https://cdn.hu-manity.co/hu-banner.min.js

Marco Montanari (capo Rione Rosso): “Le tante vittorie? Abbiamo sempre fame di vincere”

Per il dossier di Buon Senso Faenza su “Mondo Palio” abbiamo incontrato Marco Montanari, capo del Rione Rosso. Ecco l’intervista in cui ci racconta il suo amore a prima vista per il Rione di Porta Imolese, le vittorie più belle, gli scenari futuri del mondo rionale e i pronostici per le gare 2016 (l’intervista è stata realizzata nella settimana precedente le Gare delle Bandiere, ndr). Buona lettura.

Marco Montanari, da quanto tempo sei in carica come capo rione?

Questo è il quinto anno.. è il secondo anno del secondo mandato.

La prima volta al Rione? Cosa è successo?

È stato quarant’anni fa, andai al Rione con il mio babbo che faceva parte di una società di pesca sportiva all’interno del Rione ed è stato amore a prima vista.

Che attività hai fatto il Rione?

Tutto… a parte competere in piazza con il tamburo ho fatto tutto. Ho iniziato nelle scuderie, poi ho fatto sbandieratore e ora sono dirigente.

Come è strutturato il tuo Rione? Voi siete un’Aps (associazione di promozione sociale, ndr)?

Più o meno siamo strutturati tutti uguali, abbiamo un consiglio direttivo di nove consiglieri: un capo rione, due capitani e sei consoli. In più c’è la magistratura che è il consiglio degli anziani che controlla l’applicazione dello statuto. Tutti i rioni sono Aps da circa il 2005.

Quanti iscritti ha il tuo Rione?

Circa 280/300 soci, poi i frequentatori sono un po’ meno.

Tre aggettivi per descrivere il tuo rione?

Forza, Coraggio e Virtù

Perché frequentare il Rione oggi?

Come ha detto Peter (si riferisce all’intervista realizzata da Buon Senso a Peter Caroli, capo rione nero, ndr) sono ambienti tendenzialmente sani. Si fa del sociale, è un posto dove ti puoi rapportare con un bambino di sei mesi e un adulto di ottanata anni, con un argomento comune con tutti. Non ce ne sono molti di ambienti così. Quello che ci distingue dal circolo normale forse oggi sono i giovani, che fanno fatica a frequentare circoli o bar… l’aggregazione oggi è diventata molto difficile.

Cantaci il tuo coro preferito!

Alzando gli occhi al cielo, ho visto un angiolino (poi nome cavaliere, ndr) e per sempre lo resterà!

“Ogni serata che si torna al Rione cantando rimane nel cuore”

Qual è il ricordo più bello che Marco Montanari ha in ambito rionale?

Sicuramente da dirigente il Palio 2012 è stato molto particolare… ma tutte l e vittorie sono ricordi belli… ogni serata che si tornava cantando rimane sempre nel cuore. Tutte le vittorie per me sono importanti… Lasciando fuori le vittorie, sicuramente ci fu l’incontro dei rioni con Papa Giovanni Paolo II, che venne a Faenza. Anche Pertini.

Rione-rossoRaccontaci un po’ la storia del tuo Rione. Per cominciare potremmo partire dal simbolo… cosa rappresenta?

È un braccio teso sinistroide con in mano la spada. La storia della stemma non me la ricordo esattamente. La storia comunque fa parte del rinascimento faentino. Noi siamo per rappresentanza la successione della famiglia Accarisi, famiglia in contrapposizione ai Manfredi. Quindi come avversario storico a livello di storicità abbiamo il Giallo che rappresenta invece i Manfredi.

Quando nasce ufficialmente il tuo Rione?

I Rioni nascono con la nascita del Palio, che a sua volta viene dalla settimana faentina, che era una specie di carnevale, ma che andava scemando come partecipazione. Con il sindaco Assirelli si pensò a un modo per ridare luce a questa festa e nel 1959 si inventarono il Palio. Come sede poi abbiamo peregrinato un po’ in giro per Faenza.

Marco Montanari, raccontaci la vittoria più bella?

Quella tra 15 giorni (Palio del Niballo 2016, ndr)… da dirigente deve essere sempre quella dopo. Mai sedersi. Storicamente noi siamo la Juventus di Faenza e se non mantieni quella fame di vincere non vai avanti…

C’è un piatto tipico del Rione da poter assaggiare durante queste serate?

Mha, si mangia bene tutto. Forse direi la pizza, che facciamo noi.

La tradizione più importante del tuo Rione?

Ci sono varie iniziazioni quando entri in un gruppo che si tramandano negli anni… l’iniziazione che io fatto nelle scuderie era molto particolare… Una volta si andava a dipingere la palla della torre in piazza, ma oggi il Palio è fortunatamente maturato. Sia chiaro, la goliardia e la competizione mantengono vivo il nostro Palio ma nel frattempo è cresciuto .. lo sfottò ci sta ma ci deve essere un limite.

“Le nostre scuderie di Faenza sono uniche in Italia”

Sei favorevole ai passaggi da un Rione all’altro delle persone?

Mha… direi di sì, perché comunque purtroppo l’associazionismo va a diminuire anche nel mondo Palio, e riuscire a fare tutto si è costretti a cercare a prendere persone nel proprio rione per competere, parlo a livello agonistico. Ma sono anche dell’idea che – se fosse per me – vincolerei tutti a vita, dirigenti e rionali compresi. Io sono fatto così.

Come funziona con le scuderie? Quanto costa mantenerle?

Noi abbiamo attualmente cinque cavalli, poi nelle scuderie si varia da quattro, il minimo per fare il Palio, e sei. I costi sono sicuramente la parte più grossa del bilancio rionale.. ma solo noi in Italia siamo così. Non lo rimarca mai nessuno. Nelle altre città si comprano i fantini di altre parti, oggi va molto forte per esempio la scuola umbra e vengono ingaggiati in giro. In genere rioni e contrade hanno solo gli sbandieratori, mentre noi a Faenza abbiamo le nostre scuderie e i nostri sbandieratori. Tralasciando Siena, che è un discorso a parte, Faenza è la città più vittoriosa.

Quanto è stato importante per te la partecipazione alla vita rionale? Quanto può essere importante per un giovane oggi?

Tanto. Essere dirigente in un rione è una grossa scuola di vita. Dirigere nell’ambito del volontariato è molto difficile… in un’azienda, per dire, sei autorizzato a licenziare… qui invece devi avere la parola giusta per ogni persona, abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri. L’assemblea è sovrana. È una delle massime espressioni di democrazia il Rione. Per un giovane è importante… dei professori ci hanno fatto notare che si vede se un ragazzo fa parte o no di un rione: è più ligio alle regole. Sono ambienti con regole che vanno rispettate. Ti fa crescere tanto, anche nel rapporto con tutte le età e magari eviti di fare degli errori confrontandoti con persone più mature.

“Da faentino voglio che gli sbandieratori diano il massimo nella piazza di Faenza”

Tamburini, Bandiere, Chiarine o Cavalieri? Marco Montanari chi sceglie?

Rione Rosso

Com’è il rapporto con la Fisb? Alle gare nazionali Faenza gareggia ancora insieme? Un limite o un vantaggio?

Per quanto possa essere innovativo nel mio lavoro e nella mia vita privata, nel Palio sono tradizionalista e conservatore fino al midollo. Per me il nostro mondo è bello così com’è. Noi siamo i soci fondatori della Fisb, siamo gli unici in Italia coi cavalieri vincolati a vita, siamo gli unici in tantissime cose… e per questo mi piace sia così. Concordo e capisco le esigenze degli atleti dei vari rioni… ci sarebbe possibilità per tutti di fare bellissime figure ai campionati italiani. Ma sono fermo nella mia idea che deve essere questo che deve portare i nostri atleti a dare il massimo quella sera lì in piazza per le bandiere… io da faentino voglio che il massimo del massimo sia a Faenza. Se tu hai vinto a Faenza vai a fare i campionati italiani.

Com’è il rapporto con gli altri Rioni?

Stiamo cercando di invertire la tendenza… noi cinque capi rione siamo tutti figli di seconda generazione e proviamo a non farci guerra tutto l’anno. Non sempre ci si riesce, specie in cose più tecniche. Tutti abbiamo il brutto vizio di pensare all’”adesso”… cioè cercare di cambiare il regolamento per le esigenze che tu hai in questo momento. Io sono tanti anni che penso che il regolamento non debba essere fatto da noi. Non è giusto che noi facciamo le regole, perché le cambi a seconda la tua esigenze.

Ma per cambiare il regolamento del Palio come funziona? Quale è l’iter?

Il Comitato Palio è composto dai cinque rioni, il gruppo municipale e il magistrato dei rioni (il sindaco) e hanno tutti un voto, per un totale di sette voto. Ci sono due regolamenti, uno è generale e da questo ne è estrapolato uno più organizzativo per questioni più tecniche. Il primo deve essere cambiato dal consiglio comunale, il resto possiamo cambiarlo noi con votazioni. Tutto quello che va dal giorno dopo al Palio al 31 gennaio è cambiato con la maggioranza relativa, per esempio ottenendo quattro voti su sette. Il resto deve essere fatto con la maggioranza assoluta (ossia sette su sette): quindi diciamo che dopo il 31 gennaio non si cambia niente…

Chi è l’acerrimo nemico di sempre?

Storicamente siamo nemici dei Manfredi, quindi il Giallo, però bisogna batterli tutti.

Il segreto del Bisò perfetto?

La passione che ci mettiamo a farlo, una ricetta che si tramanda negli anni.

“Capisco le esigenze dell’amministrazione, ma per quanto riguarda il Palio non cambierei niente, sono tradizionalista”

Come giudichi l’operato di quest’anno della Cooperativa dei Manfredi?

Direi buono. Grazie ai dirigenti che abbiamo scelto sta lavorando bene. Si stanno piano pano raggiungendo tutti gli obiettivi… sicuramente sarà difficile, perché i cinque dirigenti scelti sono molto vulcanici… ma stanno lavorando bene. Sarà importante per il futuro anche di Faenza.

Recentemente il sindaco ha dichiarato: “I tempi cambiano e i modelli organizzativi non possono e non devono restare ancorati al passato, altrimenti si rischia davvero che il futuro del Palio abbia un orizzonte corto. Ciò che si sta valutando insieme ai Rioni e al Gruppo Municipale, è una nuova struttura organizzativa: un ente o una fondazione che organizzi in proprio gli eventi del Palio, ricevendo dal Comune tutti i necessari contributi economici, nonché gli spazi, gli impianti e le attrezzature per gli eventi“. Come giudichi il rapporto con l’amministrazione fino ad oggi? Cosa ne pensi degli scenari futuri del Palio?

Come ti ho detto prima sono il massimo del conservatore… tutto quello che è novità mi spaventa. Capisco le esigenze dell’amministrazione che ha paletti notevoli e oggi è veramente difficile… però il Palio è andato bene sempre così, si è fatto uno sciopero nel 1985 per riuscire ad arrivare a quello che siamo adesso… siamo andati finora avanti bene… io sono disponibile a un confronto. Detto questo, io non mi prenderò la responsabilità di decidere: deciderà l’assemblea su cosa fare o non fare, perché è un cambiamento epocale. La Cooperativa dei Manfredi deve essere il primo interlocutore e l’amministrazione deve farci capire che loro tengono veramente tanto al Palio. Vedremo dopo il Palio.

Un punto forte del Palio che non deve cambiare mai?

Io del Palio non cambierei mai assolutamente niente… un occhio in più sulla pista non sarebbe male. Quest’anno abbiamo anticipato le prove del Palio anche per questo. L’ideale sarebbe avere uno stadio per il Palio e uno per il calcio. Chissà se sarà mai possibile

Ma perché la pista di sinistra è molto più difficile?

Ha un percorso obbligato. Ci sono centinaia di tornate sempre allo stesso posto e con la stessa traiettoria… a sinistra la pista è talmente stretta che il percorso del fantino è obbligato.

Pronostici gare 2016

Chi vince la grande squadra 2016?

Ma per le bandiere in generale direi il Nero. Per svariati motivi hanno una marcia in più… però anche noi siamo lì.

Il palio 2016?

Possono vincere tutti. Forse l’incognita è il Giallo con un cavallo nuovo… ci sono tre vincitori del Palio su cinque, e due hanno vinto la Bigorda… tutti hanno vinto qualcosa. Tutti sono competitivi.

La dama più bella di sempre?

Michela Casadio… è la nostra dama storica!

Le altre interviste del dossier Mondo Palio

Intervista a Giordano Gonnesi – Cooperativa dei Manfredi

Intervista a Ivan Berdondini – Rione Verde

Intervista a Peter Caroli – Rione Nero

2 thoughts on “Marco Montanari (capo Rione Rosso): “Le tante vittorie? Abbiamo sempre fame di vincere”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.