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Crimson Peak di Guillermo del Toro

Edith è una ragazza che dichiara di sapere dell’esistenza dei fantasmi dal momento in cui ne vide uno per la prima volta a soli dieci anni. Era lo spettro della madre, giunto per darle un avvertimento: “Guardati da Crimson Peak”. Diversi anni dopo, Edith spera di affermarsi come scrittrice di storie di fantasmi e incontra un affascinante baronetto, sir Thomas Sharpe, giunto insieme alla sorella per incontrare il padre di lei per affari. I due giovani ben presto si innamorano, ma il padre si oppone al nascente amore e cerca di allontanare il baronetto dalla figlia. Non solo non riuscirà a compiere il suo obiettivo, ma Edith in seguito sposerà sir Thomas e si trasferirà nella villa degli Sharpe. Solo in seguito scoprirà, suo malgrado, di trovarsi proprio nel famigerato Crimson Peak.

Una storia figlia di numerosi racconti horror

Il regista messicano Guillermo del Toro sceglie le ambientazioni barocche e gotiche di una villa fatiscente per ricreare una classica storia di fantasmi dallo stile visivo ineccepibile. Crimson Peak (2015), pur ambientato a fine ‘800, richiama un periodo ancora precedente che accentua l’aura misteriosa del film. La trama non presenta particolari originalità, ma è figlia dei numerosi racconti horror incentrati sulle case infestate e le presenze paranormali. Del Toro rende interessante il film grazie alle trovate sceniche e alla sua grande capacità visionaria, vicina all’immaginario di Tim Burton ma ricca di elementi del tutto personali.

Il tema della casa stregata

Ottimo il trio al centro della vicenda (Edith e i fratelli Sharpe) sia per scelta di attori, tutti dal viso pallido e dall’aspetto gotico, sia per interpretazioni e caratterizzazioni, queste ultime sviluppate con un intreccio coinvolgente. Tema principale che li riguarda è l’amore, il sentimento puro e innocente contrapposto con una malata morbosità che conduce alla prigionia. Tra i personaggi principali figura anche la casa stessa, un’antica dimora sempre più in rovina, abitata da anime in pena e avvelenata da un passato violento. Il terreno costituito da argilla rossa rimarca l’idea di una villa destinata ad affondare su sé stessa, stritolata da una morsa sanguinolenta. Le immagini restano vivide nella mente grazie alla fantasia del loro autore, che mette in gioco un design particolare per gli spettri e gli conferisce un ruolo non usuale per un film di questo tipo. Il pericolo è infatti maggiormente percepito nelle persone vive, quasi mai il contrario.

Crimson Peak: un film da vivere per il suo aspetto visivo

Il punto di forza maggiore è forse l’utilizzo dei colori nella fotografia: dai gialli autunnali della prima parte, ai verdi-blu delle scene notturne e dark, fino ad arrivare a Crimson Peak, dove su tutti vige il rosso del sangue e dell’argilla, successivamente mescolato al bianco della neve a ricreare una cornice indimenticabile, come se gli autori si fossero divertiti a dipingere un quadro vivace e allo stesso tempo freddo e misterioso. Un film da vivere per il suo aspetto visivo dunque (non tanto per la più prevedibile sceneggiatura), ma che non deluderà chi è alla ricerca di qualcosa che intrattenga e crei atmosfera in questo periodo di Halloween.

Alessandro Leoni

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