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La scalata del Picco d’Aneto (Pirenei)

La rubrica “Faintiners nel mondo” si avventura oggi sulle cime più alte dei Pirenei, il Picco d’Aneto, con questo documentario realizzato da Michele per Buonsenso@Faenza, faentino attualmente residente a Barcellona. Per chi fosse interessato a questa camminata, è possibile trovare in questo articolo una piccola guida per emularla… buona visione e lettura! Il Buonsenso è arrivato anche sulle cime dei Pirenei!

Aneto (provincia di Huesca, Aragon, Spagna), cima più alta dei Pirenei

Tempo ascensione: 5-6h, più 4h di discesa.

Materiali: salsiccia da fare alla brace, risotto Uncle Ben’s, ramponi, piccozza.

Pernottamento: Rifugio Corones (detto anche Rifugio Pescadores), è libero, aperto tutto l’anno, dozzina di posti letto, un camino, un tavolo, bordello assicurato, poca figa, manca solo Pinè.

Riferimenti cartografici: quelli di un pastore che abbiamo incontrato + Valle de Benasque, ed. Alpina n°30, 1:30.000

Picco d’Aneto: la camminata

L’ascesa dal versante sud ad uno dei picchi più emblematici del Pireneo, nonché sua cima più alta (Picco d’Aneto, 3404m), parte dal rifugio Corones, detto anche Rifugio de Pescadores (1900m ca.), perché si sa a quelle quote abbondano i pescherecci e le impepate di cozze. Arrivati al rifugio nel tardo pomeriggio ci appropriamo dei posti letto migliori e facciamo legna: dallo zaino spenzola la salciccia di Graus e si esige una brace impeccabile. Gli altri ospiti sembrano già pronti ad un botellon in stile alpino. La sera scambiamo chiaccherate e bevute analcoliche.

Alle 5 sveglia, caffè ustionante, porridge e alle 6 in marcia, accodati ad un gruppo di triatleti catalani. Dal rifugio, proseguendo verso il passo di Vallibierna, manteniamo il sentiero per un centinaio di metri, poi su a sinistra verso i laghi di Corones. Una volta arrivati all’Ibon Superior, si prosegue sulla pietraia dell’Aneto per tracce sparse. Sulle 10 raggiungiamo il collado de Corones, dove poco più in basso, sul versante Nord, il sentiero si incrocia con la via normale dal rifugio Renclusa (2140m). Sul ghiacciaio ramponi e piccozza sono d’obbligo, ma la salita fino all’antecima non presenta difficoltà oggettive. L’ultimo ostacolo è il famoso paso de Mahoma, una cresta di rocce scomposte ma solide (I+) che ci separano dalla cima vera e propria per una quarantina di metri. I più insicuri possono assicurarsi e procedere legati. Noi, la corda non ce l’abbiamo, quindi tocca fare gli acrobati. Alle 11, dopo circa 5h di marcia si è in vetta. Al ritorno, nel bel mezzo del passo di Mahoma, un tizio mi chiede pure di fargli una foto. Certo, vai tranquillo zio, non vedevo l’ora di mettermi in bilico sul precipizio. Guarda mamma, senza mani. Discesa facile per lo stesso percorso.

 

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