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I giovani e la spinta culturale necessaria ai Rioni: Giordano Gonnesi sul futuro del Palio

Il 31 luglio hanno ripreso a suonare le chiarine. Dopo un anno di stop è tornato in città il Palio del Niballo, giunto alla sua 64sima edizione. Vittoria al Rione Nero e prossimamente, il 25 e il 26 settembre le gare delle bandiere. Ma come sarà il Palio nei prossimi anni? Quali possono essere le prospettive future della storica giostra faentina? Ne abbiamo parlato con Giordano Gonnesi, vice presidente della Cooperativa dei Manfredi, nata nel 2015 per gestire il centro civico dei Rioni creando una convenzione con il Comune e con lo Stadio Bruno Neri.

Un commento sul Palio 2021.

Da un punto di vista tecnico il livello quest’anno è stato di certo più basso. Causa di ciò la pandemia e l’impossibilità per i cavalieri di allenarsi con regolarità nel corso di quest’anno. Ha vinto meritatamente il Rione Nero. Dal punto di vista della ricezione del pubblico invece bisogna dire che il Palio è una festa di popolo e quindi lo streaming è inevitabilmente limitante nel rendere l’essenza della gara. Il Palio è una competizione che coinvolge Faenza. In questo senso lo streaming non ha troppo senso.

I giovani diano la spinta culturale che serve ai Rioni

Il futuro del Palio quindi non è scritto nello streaming. Cosa potrebbe promuovere lo sviluppo della Giostra secondo lei?

Nei primi trent’anni di vita il Palio non ha avuto una struttura concreta, cosa che ha assunto potremmo dire dagli anni Novanta. Dopo il Covid, nei prossimi trent’anni ci si aspetta un Palio che sia visto da più persone ma se non risolve i problemi che lo caratterizzano la sua visione non ha troppo senso. Sarebbe necessario creare un percorso turistico nelle settimane del Palio : dare al Palio un’immagine regionale. Non credo servano finanziamenti ma opportunità che inseriscano i Rioni nel tessuto cittadino. In questo senso una grande importanza ha e avrà il ruolo dei giovani nei Rioni: sono loro che possono dare alle associazioni rionali quella spinta culturale di cui hanno bisogno per avere un futuro.  Mi riferisco ad attività culturali, mostre, cataloghi, iniziative con le scuole che possano integrare i Rioni nel tessuto sociale e culturale della città.

vincolo cavalieri palio

Un cambiamento c’è quindi stato. Cos’era il Palio per la Faenza di ieri e cos’è per la Faenza di oggi?

Il Palio è ancora giovane. Nasce nel 1959 come manifestazione popolare. La borghesia faentina ha sempre dato poca importanza al ruolo del Palio che non è mai entrato nella cultura media. Fino a qualche anno fa nei consigli direttivi dei Rioni mancava completamente la dimensione colta: per molto tempo si è guardato al Palio come a una manifestazione popolare e tradizionale priva di qualsiasi spessore culturale. Oggi c’è una parte della città che crede nei Rioni, ma una buona parte dei cittadini continua a guardare il Palio con sospetto o indifferenza. Ecco perchè il futuro del Palio deve essere visto nella cultura e nel ruolo che i Rioni possono avere nel tessuto socio-culturale faentino.

Letizia Di Deco

Classe 1998, vivo a Faenza. Mi sono laureata in Lettere Moderne e poi in Italianistica e Scienze linguistiche all’Università di Bologna. Scrivo per il settimanale Il Piccolo di Faenza. In attesa di tornare definitivamente in classe da prof, mi piace fare domande a chi ha qualcosa di bello da raccontare su ciò che accade dentro e fuori le pareti della scuola. Ho sempre bisogno di un buon libro da leggere, di dire la mia opinione sulle cose, di un po' di tempo per una corsetta…e di un caffè

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