si danno la colpa a vicenda; io vorrei confrontarmi invece a livello istituzionale».

Stazione, tangenziale Nord: progetti che riguardano non solo Faenza ma una visione regionale

In questi anni la città stanno avviando un profondo mutamento, nel segno della rigenerazione urbana. Ne sono un esempio, a Faenza, la recente approvazione del progetto della riqualifica della stazione ferroviaria, con un finanziamento da 873mila euro (e in tutto la Regione ha investito 36,5 mln di euro da Rimini a Piacenza) che incentiverà la trasformazione dell’area in un’ottica di mobilità sostenibile. Il 9 luglio invece arriverà in assemblea legislativa il Prit (Piano Regionale integrato sui trasporti), al cui interno è contenuto anche l’intervento sulla tangenziale nord di Faenza. «Nonostante questo Piano possa sembrare molto distante dai cittadini – afferma Manuela Rontini – in realtà attraverso le scelte, le strategie e gli obiettivi che in esso verranno individuati, avrà un impatto diretto su tutti gli strumenti di pianificazione degli enti locali dell’Emilia-Romagna. Preciso che quando parliamo di tangenziale Nord stiamo parlando di un progetto ancora alle prime fasi e che vedrà sviluppi solo nel lungo periodo, ma inserirlo tra le priorità regionali è un passo importante e testimonia la visione con cui guardiamo al futuro del nostro territorio».

Stefano Bonaccini a FaenzaStefano Bonaccini a Faenza

Raccolta differenziata al 68% in Emilia-Romagna

Anche il modo di vivere l’ambiente e la città è profondamente mutato in questi ultimi cinque anni. La Regione, in questo, è stata lungimirante con la legge regionale 2015 sull’economia circolare. «Significa fare dei rifiuti una risorsa – spiega Bonaccini – puntare su un nuovo sistema di gestione che sia sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico per consegnare alle generazioni future un territorio più pulito, sano e stabile dal punto di vista economico». Pochi giorni fa sono stati pubblicati i dati sulla raccolta differenziata e del Prgr (Piano regionale di gestione di rifiuti) e la Regione è pienamente in linea con gli obiettivi che si era prefissata. «Stiamo parlando di una questione etica, oltre che economica, che riguarda prima di tutto i nostri figli. Complessivamente siamo al 68% di raccolta differenziata – dichiara Bonaccini – e l’obiettivo che ci eravamo dati del 73% è molto vicino. Abbiamo poi deciso per lo spegnimento dell’inceneritore di Ravenna, divenuto ormai obsoleto».

I bandi europei Por Fesr: non solo finanziamenti, ma sviluppo di territori

Entro la fine dell’anno tornerà a disposizione della comunità faentina il Palazzo del Podestà, un luogo con nove secoli di storia situato nel cuore della città. Anche qui l’intervento della Regione è stato decisivo, tramite i bandi europei Por-Fesr 2014-2020 che hanno finanziato il 50% dei costi (743mila euro). Questi bandi avevano come obiettivo non solo quello di ‘restaurare’ uno spazio, ma anche quello di dare una prospettiva di futuro e di sviluppo a lungo termine. «Abbiamo voluto dare una prospettiva di futuro a questi spazi – spiega la consigliera Rontini – in particolare, Palazzo del Podestà sarà legato allo sviluppo turistico delle nostre eccellenze territoriali. Ma i bandi Por Fesr non sono legati solo a grandi progetti, sostengono per esempio anche lo sviluppo delle nostre piccole imprese in campo tecnologico e digitale. Importanti sono anche i bandi per i negozi polifunzionali nelle aree montane o a rischio abbandono: sono un importante presidio per piccoli centri abitati e garantiscono servizi essenziali a sicurezza ai cittadini che vivono in queste frazioni».

Tra i progetti, la riqualifica del Palazzo del Podestà.

La sfida delle prossime regionali in Emilia-Romagna

Tra gli altri temi discussi nella serata c’è stato anche quello della legge regionale sulle rievocazioni storiche – particolarmente significativa a Faenza per innovare una tradizione come il Palio del Niballo che coinvolge tutto l’anno migliaia di faentini. «In questi anni da consigliere regionale – afferma Rontini – mi sono sempre chiesta cosa potessi fare per la mia comunità, e ho sempre cercato di dare il mio contributo mettendo in relazione le necessità dei faentini con le risposte che poteva dare la Regione».

Si è chiuso poi approfondendo lo scenario delle prossime elezioni regionali, e Stefano Bonaccini conferma la sua disponibilità a mettersi in gioco in prima persona. «Se guardo a questi cinque anni penso sia importante restare umili ma camminare a testa alta – spiega Bonaccini – per quattro anni consecutivi siamo stati la Regione locomotiva nella crescita del Paese, un dato mai avvenuto dalla Seconda guerra mondiale, e la disoccupazione è scesa dal 9 al 6% in questi quattro anni. Eppure è indubbio, il vento va verso un’altra direzione e per la prima volta la nostra Regione si può perdere, e di questo dobbiamo essere consapevoli. Al tempo stesso, le elezioni amministrative di maggio hanno testimoniato che sul piano territoriale la partita ce la dobbiamo giocare a testa alta: in tanti cittadini lo stesso giorno hanno espresso un voto d’opinione per le Europee cambiando preferenza per le Comunali, e il voto oggi è molto volatile. Il Partito Democratico, ma non solo, tutto il centrosinistra, deve andare unito, capendo gli errori che ha commesso e valorizzando quanto di buono ha fatto». «A Faenza – conclude Manuela Rontini – sarà importante indicare il candidato già nel prossimo autunno, coinvolgendo tutta la società civile e dando spazio anche ai giovani».

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