Vincitori e vinti degli Oscar 2021
Anche quest’anno un’altra cerimonia è finita. Un’edizione ricca e corposa di avvenimenti se si pensa a chi ha trionfato, chi è stato sconfitto, chi si è rivelato come una sorpresa inaspettata e, soprattutto, chi è andato a letto tardi.
Distribuzione dei premi equilibrata: sorpresa Antony Hopkins. Successo di Nomadland
Partiamo subito col dire che la distribuzione delle premiazioni è stata per lo più equilibrata, nessun film sembra aver sovrastato gli altri in maniera netta per quanto riguarda prettamente il numero di statuette vinte.
C’è da sottolineare, tuttavia, il successo di Nomadland nelle categorie “più prestigiose” riuscendo a portarsi a casa una magica tripletta di “Miglior Film”, “Miglio Regia” e “Miglior attrice protagonista”. Come non congratularsi successivamente con la vincita, davvero sorprendente, di Antony Hopkins come “Miglior Attore Protagonista” per la sua meravigliosa prestazione in “The Father”, agguantandosi così la seconda statuetta in carriera alla veneranda età di 84 anni. Un oscar che fino a pochi minuti prima sembrava ormai in tasca della buonanima di Chadwick Boseman, specialmente se si considerano anche tutte le cerimonie avvenute durante la corsa verso l’academy in cui il fu Black Panther è risultato quasi sempre vittorioso.
Italia senza premi con qualche dubbio sull’Oscar per il Miglior Trucco
A bocca asciutta invece rimane il nostro Bel Paese, in quanto né la canzone “Io si” di Laura Pausini, né le nomination al “Miglior Trucco” e ai “Migliori Costumi” di Garrone, sono riusciti a risultare vincenti. Fa particolarmente male la sconfitta nella categoria del trucco e parrucco, in quanto il lavoro artigianale effettuato dagli artigiani italiani ha sicuramente più valore rispetto quello che è stato poi il verdetto finale, dove a trionfare è stato “Ma Reiny’s Black Bottom”: film dove il cui trucco è pressoché inesistente.
Altra delusione rilevante è sicuramente l’ennesima batosta per Aaron Sorkin che neanche quest’anno riesce a portarsi a casa il premio alla miglior sceneggiatura. Premio che ha aperto le danze della cerimonia, vinto, in maniera palesemente controversa, da Promising Young Woman: Lungometraggio che sembrava nettamente il pesce fuor d’acqua di quest’anno.
Tenet, Mank e Sound of Metal
Passando ai risultati un po’ più scontati, abbiamo “Soul” che si aggiudica il “Miglior Film d’Animazione” e la “Miglior Colonna Sonora”, come era ampiamente pronosticabile.
Daniel Kaluuya, anche se inserito volontariamente in una categoria in cui non sembrava esattamente appartenere, finalizza una vittoria importante e perfettamente prevedibile già dai tempi in cui era stato nominato. Tenet alla fine capitalizza quanto meno sugli effetti speciali e quindi riesce a non passare alla storia come il completo flop artistico di Christopher Nolan.
Dopodiché ci sono state due piccole soddisfazioni per “Mank” che si prende due Oscar tecnici ma comunque molto importanti come la “Miglior Fotografia” e la “Miglior Scenografia”. Altre affermazioni eclatanti invece si sono trovate nella categoria del “Miglior Montaggio” il cui ha uscirne trionfante è stato “Sound of Metal”, nonostante alla vigilia il favorito sembrasse essere “The Father”, pellicola che invece ha avuto modo di farsi valere, in maniera assolutamente pirotecnica, vincendo la “Miglior Sceneggiatura Non Originale”.
Oscar 2021: un’edizione pensata per gli spettatori da casa
Andiamo a concludere il tutto con una piccola riflessione sulla cerimonia in sé che farà senz’altro discutere per un numero spropositato di ragioni, tra cui l’eccessiva lunghezza di alcuni spezzoni per introdurre le premiazioni speciali a scopo umanitario a discapito invece di una velocità eccessiva durante la visione del Memorial di quest’anno, video molto sbrigativo per ricordare le stelle del cinema venute sfortunatamente a mancare durante il 2020/21.
Gli ideatori della scaletta di quest’edizione hanno voluto sperimentare giocando sulle aspettative degli spettatori collegati da casa, ma resta ancora un mistero il non concludere tutta la manifestazione con la discussione sul “Miglior Film dell’anno”. Una categoria che, per sua stessa natura, dovrebbe essere in grado di racchiudere tutte quelle presentate in precedenza.
Infine, la location del locale lussuoso, che ha richiamato per molti versi i luoghi dove di solito si celebrano i Golden Globe, non ha ovviamente la stessa qualità del teatro gremito di gente a cui eravamo abituati in passato, ma sappiamo tutti i motivi che hanno portato a questa scelta e come compromesso lo possiamo trovare intellettualmente onesto.
In ogni caso a noi ora non resta che aspettare il 2022 per vedere quanti altri dibattiti possano fuoriuscire in questi mesi e vi auguriamo, nella speranze di poter tornare in sala il prima possibile, buon cinema a tutti!
Alex Bonora