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Michele Dotti ed Ecofuturo: raccontare e costruire un mondo migliore

Creare fin d’ora un futuro migliore, tanto nelle idee quanto nei risultati per il benessere delle persone e dell’ambiente. Michele Dotti, scrittore e formatore faentino attivo in numerosi campi (a Faenza fra gli organizzatori del Festival della Comunità Educante) è stato in questi anni promotore di Ecofuturo, luogo d’incontro per tutti coloro che credono in un futuro ecosostenibile, un obiettivo diventato più che mai prioritario per superare l’emergenza climatica e le sue conseguenze, a maggior ragione dopo la pandemia Covid-19. Tramite il festival Ecofuturo Michele ha creato una grande rete capace di avere un concreto impatto sulla sostenibilità ambientale, trasformando ogni giorno di più questo sogno in realtà.

Intervista a Michele Dotti, co-founder del network Ecofuturo

Michele, qual è la novità che hai cercato di portare su questo tema con Ecofuturo?

I problemi che deve affrontare il mondo contemporaneo sono grandi, ma le soluzioni sono possibili, serve la giusta volontà politica di attuarle e una corretta informazione verso i cittadini. Ecofuturo ragiona proprio in quest’ottica, andando alla scoperta di eccellenze italiane nel campo della sostenibilità ambientale (ma non solo) e creando un network che sensibilizzi istituzioni e cittadini. Ecofuturo non è infatti solo un festival, ma una rete nata per mettere in relazione realtà virtuose ma che spesso sono frammentate e questo è un grande limite della cultura ecologista che vogliamo superare.

Come è nato il Festival?

Tutto è nato otto anni fa dall’incontro con Jacopo Fo e Fabio Roggiolani e con l’idea di creare un luogo d’incontro in cui raccontare e sognare insieme un futuro migliore. A oggi di strada ne è stata fatta tanta, e possiamo vantare la rete più grande d’Italia nel suo settore, con circa 630mila contatti raggiungibili tramite i vari partner. Lo sforzo è stato quello di portare certi temi al di fuori della nicchia di settore per raggiungere il grande pubblico: i cambiamenti si possono fare solo con coinvolgendo tutti e facendo capire che esiste la possibilità di stare meglio. La chiave del discorso è smettere di raccontare l’ambiente come un problema e iniziare a presentarlo come un’opportunità, quale effettivamente è: attraverso nuovi paradigmi ambientali è possibile infatti al tempo stesso creare nuova occupazione e liberare enormi risorse da utilizzare laddove ce n’è più bisogno.

Ecofuturo festival si terrà a Padova dal 14 al 18 luglio

Riuscirete a organizzare il Festival anche quest’anno, nonostante le norme anti-Covid?

Sì, il Festival si terrà dal 14 al 18 luglio a Padova al parco Fenice, che è il primo parco nazionale dedicato alle energie rinnovabili. Abbiamo dovuto togliere alcuni appuntamenti come i concerti per rispettare le normative, ma saremo pronti ad accogliere i partecipanti. L’evento sarà affiancato anche da altri canali, come la trasmissione Ecofuturo Tv e la rivista Ecofuturo magazine (www.ecofuturo.eu), un bimestrale nato lo scorso anno e che si sta sviluppando in chiave digitale. Inoltre il Festival sarà anche in diretta streaming e avremo la partnership de Il Fatto Quotidiano.

Michele Dotti: “Dobbiamo sburocratizzare, altrimenti le misure saranno tutte inutili”

Quali sono le priorità su cui, secondo te, bisogna agire nel breve-medio termine?

La campagna su cui ora stiamo puntando ha come titolo “Sblocchiamo le rinnovabili, se non ora quando”. Dobbiamo sburocratizzare: il nostro Paese ha un potenziale enorme, ma la burocrazia spesso affossa ogni cambiamento. Grandi passi sono già stati fatti, tramite incentivi straordinari come l’Ecobonus al 110% e la legge sulla comunità energetica, ma tutto rischia di essere sprecato per via dell’allungarsi dei tempi e l’economia non aspetta. Tutti oggi parlano di ambiente come opportunità di rilancio. Eppure secondo una recente analisi del “Coordinamento Free” (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), che raccoglie tutte le principali associazioni del settore in Italia, “occorrerebbero 67 anni per realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale Energia e Clima, se il tasso di autorizzazioni per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili dovesse rimanere quello del 2017-2018″. Questa pandemia ci metterà di fronte a una pesante recessione e l’unico modo che abbiamo per ammortizzare il colpo è quello di agire in tempi rapidissimi e ci vuole, come dicevo prima, la volontà politica di farlo.

Ci sono esempi positivi concreti in questo senso?

Il Comune di Abbadia San Salvatore in Toscana ha approvato all’unanimità una delibera per favorire questo iter sulle rinnovabili in tempi più brevi, dando un respiro enorme tanto all’ambiente quanto all’economia. Noi abbiamo rilanciato il testo di questa delibera attraverso la nostra rete di Comuni virtuosi che ci stanno dando una mano per diffonderla e, speriamo, approvarla nei vari enti locali. Spero la adotti anche Faenza.

Samuele Marchi

Giornalista, sono nato a Faenza e dopo la laurea in Lettere all’Università di Bologna frequento il master in 'Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali' dell’Università di Venezia/Scuola Holden. Ho collaborato con diverse testate locali e nazionali come Veneto Economia, Alto Adige Innovazione, Cortina Ski 2021, Il Piccolo, Faenza Web Tv. Ho partecipato all'organizzazione del congresso nazionale Aiga 2015 e del Padova Innovation Day. Nel 2016 ho pubblicato il libro “Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici” (Carta Bianca editore) dedicato al poeta Dino Campana. Amo i cappelletti, tifo Lazio e, come facendo un puzzle, cerco di dare un senso alle cose che mi accadono attorno.

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