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The Batman di Matt Reeves

A Gotham City, quando cala la notte e viene proiettato un simbolo luminoso a forma di pipistrello in cielo, i malviventi iniziano ad aver paura del buio, poiché al suo interno si potrebbe nascondere Batman: vigilante mascherato, personificazione di vendetta e incarnazione di una giustizia applicata con ferocia e brutalità. Contemporaneamente molti altri personaggi affollano la città; tra uomini corrotti, gatte ladre e gangster opportunisti, dalle tenebre emergerà un personaggio analogo a Batman: l’Enigmista, sadico killer intenzionato a mettere in piedi un gioco mortale con il vigilante allo scopo di portare alla luce tutta la sporcizia criminale trasudata da Gotham City.

The Batman è la nuova, incredibile trasposizione dell’omonimo fumetto firmata Matt Reeves, versione aggiornata di un personaggio di cui davvero non saremo mai sazi. Un mito che continua a esistere grazie alle eccellenti riletture che il cinema ha proposto: dalla fiaba gotica di Tim Burton, ai meno brillanti capitoli di Schumacher, fino alla rinascita nel realismo e nella tecnologia moderna voluta da Christopher Nolan, che con Il Cavaliere Oscuro ci aveva donato forse il più bel film dedicato all’Uomo Pipistrello, con un Joker indimenticabile e indimenticato.

La scelta di Robert Pattinson

Ora, Reeves ha l’occasione e il difficile compito di rilanciare il brand (dimenticando la pessima proposizione di Ben Affleck negli altrettanto pessimi film legati alla Justice League). Lo fa scegliendo l’attore che meno ci si sarebbe potuti attendere: Robert Pattinson, giovane, tutt’altro che muscolare, ricordato soprattutto per “quello che ha fatto il vampiro in Twilight”. La scelta è completamente indovinata: Pattinson, da svariati anni rivelatosi interprete di grande spessore in ruoli complessi e tormentati, è il Bruce/Batman giusto ed è anche il più inedito. Il suo giustiziere è in attività da appena due anni, è inesperto e violento, è spesso in difficoltà in situazioni che ancora non sa gestire. In sostanza è forse il Batman più umano che si sia mai visto al cinema, il volto sempre spento e devastato, esteticamente a metà tra Kurt Cobain (non a caso ascoltiamo anche i Nirvana durante il film) e “Il Corvo” di Brandon Lee (complice il viso pallido e il trucco nero negli occhi). Di conseguenza anche il film ottiene un tono cupo, lugubre, più noir che mai. I colori sono oscurati, in favore di un grigio perenne, o del nero del buio e della pioggia scrosciante. Solo in rarissimi casi il cielo si tinge di rosso o arancione, come in un’alba di speranza all’orizzonte appena percettibile.

Il regista propone un taglio thriller

the batman

Reeves annulla l’azione caciarona degli ultimi film supereroistici e favorisce un taglio thriller, una vera e propria caccia al killer da parte della polizia di Gordon con la collaborazione di Batman. Tre ore di durata (forse eccessive ma comunque piuttosto intense), necessarie per dare spazio ad una serie di personaggi incarnati da attori in forma smagliante: è convincente e sensuale la Selina Kyle/Catwoman di Zoë Kravitz, del tutto dedito al suo compito il Gordon di Jeffrey Wright, irriconoscibile Colin Farrell sotto le vesti del Pinguino. Ed è straordinario l’Enigmista secondo Paul Dano, un vero psicopatico con un’ossessione totale verso gli indovinelli e lo stesso Batman: solo un attore del genere poteva elevarlo fino a questo punto. Peccato che la caratterizzazione non sia nulla di eccessivamente originale e la risoluzione dei suoi enigmi non porti ad un climax coerente con la presentazione memorabile che si fa del personaggio. Enigmi che sicuramente sono più apprezzabili nella versione originale piuttosto che in quella adattata, in difficoltà nei confronti dei contorti giochi di parole.

Come riassumere questo The Batman, quindi? Un riadattamento fedele al fumetto, dall’incipit potentissimo e tesissimo, dall’atmosfera gotica e ombrosa, a tratti orrorifica. Reeves riesce a creare un suo universo e apre le porte a futuri sequel con grande metodo e passione, ma è nel personaggio principale che trova la migliore delle carte da giocare: un personaggio che ha e avrà sempre qualcosa da dire, qui presentato come una minaccia che incute terrore vero, fino all’evoluzione che lo porterà ad accendere un faro nel buio e a guidare la gente verso la salvezza, donando la speranza che sembrava sepolta sotto infinite macerie. Un Batman magnifico, non esente da difetti ma forse anche per questo così affascinante.

Alessandro Leoni

Sono nato a Faenza nel 1993. Mi sono diplomato presso l’istituto tecnico agrario “G. Scarabelli” a Imola, e al momento studio Tecnologie Alimentari presso l’Università di Bologna – Sede di Cesena. Sono attore nella compagnia teatrale “Amici dell’Europa” da circa una decina d’anni nell’ambito prosa; ho fatto esperienza anche nell’operetta e nel musical collaborando, tra gli altri, con la “Compagnia del Cancello”. Nel tempo libero mi interesso di cinema, di cui sono molto appassionato, e pratico kung fu.

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