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Legge sulle Ferrovie Storiche e Treno di Dante… quale futuro?

Turismo sostenibile e treni storici. E’ di pochi giorni fa il disegno di legge approvato dal Senato relativo all’istituzione delle ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico. Ottima notizia dunque per turismo e ferrovie storiche italiane, ma il provvedimento è stato accolto nel ravennate con un certo disappunto. La ragione? il disegno esclude dall’elenco delle tratte individuate la storica Ravenna-Faenza-Firenze, ossia quella che collega le due città dantesche e il Treno di Dante. Uno disappunto che si unisce allo stupore, perché l’esclusione arriva a ridosso delle celebrazioni di Dante 2021. 

 

Centinaia i km di linee ferroviarie storiche che verranno ripristinate e valorizzate

Il disegno di legge, approvato all’unanimità di tutte le forze politiche, è stato accolto caldamente dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, secondo cui con la legge sulle Ferrovie storiche “si valorizzeranno centinaia di km di linee ferroviarie straordinarie, che percorrono paesaggi incredibili e non sono adeguatamente utilizzate”. Sulle linee ferroviarie dismesse o sospese potranno inoltre circolare i cosiddetti ferrocicli – veicoli a pedalata naturale o assistita su rotaia – compatibilmente con la circolazione ordinaria.  Una legge quindi che si sposa ad un’idea di turismo sostenibile che è un caposaldo del Piano strategico del Turismo e che punta a a salvaguardare e valorizzare le tratte ferroviarie, dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, nonché le relative stazioni, opere d’arte e pertinenze. In molti si sono chiesti quindi perché il Treno di Dante e la tratta Ravenna-Faenza-Firenze non siano stati inclusi in questo elenco.

 

Il Treno di Dante e la Faentina, paesaggi mozzafiato a portata di finestrino

La tratta che collega le città dantesche passando per “La Faentina”, ferrovia transappenninica Faenza-Firenze dal 1893, non è solo un viaggio con un treno lento, ma conserva un carattere di fascino perché unisce alla scelta del viaggio in relax anche la possibilità di compiere un vero e proprio itinerario panoramico attraversando l’appennino tosco-romagnolo. Le stazioni intermedie, tra cui Brisighella, Marradi e Borgo San Lorenzo, sono inoltre considerate importanti centri storici ricchi di palazzi signorili, musei, vigne e case coloniche. Tutti requisiti che rientrano nel concetto di valorizzazione incluso nella legge. Perché dunque questa estromissione?

 

Signorino: “una legge per tratte sospese o dismesse, non è il caso del Treno di Dante”

A rassicurare sul corretto ambito di applicazione della legge arriva il commento dell’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino, secondo cui Ravenna non ha perso il treno dei finanziamenti e il Comune sta già lavorando alla valorizzazione della linea. “Il provvedimento di Franceschini – spiega Signorino – è volto a riattivare le tratte di valore storico-paesaggistico dismesse, mentre la nostra è tuttora funzionante. La nostra non è una linea da riattivare ma da valorizzare. Abbiamo progetti in cantiere. E non abbiamo perso il treno, siamo in contatto con il Ministero. A settembre potremmo avere novità importanti”. Una dichiarazione che è anche una promessa e che secondo l’assessore spiega perché il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, non abbiano individuato e incluso anche la tratta romagnola nell’elenco dei beneficiari dei finanziamenti statali.

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