Arte e poesia: il corso di formazione per insegnanti della scuola San Rocco di Faenza
Se i musei sono i templi dell’arte, di certo anche le scuole possono considerarsi officine della creazione artistica. Questo è quanto emerge dall’iniziativa dell’Istituto Comprensivo San Rocco di Faenza che ha proposto ad una ventina di insegnanti un corso di formazione a carattere laboratoriale sulla didattica dell’arte in connessione con percorsi di poesia. Un percorso che si è svolto nei locali della mensa scolastica del plesso “Martiri di Cefalonia”, nel rispetto del distanziamento, ma con la possibilità per gli insegnanti in formazione di realizzare sul campo i propri elaborati poetici ed artistici. Una “due giorni” artistica coordinata dalla docente di scuola primaria Monica Foschi.
Formazione artistica per insegnanti
Un corso di formazione per insegnanti che passa attraverso la creazione artistica. Oggetto della formazione è stata infatti l’arte nella sua connessione con la componente poetica. La xeropoesia degli anni ‘60, ovvero la tecnica di scrivere poesia in gruppo dividendo un foglio in tante parti quanti sono i poeti e ponendo al centro il titolo di quella che sarà una poesia collettiva, ha permesso di ricostruire il senso del gruppo tra i docenti. Oltre alla xeropoesia i componenti del corso hanno potuto anche misurarsi con poesie poliglotte e virtuosismi fonetici in una lingua sconosciuta, sperimentare la creatività dentro i vincoli rigidi di forme quali lampadine e sardine, muoversi, transitando in Giappone dall’Haiku al Koan all’arte del ritaglio del Notan, fino alla pioniera dell’avanguardia nipponica Toko Shinoda. Insieme ad escursioni nella poesia dadaista, nella freschezza della poesia visiva sulla tematica del significato del proprio nome, alla ricerca della poesia nascosta del cavriardage. Tutto questo ha messo in evidenza il punto di contatto tra l’arte e le emozioni: i desideri ed i segreti nascosti di ognuno sono stati messi in relazione alle costellazioni di Picasso ed ai labirinti, metafora di ricerca e trasformazione. L’Elogio del Piede di Erri De Luca si è espresso a vita nuova nella Mano ed in permutazione grafica con Le Corbusier. L’arte primitiva ha trovato evoluzione nel graffitismo di Basquiat ed il colore si è manifestato nelle sfumature di Emil Nolde, artista degenerato.
Ripartire dall’arte: uno spazio di apertura
Il gruppo di insegnanti in questa “due giorni artistica”, condotta dalla docente Monica Foschi, ha manifestato il piacere di ritrovarsi in uno spazio privilegiato di formazione, uno spazio di apertura, uno spazio di riflessione e divertimento esternati nella conclusione, percorrendo la leggerezza di Calvino e l’equilibrio di Calder. Inoltre i materiali di varia natura che sono stati messi a disposizione degli insegnanti, ovvero cartoncini, carta , stoffe, spaghi, tappi, fanno parte di una raccolta di recupero e dunque nell’ottica del riciclo creativo, perché, spiegano dalla scuola, come dice Picasso: “Ogni atto di creazione è prima di tutto un atto di distruzione”.