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Don’t Look Up di Adam McKey

“Ma insomma, mi sembra che non faccia comodo neanche a voi se l’ordigno “Fine del mondo” si mette a scoppiare!”

Il Dottor Stranamore.

In un’America fittizia, una particolare coppia di scienziati del Michigan scopre l’esistenza di un’imminente minaccia spaziale, pronta ad abbattersi sulla Terra provocando l’estinzione completa del genere umano. Tuttavia le autorità, i Mass media e la politica non sembrano dare troppo peso alla notizia. Adam McKey si presenta dopo tre anni dal suo ultimo lavoro, con un’opera irriverente, cinica e che (letteralmente) non desidera lasciare spazio alla speranza. Una riflessione agghiacciante sul periodo contemporaneo e sulle inevitabili conseguenze a cui si va incontro agendo nell’indifferenza assoluta di fronte alle evidenti problematiche del nostro pianeta.

Don’t Look Up: un cast stellare per un disastro che cade dalle stelle.

Nomi a dir poco prestigiosi hanno deciso di prendere parte al progetto donandogli ancora più lustro e rilevanza: Jennifer Lawrence, Cate Blanchett, Johan Hill, Mark Rylance e molti altri hanno dimostrato una grandissima alchimia corale, mettendo in mostra un talento comico non per tutti scontato. Tra le varie memorabili interpretazioni, c’è da menzionare sicuramente quella di Leonardo Di Caprio, qui in un ruolo che non è sovente vestire: un timido e impacciato scienziato, quasi di periferia, screditato, introverso ed eterno perdente della narrazione. Inoltre è da citare anche il personaggio del presidente americano donna, interpretato con maestria dalla splendida Maryl Strepp, la quale porta sul piatto una versione femminile e altrettanto volgare di Donald Trump, incarnandone perfettamente la mentalità di sfiducia verso la divulgazione scientifica, accompagnata dal coinvolgimento scellerato in svariati scandali politici e di natura sessuale.

Sorrisi ricolmi di lacrime per Don’t Look Up

La commedia riesce con disinvoltura ad alternare soddisfacenti risate di pancia a sottili sogghigni amari relativi a concetti e situazioni purtroppo non troppo lontani dalla tangibile realtà quotidiana. La componente musicale e le trovate registiche sono parte integrante di questa suddetta comicità e, come nei suoi precedenti lavori (La Grande Scommessa, Vice), Mckey si diverte a giocare con lo spettatore con trovate geniali spesso al limite del Metacinema. Impossibile non evidenziare l’esilarante canzone di Ariana Grande, la quale si esibisce in una performance canora strabiliante, abbinata ad un testo a dir poco demenziale, che crea un connubio artistico plausibilmente apprezzabile anche in altri contesti.

Se non ora, quando?

Un resoconto dettagliato e tremendamente lucido di quelle che sono state, e continuano ad essere, le reazioni popolari, infrastrutturali e politiche di un’umanità decadente, disperata e diffidente di tutto ciò che la circonda. Pandemia globali, cambiamenti climatici, surriscaldamento e capitalismo sfrenato stanno alimentando, tutti i giorni, un gigantesco fuoco dal quale è impossibile fuggire. Un’analisi spietata sui tempi moderni. Una critica aspra sull’indifferenza generale che aleggia nelle teste degli occidentali sin dall’inizio del nuovo millennio: Sempre distratti da attrazioni superflue ed effimere atte a spostare lo sguardo dalle reali preoccupazioni dell’attualità, al fine di bearsi in inutili conversazioni sociali in cui ognuno può definirsi tuttologo di ogni materia, ed in cui ogni opinione conta come quella di un esperto. Cultura ai minimi storici e attenzione verso il futuro pressoché annichilita dal potere propagandistico ed egocentrico di un’ ideologia malsana, in cui l’uomo è visto erroneamente come un essere immortale ed invincibile, tormentato esclusivamente dai propri dilemmi personali e completamente indifferente verso quelli della collettività in cui vive.

L’incomunicabilità tra esseri umani: un gioco che, alla fine, ci farà morire dal ridere.

 

“Incredibile! Qui a Nuova Delhi, dov’è in corso la conferenza sul surriscaldamento globale sta nevicando!”

The Day After tomorrow Alex Bonora

Alex Bonora

Nato a Murano, ridente isola della laguna veneziana, famosa per la lavorazione del vetro. Diplomato prima come ragionerie a Venezia e successivamente come attore di prosa presso la scuola di teatro Galante Garrone di Bologna nel 2015 dopo un percorso accademico di tre anni. Per diverso tempo sono stato animatore turistico in diversi villaggi turistici in Grecia ricoprendo anche ruoli di responsabilità e coordinamento dello staff. Artista a tempo perso, viaggio molto ricordandomi di tenere costantemente i piedi per terra e la testa alzata verso il cielo. Appassionato di cinema, teatro e musica, ritengo che la critica artistica non sia la semplice valutazione di un prodotto ma un vero e proprio dialogo tra l’analista e il creativo, atto per l’arricchimento intellettuale del pubblico. Amo i dolci e possiedo una katana “Wado Ichimonji”(Strada dell’armonia) in omaggio al manga One Piece. Combatto tutti i giorni per la libertà. Individuale o collettiva che sia.

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